martedì 5 gennaio 2021

 6 gennaio:  EPIFANIA DEL SIGNORE

Prima lettura (Is 60,1-6) - Dal libro del profeta Isaia

 

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,

la gloria del Signore brilla sopra di te.

Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,

nebbia fitta avvolge i popoli;

ma su di te risplende il Signore,

la sua gloria appare su di te.

Cammineranno le genti alla tua luce,

i re allo splendore del tuo sorgere.

Alza gli occhi intorno e guarda:

tutti costoro si sono radunati, vengono a te.

I tuoi figli vengono da lontano,

le tue figlie sono portate in braccio.

Allora guarderai e sarai raggiante,

palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,

perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,

verrà a te la ricchezza delle genti.

Uno stuolo di cammelli ti invaderà,

dromedari di Madian e di Efa,

tutti verranno da Saba, portando oro e incenso

e proclamando le glorie del Signore.

 

Salmo responsoriale (Sal 71)

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

 

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

 

Seconda lettura (Ef 3,2-3.5-6)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Efesini

 

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore:  per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.

Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito:  che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo,

 

Vangelo (Mt 2,1-12)

Dal Vangelo secondo Matteo

 

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.  Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

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EPIFANIA – omelia (2021)

 

La solennità di oggi dà un respiro universale al Natale e al Vangelo. E’ festa missionaria. Epifania vuol dire, appunto, manifestazione di Gesù alle genti, a quelli che non erano ebrei, rappresentati da questi misteriosi personaggi, i magi, venuti da lontano.  Gesù è nato Re dei giudei, ma non solo. E’ venuto per tutti, e tutti possono cercarlo e andare a lui, e da tutti il Signore si lascia incontrare. 

Nasce in una semplice famiglia formata da un artigiano, Giuseppe, e dalla sua giovane moglie, Maria; nasce in una stalla. Eppure alcuni uomini da lontano, dall’oriente, nella loro ricerca, ricevono il dono di vedere, in questa semplice nascita, il compimento della loro attesa.

 

I magi non conoscono le Scritture, la lingua o le consuetudini della terra verso cui si mettono in viaggio. Sembrano anche sprovveduti e ingenui nel chiedere informazioni a Erode, circa la nascita del nuovo re.  Ma sono uomini abitati dal desiderio, dall’inquietudine e dunque in ricerca. 

 

Le persone di ogni tempo e cultura, che seguono la voce della loro coscienza, hanno in comune soprattutto la ricerca del bene. In ogni essere umano c’è l’aspirazione al bene, alla vita piena, alla pace… e questo desiderio, quando non è inquinato dal male che imprigiona, spinge a cercare, a mettersi in cammino, a vedere orizzonti più grandi… 

E domandano: “Dov’è il Re dei giudei che è nato?”. Questa domanda  dei magi crea  inquietudine e turbamento da parte dei rappresentanti del potere politico e di tutta Gerusalemme. Il potere si sente minacciato. 

La domanda è rivolta proprio ai giudei che non si erano accorti della nascita del loro Re. Non se n’era accorto il re che regnava in quel momento, Erode, non se n’erano accorti i sacerdoti del tempio di Gerusalemme e neppure gli esperti delle sante Scritture, gli scribi. 

Ecco la sorpresa: chi è competente e conosce le Scritture sa dare la risposta esatta: “E’ nato a Betlemme….”. Ma questi esperti non si muovono, sono troppo sicuri di sé, non cercano di capire, sono presi dalla pigrizia delle proprie abitudini,  non colgono i tempi di Dio, l’occasione unica che si presenta! Possono istruire gli altri, ma non si fanno istruire e cambiare dalla sapienza di Dio! 

Di fronte al Vangelo si può rimanere turbati. In che senso? In senso positivo perchè  il Vangelo, letto e accolto nella sincerità del cuore, può farci capire che siamo ancora lontani rispetto alle attese che Dio ha verso di noi… Ci accorgiamo di dovere fare ancora tanta strada (un po’ come i magi…) per rispondere ai desideri del Signore verso di noi… e questo, in una persona spiritualmente sensibile, può creare subito dispiacere e quasi un pentimento. E però questo sentimento sincero non deprime, ma porta ad un senso di sollievo perchè dona pace e muove verso una crescita interiore, sostenuta dalla grazia di Dio…

I sapienti magi, prima orientati dalla stella e ora, soprattutto obbedienti alle Scritture dei giudei, arrivano fino al bambino Re Messia, a Betlemme, non in una reggia, con lo sfarzo degno di un principe, ma semplicemente in un luogo semplice e ordinario. 

 

E così, come convertiti nella loro mente e nel loro cuore, i magi riconoscono la vera regalità, non certo della potenza e della forza ma quella della debolezza umana e dell’umiltà che si offre nella vera potenza dell’amore: proprio quello che quel Bambino è venuto a portare.  

E’ stato un incontro che ha cambiato la loro vita.. lo si può intuire dalle parole finali del Vangelo che dice: “Avvertiti poi in sogno di  non passare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.”

Non è solo una giusta precauzione di salvarsi dall’ira di Erode…Probabilmente l’evangelista avverte un altro significato in questo cambio di strada : Una volta che si è incontrato quel bambino, non si può più camminare sulla solita strada di prima, nelle vecchie abitudini, (per i magi nelle antiche pratiche della loro religione…). Se il Signore é stato ancora veramente accolto, si apre una via nuova, quella della sequela: “Indicami Signore la via dei tuoi comandamenti…”, cioè della tua persona che è via, verità e vita.

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         L’ Adorazione dei Magi di Paolo Caliari detto il Veronese


 

è un tesoro artistico della chiesa di Santa Corona a Vicenza. La grande pala  è alta oltre tre metri, per quasi due e mezzo di base. 

 

Realizzata attorno al 1575, questa grandiosa Adorazione dei Magi testimonia la maturità artistica del Veronese e l’enorme successo della sua pittura, caratterizzata da colori fastosi, sorprendenti effetti di luce e impostazioni scenografiche. Dove l’occhio viene immediatamente appagato dalla ricchezza dei dettagli e dalla vivacità dei giochi cromatici, in un’arte che sembra facile e spensierata, ma che è il frutto di lunga meditazione e attenta elaborazione. E che in fondo è il segno stesso del genio autentico: far apparire semplici le cose più complesse.

 

Per diritto di anzianità, il sapiente dai capelli bianchi

è il primo a portare l’omaggio al Re dei Giudei, e si inginocchia davanti a quella creatura nata a Betlemme, baciando il piedino del divino infante. 

 

È Maria che glielo porge, con quello sguardo che racchiude emozioni profonde e consapevole accettazione degli eventi straordinari a cui è stata chiamata. 

Ma anche Giuseppe osserva, con l’aria di chi si sta sforzando di capire cosa sta succedendo. 

Così come il magio in piedi strabuzza gli occhi, sorpreso, affascinato, mentre il suo moro collega,  lontano di qualche passo, già s’inchina al mistero…


Mistero che si svela come lo squarcio delle nubi in cielo, nella danza di angeli e cherubini, da dove filtra un potente fascio di luce che si concentra sul Verbo incarnato, in un teatrale espediente per cui la stella osservata e seguita, inaudito segnale celeste, si trasforma già nel sole di giustizia, nell’astro sorto a illuminare le genti che ancora camminano nelle tenebre. Quelle genti che pur hanno costruito edifici magnifici, colonne possenti, come quelle a cui è addossata l’umile capanna, che con quel loro svettare verso l’alto denunciano un desiderio di infinito, ma che soltanto ora, con la venuta del Messia, può dirsi esaudito.

L’azzurro del mantello della Vergine, come l’oro, il rosso, il blu delle vesti dei sovrani giunti da Oriente, il bianco del costume del paggio, sono come le tappe di un viaggio sentimentale, dei sensi, ma anche dell’anima. 

Tessuti preziosi, autentici saggi di bravura del talento del Caliari, ma anche testimonianza, a futura memoria, del commercio imbastito dal committente stesso dell’opera, quel Marcantonio Cogollo, vicentino, che discretamente si inserisce nella scena, sul bordo sinistro della tela, dietro il magio africano. E che in fondo ci rappresenta un po’ tutti, curiosi e desiderosi anche noi di affacciarci alla soglia di una storia che salva.


(commento artistico a cura del museo diocesano in S.Eustorgio (Milano), dove la tela è stata esposta nel 2019)

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                               ..altra opera artistica sull'Epifania 


Michelino da Besozzo, bottega di (documentato a Pavia, Milano e Venezia dal 1388 al 1450), Corteo dei Magi, Affresco strappato, cm 210 x 705, Inv. MD 2001.053.002)  

 

 

 L’affresco, che raffigura una parte del corteo dei Magi che si snoda fra speroni rocciosi, riflette i tratti sfarzosi ed eleganti della cultura artistica tardogotica lombarda, evidenti nella varietà delle pose, nella ricchezza dei costumi e dei copricapi, nelle preziose bardature dei cavalli. La lunetta è racchiusa da un motivo geometrico giocato sui colori bianco, rosso e verde, che presenta affinità con la produzione miniata dell’epoca. Caratteristiche della bottega di Michelino sono il sinuoso e fluire della linea e la puntuale attenzione al dato naturale. L’opera, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile, era in origine nella chiesa milanese di Santa Maria Podone.

( Milano- commento a cura del Museo diocesano)