sabato 25 giugno 2022

 26 giugno 2022

Liturgia della Parola 13a domenica anno C 

 

Prima Lettura - Dal primo libro dei Re - 1 Re 19,16b.19-21

 

In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.
 

Salmo Responsoriale Dal Sal 15 (16)

R. Sei tu, Signore, l'unico mio bene.

 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R.
 
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.
 
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.
 
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.
 

Seconda Lettura - Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 5,1.13-18

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

Vangelo - Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,51-62

 

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

*******                        ******                        ******                        ******

Omelia 13a  C 

 

1a parte del Vangelo: Gesù prende la strada verso Gerusalemme (9,51) con consapevolezza, coraggio e decisione. Ma anche con fatica: «Gesù rese di pietra il suo volto», che non vuol dire: “E diventato  duro e insensibile” ma “confermò fino in fondo la sua decisione  di affrontare la passione e la morte”. Niente allontana Gesù da questo proposito!

All’inizio  della sua missione pubblica a Nazaret, incontra il rifiuto dei compaesani (4,16-30). Adesso, andando verso Gerusalemme Gesù deve fare i conti con un altro rifiuto: quello dei samaritani. Sembra che l'evangelista voglia dirci   che tutta l'attività di Gesù è sotto il segno del contrasto e del rifiuto. Quindi nella vita di Gesù non tutto è andato liscio e facile…Gesù è rifiutato dai samaritani per un motivo politico e razziale, perché è ebreo e gli abitanti di Samaria erano considerati quasi pagani…, nemici dichiarati degli ebrei. Gesù, quindi, ha provato personalmente che cosa significhi vedersi negare l'ospitalità perché straniero… I discepoli, allora,  perdono la pazienza e invocano un fuoco dal cielo, una giusta punizione secondo loro… 

Ma Gesù interviene e li rimprovera. Dio non è così, vendicativo alla maniera umana. I discepoli, come in tante altre occasioni, non hanno capito la novità del Maestro, prigionieri come erano, di quegli stessi pregiudizi di cui accusavano gli altri. 

 

Ed ecco tre incontri sulla strada. Il primo  chiede a Gesù di volerlo seguire, con tanta buona volontà: «Dovunque tu andrai». Questo tale intuisce la fatica di una vita pellegrinante dietro al Maestro e quindi  non stabile…ma Gesù gli fa presente anche che non potrà aspettarsi un vita sicura… un bel posticino comodo e una carriera assicurata! 

Poi un dialogo con un uomo che Gesù stesso invita alla sequela: «seguimi».

Di fronte alla richiesta di Gesù, quest'uomo chiede una aspettativa, perfettamente comprensibile, quella di poter seppellire il padre. La risposta di Gesù è drastica e può sembrare quasi disumana: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Questa richiesta di Gesù va chiarita… Non c’è nessun disprezzo dei sacri legami di affetto nella famiglia, soprattutto dentro un lutto. Gesù vuol far capire che il seguire Lui  è una scelta così forte che non può essere impedita o messa in discussione da nessun altro legame. Certamente si tratta di un linguaggio paradossale. E’ arrivato il tempo di prendere sul serio la chiamata del Signore da mettere al primo posto. 

Mi viene in mente la frase di un canto che facciamo spesso, soprattutto nell’animazione del coro giovani. ”Te al centro del mio cuore”. “Unica ragione Tu, unico sostegno Tual centro del mio cuore ci sei solo Tu.” 

Mi sono chiesto, (ma è una domanda anche per altri canti nella liturgia): le parole di questo canto sono molto impegnative… Sono vere per noi che le cantiamo?  

Ci pensiamo? Soprattutto cerchiamo di viverle? Le portiamo con noi nella nostra vita?  E’ vero, Signore, che Tu sei il solo al centro della mia vita? 

 

Da ultimo. Un altro sconosciuto è disposto a seguire Gesù ma chiede il tempo di salutare quelli di casa. Anche qui, niente di male…. Gesù non ha niente in contrario per un saluto! Ma ecco  una risposta a effetto, quasi provocatoria, con una specie di proverbio: «Chi ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, non è adatto per il regno di Dio». Se il contadino vuole arare un solco diritto, non può però permettersi di guardare indietro, col pericolo di andare storto! In altre parole, seguire Gesù non sopporta rinvii, distrazioni, né nostalgie o pentimenti. Oggi le scelte importanti della vita sono molto deboli e fragili, sottoposte a  ripensamenti  e si fa fatica a prendersi un impegno stabile e per sempre (pensiamo alla scelta di fare una famiglia e di volersi bene per sempre…). Gesù ci invita ad avere coraggio. Pare che ci dica: “Se venite dietro a me, non vi deluderò, avrete compreso il segreto di una vita piena e riuscita!” 

°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Intenzioni per la preghiera dei fedeli:

Aumenta la nostra fede, Signore!


Per la Chiesa. Viva la sua vocazione di segno e strumento che indica il regno dì Dio. Sia la comunità che custodisce lo stupore per le meraviglie che Dio continua a compiere nella storia. Preghiamo. 


Per tutti coloro che svolgono un servizio o un ministero nella comunità. Siano testimoni gioiosi e credibili, perseveranti e pazienti, disponibili alla collaborazione. Preghiamo.


Per tutti noi che partecipiamo a|l’ Eucaristia. Il Signore ci faccia capire sempre più che tutti noi siamo chiamati a seguirlo con forza e convinzione. Preghiamo.


La grave siccità di questo periodo ci invita fortemente a fare buon uso dell’acqua, bene primario e prezioso che interessa tutti noi. Le buone pratiche di natura economica, che le autorità sono chiamate a decidere in questi tempi di cambiamenti climatici, si accompagnano alla nostra preghiera. Il Signore, che chiede il nostro buon comportamento, ci dia il dono della pioggia che tanto desideriamo. Preghiamo


L’incontro mondiale delle famiglie a Roma che si conclude in questa domenica,

ci faccia riscoprire il dono delle nostre comunità familiari, luogo della crescita nell’amore reciproco e della testimonianza cristiana. Preghiamo 


PREGHIERA PER I CARCERATI 

Signore, che ti sei fatto vicino a tante persone ferite, dona ai carcerati che attraversano il deserto della detenzione, la speranza di recuperare la bellezza di una vita buona per viverla in pienezza. PREGHIAMO

^*^*^*^*^*^                        ^*^*^*^*^                        ^*^*^*^*                        ^*^*^*^


sabato 18 giugno 2022

 19 giugno: SOLENNITA’ del CORPO E DEL SANGUE DEL SIGNORE

Prima Lettura . Dal libro della Gènesi - Gen 14,18-20

 

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 109 (110)

 

R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R.
 
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici! R.
 
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
 
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.
 

Seconda Lettura - Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 11,23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Sequenza 
  
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
 
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
 
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nùtrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
 
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo,
nella gioia dei tuoi santi.

 

Vangelo - Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,11b-17

 

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

**************************************************************************************************

Omelia

 

L’Eucarestia. In questa solennità siamo chiamati a capire e a vivere  ancora di più il dono più eccellente, la realtà più grande di un Dio che in Gesù, si consegna a noi, diventa nostro amico e compagno di viaggio nella vita. Ma soprattutto nel segno di un pane mangiato, vuole unirsi a noi perché in Lui diventiamo una sola cosa nella fede. Siamo chiamati a non abituarci, a non ripetere il rito stancamente, come fosse una abitudine che ci rende un po’ pigri…

 

S. Paolo ci ricorda che l’Eucarestia ha una lunga storia e radici molto lontane e profonde a partire dal Cenacolo. Tutto è iniziato lì. Gesù, nel dare il pane spezzato ai discepoli, aveva anticipato la sua vita spezzata, sulla croce, cioé la sua morte. “Fate questo in memoria di me”. Non semplicemente: “fate ancora il mio gesto come un rito da ripetere, come fosse una scenetta per non dimenticarmi”. Ma: ”Il gesto del pane spezzato” che si rinnova in ogni ’Eucarestia, vuol dire che anche noi siamo chiamati a fare della nostra vita un dono di condivisione e di fraternità. E questo è possibile perché  il Signore donandosi a noi, ci dà anche la sua energia e la volontà di fare come Lui. Ecco perché l’Eucarestia è anche il pane dei forti e il pane del cammino!

Nell'episodio della moltiplicazione dei pani (Luca 9,11-17) si vede il grande gesto di Gesù: la folla di circa cinquemila uomini e dopo che tutti furono saziati avanzarono dodici ceste di cibo. Notiamo ancora: il dialogo fra i discepoli e Gesù. Questi vedono il bisogno della gente e fanno una proposta che sembra ragionevole: «Congeda la gente perché vada nei villaggi e nelle campagne intorno per alloggiare e trovar cibo». Ma per Gesù questo interessamento non basta. In certo senso i discepoli si chiamano fuori, come a dire: “ognuno pensi per sé, noi non possiamo farci niente!”

Gesù invece li chiama alla responsabilità: «Dategli voi stessi da mangiare». 

 

Gesù vuole dare inizio ad  un nuovo mondo. Vuole fare di quel luogo deserto, di ogni deserto, una casa, un luogo ospitale dove si condivide la vita, ci si incontra come partecipi della stessa mensa. Per questo risponde: “date loro voi stessi da mangiare”. L'attenzione dei discepoli è già molto importante.  Ma Gesù non vuole semplicemente sfamare la gente, ma compiere un segno che dà un senso nuovo a quel fatto. Per Gesù  il comperare il pane va sostituito con il condividere. Questa è la svolta e il grande significato dell'Eucaristia. 

Perché il dono del pane moltiplicato è un segno che  ci invita  a cambiare le relazioni fra noi e gli altri, fra noi e le cose. Non solo questo pane dice una presenza speciale di Dio, ma una presenza che si fa pane spezzato e vita condivisa. Le cose che possiedi – fossero pure soltanto cinque pani e due pesci – sono doni di Dio, da godere con gli altri, non a differenza degli altri. 

Alcuni gesti di Gesù come la benedizione, lo spezzare il pane, la distribuzione con l'aiuto dei discepoli, la raccolta degli avanzi, fanno pensare alla cena eucaristica. Ma non si tratta soltanto di un annuncio anticipato dell'Eucaristia, ma di una vera e profonda rivelazione che  Gesù fa di se stesso: una vita in dono. 

 

Di domenica in domenica, Gesù, tu ci chiami alla tua mensa. Ci doni la tua Parola perché sia luce sui nostri passi, bussola che orienta il cammino, lampada che rischiara le profondità, gli anfratti oscuri dell’anima. Ci doni la tua Parola perché possiamo decifrare insieme la nostra esistenza, ma anche questa storia a cui apparteniamo. Di domenica in domenica, Gesù, tu spezzi per noi quel pane che è il tuo Corpo: corpo offerto per la vita del mondo, corpo sacrificato sull'altare della croce, corpo spezzato perché ognuno possa entrare in comunione con te.

È per la tua morte e risurrezione che noi siamo trasformati, trasfigurati nel corpo e nell’ anima per diventare i cittadini di un mondo nuovo.

°°°°°°°°°                                        °°°°°°°°°°°                                   °°°°°°°°°°°°            °°°°°°°°

Signore, donaci il pane della vita !


Per la chiesa, convocata da ogni parte della terra attorno alla mensa eucaristica: perché sappia spezzare il pane della Parola e il 

Corpo di Cristo in favore di tutti, anche di coloro che ignorano o hanno dimenticato il Vangelo di Gesù, preghiamo.

 

Per il papa, i vescovi e i sacerdoti, che presiedono l' Eucaristia: perché la fede nel “pane di vita eterna” di cui sono custodi e dispensatori, li sostenga e li rafforzi nella fede, preghiamo.

 

Per gli ammalati nel corpo e nello spirito, perché nell'esperienza della precarietà siano sostenuti dal pane del cielo, anche attraverso la presenza e il servizio dei ministri della Comunione, preghiamo.

 

Per la chiesa che riceve il dono del pane eucaristico: perché maturi un impegno di amore e di servizio per i fratelli, per costruire una comunità unita e solidale. Preghiamo

 

Per noi qui presenti, che celebriamo il memoriale della morte e della risurrezione di Gesù: perché sapendoci figli amati, ritroviamo la forza necessaria e riprendiamo fiduciosi il nostro cammino, preghiamo.

*°*°*°*°*°*°                        *°*°*°*°*°*°                        *°*°*°*°*°*°                        *°*°*°*°*°*°

A fine giugno la Chiesa è invitata a vivere 

l’incontro mondiale delle famiglie: 

«Lamore familiare, vocazione e via di santità». Anni fa il Papa disse che la famiglia appartiene al «sogno» di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità. Ne siamo convinti, anche in mezzo alle tante ferite.

Ecco le indicazioni per le giornate di fine giugno (in particolare per gli appuntamenti di venerdì 24 e sabato 25 giugno puoi scaricare la locandina sopra come immagine e farla girare tra i tuoi contatti, grazie!):

§ Mercoledì 22 giugno proponiamo di condividere tra famiglie un momento di preghiera in comunità. Potrebbe essere vissuto in parrocchia oppure anche a piccoli gruppi informali in qualche luogo adatto. Raccogliendo l’abbondante materiale messo a disposizione dal vicariato di Roma e dal dicastero per laici, famiglia e vita abbiamo disposto uno schema che potrebbe essere usato integralmente o in parte. «Alla scuola di Nazareth: per rendere normale l’amore», strutturato in tre momenti: «I. Lo Spirito santo e la famiglia: storia di vita quotidiana», «II. Una famiglia che loda», «III. Una famiglia che gioisce nel cammino di santità».

§ Giovedì 23 giugno invitiamo a vivere un momento di preghiera in ogni singola famiglia«Riscoprirsi figli, amati, grati» attraverso un tempo di richiesta di perdono e di lode e ringraziamento.

§ Venerdì 24 giugno dalle 20:30 vivremo sul terrazzo dell’Opera Don Calabria sopra la città di Verona a San Zeno in Monte una festa del perdono. È una serata di confessioni e di preghiera nello stile di Giovani e Riconciliazione G&R. È un modo per riscoprire il dono e la forza del sacramento della Riconciliazione. Crediamo sia un grande tesoro che rischia di sfuggirci. Non esiste cammino né tanto meno cammino di santità senza l’esperienza ricevuta e offerta del perdono. E la strada del perdono è sempre percorribile. Può essere che una persona non sia nella condizione di riceverne tutti i frutti sacramentali ma la partecipazione sincera al cammino della riconciliazione può aprire e rendere possibili nuovi passi.

§ Sabato 25 giugno dalle 9:30 alle 16:00 circa vivremo con chi vorrà una giornata di preghiera, formazione, condivisione, festa a Verona presso l’Opera Don Calabria a San Zeno in Monte che abbiamo intitolato «La vita della famiglia (è) la vita della Chiesa». Il nostro vescovo Giuseppe ci introdurrà nella giornata con la preghiera, poi continueremo con un momento di formazione attraverso il contributo di sposi e presbiteri e una risonanza. Per il pranzo sarà servito un primo, poi ognuno si organizzerà per portare per sé quello che vuole. Sarà un momento per tutta la famiglia. Per questa giornata chiediamo di mandare adesione (indicando anche il numero di bambini) a cristinaegiuliano@gmai.com

§ Domenica 26 giugno invitiamo a vivere nella Messa centrale delle proprie parrocchie la preghiera per la famigliaQui potete trovare una piccola indicazione su come fare e inoltre metteremo disponibili nei vicariati un certo numero di cartoncini segnalibro con la preghiera per la famiglia formulata in occasione dell’incontro mondiale.


sabato 11 giugno 2022

178 Te lodiamo Trinità

 12 giugno: SS.TRINITA'

Prima Lettura -Dal libro dei Proverbi - Pro 8,22-31

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 8

 

R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R.
 
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
 
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. R.
 

Seconda Lettura - Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  -Rm 5,1-5

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,12-15


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».






*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°

SS.TRINITA’ - omelia

 

E’ di grande importanza per la nostra fede cristiana, la solennità di questa domenica della SS.Trinità!

A volte si ha l'impressione che per molti cristiani questa Festa sia niente più di una verità da credere, un mistero del tutto incomprensibile. Quando si parla di mistero, si pensa di solito ad un mondo estraneo anche alla nostra vita, da accettare senza capirne il valore! 

In realtà è un mistero luminoso, cioè che fa luce su Dio (“Chi è veramente il nostro Dio?).  2 testi della Scrittura: “Dio abita in una luce inaccessibile” ma “veniva nel mondo la luce vera quella che illumina ogni uomo”. 

Di fronte alla rivelazione della Trinità ci è richiesto il silenzio di chi medita e riflette con calma, ma anche lo stupore e la gioia. 

Si tratta di una realtà infinitamente più grande di noi…Nello stesso tempo si tratta anche di una realtà che ci permette di entrare nella verità del nostro Dio. La nostra vita riceve luce, viene illuminata da quel Dio che ha deciso di manifestarsi, di farsi conoscere dalle sue creature…

Conoscendo il Padre, il Figlio e lo Spirito, noi intravediamo che Dio è nel suo intimo più profondo un dialogo di amore tra tre Persone.

(Una grande scuola di approfondimento spirituale, soprattutto nella preghiera, è l’attenzione al linguaggio di fede della liturgia, in particolare della Messa…)

(Nessun uomo l'avrebbe scoperto chi è veramente Dio, se Gesù non ce ne avesse parlato)

Nella sua natura più nascosta Dio è una realtà di comunione, quasi una famiglia. È questa l'originalità della concezione cristiana di Dio che risponde anche all’esigenza profonda della vita umana. 

Infatti l'uomo sente insopprimibile la nostalgia della comunità, della solidarietà e del dialogo; ne ha bisogno per vivere e per crescere, ne ha bisogno più dell'aria che respira. 

Il Dio Trinità ci ricorda che questa nostra esigenza umana riflette la realtà stessa di Dio: Dio per primo è comunione perfetta, è legame infinito di amore… E noi, poiché siamo «immagine di Dio, cioé di questo Dio», siamo fatti per incontrarci, per dialogare e amare, e Dio è, appunto – per quanto ci è dato capire – una comunità di amore. La vocazione alla comunità è la traccia della Trinità nell'uomo.

Nella festa della SS. Trinità l'evangelista Giovanni ci invita a vedere in Gesù, concretamente nel suo farsi uomo, nella sua vita e, soprattutto, nella sua Croce (questo è il senso pregnante dell'espressione «dare il Figlio») la sorprendente profondità dell'amore del Padre. Il verbo «dare» significa spesso in Giovanni «donare». Si noti la sottolineatura: «il Figlio unigenito». Il Padre ci ha fatto dono del suo Figlio amato. E si noti anche l'universalità della destinazione del dono: il mondo intero.

L'evangelista poi ci ricorda ancora il compito, la missione dello Spirito Santo: lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.  

Vi accompagnerà come maestro che guida, verso la verità. Ma la verità è Gesù stesso: ”Io sono la via, la verità e la vita…”. Quindi lo Spirito Santo apre per noi il tesoro prezioso della vita e delle parole di Gesù. Così possiamo andare verso Gesù, cercare la sua presenza, gustare le sue parole per farle diventare la nostra scelta di ogni giorno.

*****************************************************************************

Intenzioni per la preghiera  dei fedeli:

 

LODE A TE, SANTA TRINITA’

 

Per la Chiesa di Cristo: manifesti   al mondo la sua realtà di popolo di Dio convocato dall'amore del Padre, per mezzo del Figlio, nella comunione dello Spirito. Preghiamo.


Per tutti i cristiani battezzati nel nome del Padre, del Figlio e    dello Spirito. Vivano l'impegno battesimale rendendo la loro vita             un inno di lode alla Trinità santa. Preghiamo. 


Per gli ammalati, i poveri, i carcerati, per tutti gli emarginati e per    coloro che soffrono: attraverso il nostro aiuto fraterno  ritrovino l’amore del Padre, la salvezza del Figlio e la consolazione dello Spirito. Preghiamo.


Sia sempre viva in noi la coscienza del rispetto della natura, dono di Dio e nostra casa comune. Perchè accogliamo le buone pratiche per una economia più solidale e facciamo la nostra parte per rendere l’ambiente più sano e meno inquinato, come segno di attenzione per il bene di tutti. Preghiamo  


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Andrej Rublev (1360-1430)

Andrej Rublev è il sommo iconografo russo, la Chiesa Ortodossa russa lo ha proclamato Santo. La sua icona della Trinità, dipinta tra il 1422 e il 1427 e conservata oggi nel Museo Tretjakov di Mosca, è universalmente ritenuta un capolavoro, sia dal punto di vista artistico che teologico. Come afferma Daniel Rousseau "questa icona non intende rappresentare concretamente le tre persone della Santissima Trinità. Come lo potrebbe, dato che la divinità non può essere rappresentata per sua essenza?".

Il soggetto dell'icona della Trinità, che riprende l'iconografia del celebre prototipo di Rublev, si basa sul racconto dell' Ospitalità di Abramo" (Genesi 18), che narra l'incontro avvenuto presso il querceto di Mamre, tra Abramo, capostipite del popolo eletto, e tre pellegrini, che la Bibbia chiama "angeli". Durante quest'incontro i tre annunciano al patriarca la nascita del figlio Isacco.

A partire dal IX secolo nei testi liturgici orientali l'episodio viene considerato come l'apparizione ad Abramo della Santa Trinità.

Il momento rappresentato nell'icona è quello in cui i tre "uomini" sono seduti a mensa. Essi sono messaggeri, cioè angeli del Signore, sono perciò raffigurati con ali, come vuole l'iconografia tradizionale. Altri elementi che legano il testo della Genesi all'immagine sono la tenda di Abramo rappresentata come un palazzo (o un tempio) e un albero, la quercia. In più è presente l'elemento della montagna, probabilmente sia per un'esigenza di composizione, sia per il suo valore di luogo-simbolo di rivelazione. Su questi elementi Rublev tesse una sottile trama di evocazioni simboliche, che hanno ricevuto molteplici interpretazioni.La simbologia, tipica dell'iconografia tradizionale, si basa sul cerchio-comunione: le tre figure sono immerse in un armonioso colloquio che si esprime con sguardi e gesti che convergono sulla mensa, simbolo dell'Incarnazione e dell'Eucarestia.

Tutti sono d'accordo nell'individuare nei tre Angeli la Trinità di Dio, ma alcuni ritengono che il Padre sia al centro, il Figlio alla sua destra e lo Spirito Santo alla sua sinistra, altri vedono il Padre sempre al centro, il Figlio alla sua sinistra e lo Spirito Santo alla sua destra e altri ancora interpretano la figura centrale come quella del Figlio, al sinistra il Padre e a destra lo Spirito (quest'ultimo è l'ordine con cui sono nominati nel Credo). 

La comune natura divina dei tre è sottolineata da: volti e figure giovanili e indentiche, aureole tutte uguali, dal colore azzurro (colore divino) e dallo scettro (segno della stessa autorità).

 



domenica 5 giugno 2022

venerdì 3 giugno 2022

 5 giugno: PENTECOSTE

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli - At 2,1-11


Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale
Dal Sal 103 (104) - R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra. 


Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.

 

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 8,8-17

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Parola di Dio.

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano,
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni  - Gv 14,15-16.23b-26


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°**°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

OMELIA Pentecoste C

 

La solennità di oggi… la Festa dello Spirito Santo da maturare sempre di più in noi, da riscoprire come grazia e dono forse un po’ trascurati e da mettere come fonte della nostra vita spirituale…

Il Vangelo della domenica di Pentecoste propone un brano molto denso tra i discorsi di addio di Giovanni nell’ultima Cena (14,15-26). Gesù presenta lo Spirito Consolatore che agisce nel  tempo della Chiesa quando questa incontra problemi e interrogativi: Gesù  parla dell'odio del mondo, della persecuzione e dell’incredulità. Proprio in queste prove sempre presenti nella storia, lo Spirito Santo  si rende presente…

 

Che cosa fa lo Spirito Santo in noi e nella chiesa? Conserva fedelmente la memoria di Gesù, perché la sua parola sia sempre meglio capita e vissuta. E ci dà il coraggio della testimonianza. Per cui non abbiamo più nessuna vergogna di dirci cristiani. 

Ma la condizione per accogliere lo Spirito è l'amore a Gesù, l'ascolto della sua parola e l'osservanza dei comandamenti. Se mancano queste tre condizioni lo Spirito non può far sentire la sua presenza in noi. 

 

Diamo anche uno sguardo alla lettera di Paolo ai Romani (8, 8-17. Paolo insegna che lo Spirito è libertà, perché ci libera dalla schiavitù dall'egoismo. Lo Spirito trasforma i desideri dell'uomo: non più i desideri o le tendenze dell'egoismo, ma della carità. Prigioniero del suo egoismo (la carne), l'uomo a volte sente la legge di Dio come un peso e una schiavitù. 

Lo Spirito trasforma il cuore dell'uomo. Per questo il cristiano desidera quello che piace a Dio stesso. I desideri di Dio, diventano i desideri stessi dell’uomo. Il credente, sotto l’azione dello Spirito Santo, sente che la sua vita si realizza proprio facendo la volontà di Dio, soprattutto nella legge della carità. In questo senso il cristiano trova gioia e soddisfazione nella sua esperienza di fede. Gode di essere cristiano.. elo comunica anche agli altri…

 

Ancora… Lo Spirito rinnova anche il rapporto con Dio: non più schiavi, ma figli. E anche questo è segno di grande libertà. Per Paolo la presenza dello Spirito è una presenza liberante, per cui si vive un nuovo rapporto con Dio sperimentato come Padre. Il cristiano l'uomo può rivolgersi a Lui con libertà, con franchezza e con grande confidenza. Non sente Dio come una presenza lontana che mette paura, che lo inquieta, della quale si può fare anche a meno..

Il cristiano, piuttosto può far sua la stessa confidenza e libertà che  Gesù aveva verso il Padre. Una riflessione di un autore spirituale (il grande patriarca Atenagora di Costantinopoli….)

 

Senza lo Spirito Santo Dio è lontano,
Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa è una semplice organizzazione, l’autorità è un dominio,
la missione una propaganda, il culto un rito vuoto,
e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi.

Ma nello Spirito Santo Cristo risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita,
la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è un servizio liberatore,
la missione è una Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione,
l’agire umano è divinizzato
.

**********                                        **********                                        **********

Intenzioni per la preghiera dei fedeli

 

Vieni, Spirito Santo!


O Padre, hai infuso il tuo Spirito sul Papa e sui vescovi per servire la fede del tuo popolo: concedi loro di svolgere con fedeltà il loro ministero, perché ai tuoi fedeli non manchi mai la libertà e il coraggio. Preghiamo.

 


O Padre, hai infuso il tuo Spirito su di noi nel giorno del nostro Battesimo e della Confermazione: dona ad ogni cristiano della nostra comunità di crescere nel rapporto con te e di donarsi generosamente agli altri. Preghiamo.

 


O Padre, hai infuso il tuo Spirito nella creazione perché fosse colma delle tue bellezze: guida i governanti ad una gestione responsabile delle risorse naturali, perché a nessuno manchi il pane quotidiano, nel rispetto dell'armonia del creato. Preghiamo.

 


O Padre, hai infuso una scintilla del tuo Spirito in ogni uomo perché abbia la possibilità di incontrarti e di conoscerti: aiuta i popoli nel loro sviluppo, perché grazie alla luce che abita nel loro cuore possano giungere a piena maturità. Preghiamo.

 


O Padre, infondi il tuo Spirito sui cinque novelli sacerdoti ordinati in questa Vigilia di Pentecoste. Rendili coraggiosi testimoni di Cristo Buon Pastore. Fa’ che vivano con coraggio il loro ministero a sevizio della nostra chiesa. Preghiamo.


I gravi episodi di disordini avvenuti a Peschiera, in un raduno concordato tra giovanissimi, mette in luce una seria emergenza educativa. E’ necessario che questi ragazzi vengano educati al sano vivere civile, al rispetto, alla  disciplina dei sentimenti, al rifiuto della violenza in tutte le sue forme. Spirito di sapienza e di consiglio, aiuta le famiglie, le persone e le istituzioni educative a creare una società 

sana, fondata sui  valori di una convivenza serena e rispettosa verso tutti. Preghiamo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Preghiera allo Spirito Santo

 

Vieni, Spirito Santo, vieni a donarci dolcezza e cordialità: allora potremo tendere la mano invece di giudicare e condannare.

Vieni, Spirito di Dio, vieni a donarci gioia: allora potremo far festa  anche con chi ha perso la speranza.

Vieni, Spirito Santo, vieni a donarci fiducia: allora potremo resistere 

anche quando abbiamo paura, perché amico fedele è Dio. 

Vieni, Spirito di Dio, vieni a donarci la pace: allora potremo costruire ponti 

che permettano agli uomini di incontrarsi! 

Vieni, Spirito Santo, vieni a donarci coraggio: allora potremo compiere gli stessi gesti di Gesù. 

Vieni, Spirito di Dio, vieni a donarci attenzione: allora potremo vivere 

con lo spirito e il cuore aperti al sole della Parola di Gesù. 

Vieni, Spirito Santo, vieni a infondere nell'esistenza degli uomini il soffio nuovo 

della lieta novella di Gesù. 

Vieni, Spirito di Dio, vieni sulla nostra terra, vieni a mettere 

nel cuore dei viventi il fuoco dell'amore di Dio!