sabato 4 novembre 2017

4 novembre 2017

liturgia 31a domenica tempo ordinario

Prima lettura (Ml 1,14- 2,2.8-10)
Dal libro del profeta Malachìa

Io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni.
Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione. 
Voi invece avete deviato dalla retta via
e siete stati d’inciampo a molti
con il vostro insegnamento;
avete distrutto l’alleanza di Levi,
dice il Signore degli eserciti.
Perciò anche io vi ho reso spregevoli
e abietti davanti a tutto il popolo,
perché non avete seguito le mie vie
e avete usato parzialità nel vostro insegnamento.
Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?

Salmo responsoriale (Sal 130)
Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.  
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.

Seconda lettura (1Ts 2,7-9.13)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicés

iFratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.

Vangelo (Mt 23,1-12)
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».



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31a domenica del tempo ordinario- anno A

Avvisi
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Giovedì 9 nov. -ore 20.30-  a Cavalcaselle, alla presenza di un vicario diocesano, riunione dei Consigli pastorali parrocchiali dell’Unità pastorale del lago sud per  conoscere gli orientamenti pastorali da attuare nel prossimo periodo.
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venerdì sera 10 : incontro gruppi sposi
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sabato 11: catechismo 4a elementare e 1a media
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domenica 12: catechismo 2a elementare
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preghiera  (sul Vangelo)

Tu cl metti in guardia, Gesù, dalla vanità che dilaga in campo religioso: dai segni di distinzione, dagli abiti solenni e costosi, da tutto ciò che conduce ad esibirsi per essere considerati e stimati.
Tu vuoi che non approfittiamo degli studi compiuti, del ruolo che rivestiamo, delle competenze acquisite per usurpare un posto che spetta solo a Dio, l’unico Padre di tutti, e a te, il solo, autentico Maestro. In effetti non è scomparsa la tentazione di esercitare un potere spirituale
con l’ambizione di guidare le coscienze, di esercitare un’ autorità sulle persone, sulla loro anima e sulle loro scelte, dimenticandosi che solo tu, Gesù, puoi parlare al cuore di ognuno con una voce inconfondibile, tu che hai versato il tuo sangue per noi
e che sei il vero pastore che ci può guidare.

Per questo non dobbiamo salire in cattedra pretendendo di aver qualcosa da insegnare, ma piuttosto diventare discepoli, seduti al loro banco per apprendere.

E non dobbiamo nemmeno cercare un posto sotto i riflettori,
uno scranno prestigioso che ci impone agli occhi di tutti.

Tu ci vuoi piuttosto dei servi, disponibili e pronti verso tutti.