lunedì 6 aprile 2020

7 aprile 2020



Prima Lettura Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra. (Secondo canto del Servo del Signore)
Dal libro del profeta IsaìaIs 49,1-6

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale- Dal Sal. 70 (71)

R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza. In te, Signore, mi sono rifugiato,mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi,tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.

Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,ogni giorno la tua salvezza,che io non so misurare.Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruitoe oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.

Vangelo Uno di voi mi tradirà... Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore

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Riflessione sul Vangelo

Mentre Gesù rivela, con i gesti e con le parole della cena, la pienezza del suo amore, l’evangelista Giovanni mette in luce, quasi per contrasto, la debolezza dell'uomo. 
Il tradimento di Giuda e il tradimento di Pietro sono ben diversi, sia nelle motivazioni morali che nella loro conclusione. Eppure sono ambedue segno della fragilità della
“carne” di fronte alla logica del regno di Dio. Carne è l’uomo considerato nel suo limite che può essere superato solo grazie alla potenza di Dio, con la forza del suo Spirito.
Giuda era dominato da bassi interessi come il denaro, o forse da altri, come il nazionalismo fanatico che proponeva la rivolta armata contro il potere di Roma.
Ma anche l’entusiasmo sincero per Gesù da parte di Pietro, non era sostenuto da una adesione forte al progetto del Maestro, che lo invitava a seguirlo sulla via della croce, senza averne risposta, anzi nel suo rifiuto ostinato. Pietro ne aveva di entusiasmo, ma anche per lui, quella fu una notte di tradimento. 
 “Darò la mia vita per te!”,protesta Pietro. E’ una promessa senza fondamento…sulle ali di un entusiasmo inconsapevole e fragile. Non ha capito il vero senso del cammino di Gesù, si fida solo dei suoi poveri sentimenti.
Certo, l’apostolo comprenderà poco alla volta la malizia del suo comportamento, quando incrocerà lo sguardo penetrante di Gesù nel cortile del tempio, dopo la cattura:
E uscito fuori, pianse amaramente...”.Da lì ha inizio un percorso di consapevolezza e di
profonda maturazione interiore. Pietro è tutti noi quando ci fidiamo troppo di noi stessi e non ci affidiamo alla forza dell’amore di Dio che sostiene la nostra debolezza. 
Lo capirà S. Paolo quando affermerà: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza!” (Fil. 4,13)
Tornando a Giuda, il testo dice: “Preso il boccone subito uscì: ed era notte.”.Non è la notte del tempo che segue il giorno, ma la notte delle tenebre, nelle quali entra Giuda. 
Tuttavia la sua fine tragica non ci consente di dare un giudizio definitivo su di lui che spetta solo a Dio.
E in questo contesto di tradimenti e di debolezze Gesù afferma: “Ora il Figlio dell’Uomo è stato glorificato”. Perché la gloria di Dio è la forza del suo amore fedele che supera e vince tutte le nostre umane debolezze.