sabato 30 maggio 2020

31 maggio 2020

PENTECOSTE

Prima lettura (At 2,1-11)
Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Salmo responsoriale (Sal 103)
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Seconda lettura (1Cor 12,3-7.12-13)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. 
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

Vangelo (Gv 20,19-23)
Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
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… gli effetti dello Spirito Santo - omelia

Lo Spirito Santo ridesta la nostra fede! Ci libera da una fede stanca, abitudinaria, senza slancio e poco convinta. Ci convince che credere nel Signore è la scelta giusta della vita, anche di fronte a chi non crede.  Ci dona la capacità di crescere in questa stessa fede, per avere la gioia di dare sempre il meglio di noi stessi. 
Ci libera dalla mediocrità. Così potremo seguire Gesù, il Signore crocifisso e risorto, e affrontare le prove quotidiane, confidando nella sua presenza, perché lo Spirito è il Consolatore e il nostro difensore, colui che resta accanto a noi nei momenti difficili per sostenerci.

Ci dona un coraggio nuovo per testimoniare, con rispetto la fede a chi non crede…. Egli rende possibile  l’amore vero che si realizza nella famiglia, nell’amore tra un uomo e una donna, santificato dallo Spirito e non in qualsiasi tipo di unione che abbia la pretesa di essere chiamata famiglia… Nel rispetto per chi la pensa diversamente, il cristiano, su questo aspetto e su tanti altri, non cede alle pressioni culturali e non svende la sua fede.

Lo Spirito Santo, illumina la nostra intelligenza e ci dona un cuore limpido perché possiamo aderire alla verità e cogliere la realtà profonda delle cose e degli avvenimenti. Ci fa ricordare la parola di Gesù perchè resti un punto fermo che ci orienta in mezzo a tanta confusione e a tanti smarrimenti. Ci rende capaci di  accogliere questa parola, anche quando ci sembra scomoda ed esigente.

Lo Spirito ci aiuta a riconoscere i segni della sua azione e i fermenti evangelici presenti dovunque nella nostra storia. Ci porta a valorizzare qualsiasi segnale di bene presente nel mondo, anche dove non ce lo aspettiamo…

Lo Spirito Santo, accende in noi il fuoco del desiderio perché non venga meno la nostra ricerca del Dio vivente. Poiché abbiamo bisogno del dono del consiglio, lo Spirito Santo ci  conduce a scegliere in modo giusto di fronte alle diverse possibilità che la vita ci propone. Ci rallegra con la varietà e la ricchezza di tanti testimoni. 
Fa’ di noi una comunità docile, il Corpo vivo di Cristo, che vive nella fraternità come ci insegna il Vangelo. Ci invita a cercare sempre quello che ci unisce e non quello che ci divide.

preghiera

Vieni, Spirito Santo, trasmettici la forza e la perseveranza perché possiamo 
percorrere fedelmente i sentieri tracciati da Gesù e resistere alle attrattive  di una vita comoda e senza ideali.  
Senza di te, Spirito Santo, la Chiesa si riduce solo ad un organizzazione e l’autorità ad un esercizio di potere, così come accade in ogni società. Ma con te, la comunità cristiana diventa esperienza di fraternità che aiuta a superare qualsiasi conflitto. 
La chiesa, con te, gode della ricchezza spirituale grazie alla diversità di doni che tu le comunichi. Senza di te, Spirito Santo, la missione potrebbe sembrare solo una propaganda. Invece, con te, la missione diventa l’offerta del dono del Vangelo che è bello e doveroso comunicare a tutti coloro che lo accolgono nella libertà 


sabato 23 maggio 2020

24 maggio 2020

24 maggio: SOLENNITA' DELL'ASCENSIONE DEL SIGNORE



Prima Lettura - Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli Atti degli Apostoli - At 1,1-11

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Sal 46 (47)
R. Ascende il Signore tra canti di gioia. 

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,

grande re su tutta la terra. R.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.

Seconda Lettura
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli.Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 1,17-23

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.
Parola di Dio

 Vangelo - A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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omelia

2a lettura…. il Signore illumini gli occhi della nostra mente….

Nel racconto dell’ascensione di Cristo l’evangelista Luca ha inserito un’osservazione che possiamo trovare sorprendente…. 
Nel suo vangelo dice che i discepoli erano pieni di grande gioia quando dal monte degli ulivi scesero verso Gerusalemme. Secondo la nostra normale psicologia qui c’è davvero qualcosa che non va
l’Ascensione del Signore al cielo era l’ultima apparizione del Risorto; i discepoli sapevano che non avrebbero più rivisto il Signore in questo mondo.

Certo, questo congedo da Gesù non è paragonabile a quello del venerdì santo. Allora, infatti, Gesù sembrava aver fallito e tutte le speranze fino ad allora riposte in lui dovevano apparire ora come una grande illusione. Al contrario, l’Ascensione al cielo porta in sé qualcosa di rassicurante: questa volta Gesù non è infatti consegnato alla morte, ma entra fino in fondo nella vita. Non è sconfitto, ma Dio lo proclama vincitore e Signore della storia…
Tuttavia non deve essere stato facile subito per i discepoli la perdita della vicinanza umana di Gesù. La paura di essere abbandonati potrebbe essere cresciuta… 

Ma proprio qui ci sono le parole della grande gioia di coloro che tornavano a casa, verso la città. Per capire queste parole, è utile rifarci alla testimonianza dei santi e dei martiri. Nel momento della prova estrema non li ha mai abbandonati la certezza che il Signore era con loro, raccoglieva il loro ultimo respiro come segno di una testimonianza incredibile. Nei santi dell’amore del prossimo troviamo la stessa grande serenità proprio nei momenti in cui essi rendono agli ammalati e ai sofferenti i servizi più difficili; e non si tratta solo di storie passate.
Anche oggi ci sono testimoni del Vangelo che dicono con la vita che il Signore rimane con loro,,
loro.
C’è un’altra annotazione dell’evangelista che mi pare importante. Egli afferma che Gesù aprì le braccia e li benedisse. Mentre li benediceva, scomparve dinanzi a loro. La sua ultima immagine sono le sue braccia aperte, i gesti della benedizione. 
L’Ascensione è segno della benedizione. Dice un commentatore: “Le mani di Cristo sono diventate il tetto che ci copre e, insieme, la forza che apre la porta del mondo verso l’alto. E’ benedicendoli che egli se ne va, ma vale anche il contrario: benedicendoli egli resta.
L’evento che i discepoli avevano sperimentato era stato benedizione che aveva superato un senso quasi di nostalgia e di rimpianto. Essi se ne andarono come persone che erano state benedette, non abbandonate.

Del resto Gesù aveva detto nel Cenacolo: “Non vi lascio orfani, io vengo da voi”, 
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Intercessore, perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16). (Ci stiamo preparando alla Pentecoste…)
Hanno avuto la certezza definitiva:“Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Hanno saputo che Cristo viene ora e per sempre come benedizione.
L’Ascensione di Cristo è un’evento in cui i discepoli sono inseriti e anche noi siamo inseriti e portati con loro. E’ un movimento verso l’alto, a cui tutti veniamo chiamati. Ci dice che l’uomo può vivere rivolto verso l’alto, che è capace dell’altezza stessa di Dio. 
E se ci portiamo all’altezza di Dio, se cioè entriamo nel suo mondo, nel modo di agire stesso di Dio, siamo in grado di condividere il suo stesso stile di vita.
Essere con Cristo innalzati in alto (che è anche la meta della nostra speranza…)
non è sfuggire dalla storia, entrare in un mondo che ci tiene lontano da quelli che ci sono vicini…dimenticare o sfuggire ai problemi e alle necessità.
Lo sguardo in alto (cioè avere la sensibilità stessa di Dio) ci permette di avere lo sguardo stesso di Gesù rivolto alla terra, capace di incontrare gli uomini nella loro vita concreta, di abbassarsi verso la vita di quelli che si aspettano un cenno di aiuto, una mano che risollevi, un gesto che dia speranza…Oggi se ne sente ancora di più 
il bisogno! 


sabato 16 maggio 2020

16-17 maggio 2020

16 maggio 2020
Carissimi,

                  finalmente possiamo riprendere con grande soddisfazione la nostra vita di credenti con la possibilità di partecipare all’Eucarestia. 
A partire da lunedì 18 maggio si potrà celebrare la Messa feriale (nella chiesa grande)e da domenica 24 maggio anche quella festiva. 
(Non celebrerò la Messa di sabato 23 delle ore 18.00).
Le Messe di domenica 24 (Solennità dell’Ascensione del Signore) e le altre che seguiranno, manterranno il solito orario festivo: 8.00 - 9.30 - 11.00. 
Sono in vigore norme molto precise che regolano l’ingresso in chiesa e la disposizione all’interno di essa, con le distanze prescritte e il posto che sarà indicato con un apposito segno. Sulla porta della chiesa è posto un manifesto (dalla diocesi)con le regole prescritte.
Osserviamo con disponibilità queste norme, anche se a qualcuno postranno sembrare un po’ eccessive! Qualche volontario vi aiuterà a metterle in atto con la massima attenzione!
Io credo che sia giusto essere precisi, perché in un periodo ancora incerto, anche da questo dipende la salute di tutti!
Ricordo la regola basilare: indossare guanti e mascherine e sanificare le mani prima di entrare, togliendosi i guanti. Troverete il materiale sanificante apposito: non occorre portarlo da casa.
La nostra chiesa è grande e quindi mi auguro che non ci siano problemi per invitare persone che superassero il numero previsto (in base alle distanze!)di tornarsene a casa! 
Io spero che il lungo e forzato digiuno eucaristico abbia fatto crescere in noi tutti la volontà e il desiderio di nutrirci del Pane della vita, dopo aver ascoltato e meditato sulla Parola del Signore! 

Allora: un sincero e sentito  “Benvenuti a tutti”!

don Attilio
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6a domenica di Pasqua

Prima Lettura- Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli - At 8,5-8.14-17

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale - Dal Sal 65 (66)

R. Acclamate Dio, voi tutti della terra. Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. Rit.

Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome». Rit.

Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume:

per questo in lui esultiamo di gioia. Con la sua forza domina in eterno. Rit.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. Rit.

Seconda Lettura - Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 3,15-18
Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Vangelo - Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Parola del Signore
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omelia 6a domenica di Pasqua (con qualche spunto di don B. Maggioni)  

La liturgia di questa domenica continua la lettura del capitolo 14 del vangelo di Giovanni, di cui si è già letto la prima parte domenica scorsa.
Il tema è l'amore, come appare dall'inizio («se mi amate...») e dalla conclusione («chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui»). 

Mi sembra che le idee dominanti siano due. La prima è che il criterio più adatto per verificare la realtà dell'amore a Cristo è l'obbedienza alla sua volontà, cioè l'osservanza concreta dei comandamenti, che in Giovanni si riducono al comandamento dell'amore fraterno. 

Gesù dice: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti…” Quindi l’osservanza dei comandamenti è il segno e il frutto dell’amore. Si osservano non in forza di un’obbedienza dovuta o di un impegno esteriore per metterci in regola o per fare in modo che Gesù sia a nostro favore, evitando guai ed eventuali ritorsioni o punizioni!
Nel nostro agire  e nelle nostre relazioni quotidiane, quando sono autentiche e frutto di amore, ci regaliamo dei doveri e degli impegni che sostengono questo stesso amore. Il quale non è l’anarchia e il capriccio dei sentimenti, per cui ciascuno fa quello che vuole! Amare significa legarsi volontariamente con l’obbedienza amorosa di chi vuole il bene della persona amata e si dà delle regole per sostenere questa stessa relazione! E’ giocare la nostra stessa libertà perchè sia vincolata alla legge di un amore esigente. 
Nell’esperienza cristiana il credente obbedisce perchè nelle norme scopre la bontà di Colui che ci educa per il nostro bene e la nostra felicità o realizzazione! 
Già il profeta Isaia affermava:“Dice il Signore tuo redentore,
il Santo di Israele: Io sono il Signore tuo Dioche ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare
”. (Is. 48)

Un secondo aspetto del Vangelo. Praticare dell'amore è manifestare Dio stesso, renderlo presente a noi stessi e agli altri. L'amore è l'epifania di Dio, il luogo del dono dello Spirito, dell'incontro con la Trinità, della manifestazione di Gesù. Salendo al cielo e sottraendo la sua presenza visibile, Gesù non lascia soli i suoi discepoli, semplicemente si rende presente in modo diverso da prima. Per quanto riguarda l'amore, se ne sottolinea la concretezza: non le parole, non le idee, ma i fatti. È nella concretezza della carità, del dono di sé, che si incontra la presenza del Signore.

E a proposito dello Spirito, si afferma una opposizione fra i discepoli e il mondo. Il mondo, nel linguaggio di Giovani, è  tutto ciò che coscientemente si oppone al progetto di Dio, in Gesù. Il mondo non è in grado di capire e di ricevere lo Spirito. 
Per essere illuminati dallo Spirito occorre uscire da se stessi. Ma se è vero che il mondo non riconosce lo Spirito, Gesù sottolinea che invece lo Spirito è compreso dai discepoli.

L'intima e spirituale presenza dello Spirito è la nuova presenza di Gesù, è l'«attualità» di Gesù: «Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi» (14,16). È grazie allo Spirito che i discepoli comprenderanno la realtà profonda di Dio, di Gesù e di loro stessi. Gesù avverte, più avanti, che i discepoli saranno odiati dal mondo e perseguitati. Ma insieme li assicura ad essi che l'odio del mondo e la persecuzione saranno l'ambiente in cui si manifesterà la testimonianza dello Spirito e la loro. Nel grande processo tra Cristo e il mondo, che si svolge entro la storia, lo Spirito depone in favore di Gesù. Davanti all'ostilità che incontreranno, i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo e allo scoraggiamento. Lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, li renderà sicuri nella loro disobbedienza al mondo. I discepoli avranno bisogno di certezza: lo Spirito gliela donerà.

Aggiungo un commento di S. Agostino su alcuni versetti di questo Vangelo:

Dicendo poi: Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Paraclito, il Signore ci fa capire che egli stesso è Paraclito. Paraclito corrisponde al latino avvocato; e Giovanni dice di Cristo: Abbiamo, come avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto(1 Gv 2,16). In questo senso dice che il mondo non può ricevere lo Spirito Santo, così come sta scritto: Il desiderio della carne è inimicizia contro di Dio: esso infatti non si assoggetta alla legge di Dio né lo potrebbe(Rm 8,7). Come a dire che l’ingiustizia non può essere giusta. Per mondo qui si intende coloro che amano il mondo di un amore che non proviene dal Padre. E perciò l’amore di Dio, riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato, è l’opposto dell’amore di questo mondo, che ci sforziamo di ridurre e di estinguere in noi. Il mondo quindinon lo può ricevere perché non lo vede né conosce. L’amore mondano, infatti, non possiede occhi spirituali, senza dei quali non è possibile vedere lo Spirito Santo, che è invisibile agli occhi della carne.
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In tema di "pandemia" un contributo da Avvenire 16 maggio

Non c’è solo il Covid-19, dice Francesco, ma anche guerra, fame e ignoranza
ECCO LE «PANDEMIE DEGLI ALTRI» IL PAPA LE VEDE E CE LE FA CAPIRE 

Parlando della pandemia, papa Francesco ha detto che ci sono anche altre pandemie in atto nel mondo, tre: guerre, fame, non–istruzione. È vero, e fanno danni, vittime e distruzioni. Ma allora perché noi intendiamo sempre e solo la pandemia da coronavirus? Perché è la nostra, è qui, ci riguarda, e stravolge la nostra vita. La nostra pandemia è “nostra”, guerre fame e ignoranza sono pandemie degli altri. La nostra la combattiamo a casa nostra con le leggi e la scienza, le altre le combatteranno gli altri a casa loro.

C’è una gerarchia fra quelle pandemie, c’è una pandemia–madre, che genera o favorisce le altre? Le guerre generano povertà e fame, che a loro volta generano nuove guerre, in un ciclo infinito che si autoriproduce, e la mancanza d’istruzione favorisce l’incomprensionee le ostilità, quindi le guerre. 
Se si cerca la madre di tutti i problemi sociali che bloccano i Paesi del Terzo Mondo, la madre è la non- istruzione, la non alfabetizzazione, l’incultura, l’ignoranza. 
È da lì che viene il sottosviluppo. Ai tempi del ‘68 dicevamo che non esistono Paesi sottosviluppati e paesi sviluppati, ma Paesi sottosviluppati e paesi sottosviluppatori. Il sottosviluppo è un nostro prodotto, un nostro interesse. Il non– sviluppo si accompagna sempre alla non-istruzione. 
Quindi il maggior aiuto che possiamo dare ai Paesi arretrati è l’istruzione. 
I missionari che fanno gl’insegnanti sono preziosi nei Paesi del Terzo Mondo, perché le famiglie sanno che vengono a portare quello che il loro Stato non riesce a fornire, la cultura. I terroristi si oppongono al lavoro di questi missionari, perché i giovani non alfabetizzati sono arruolabili, servono alla causa (papa Francesco dice «alla pandemia») della guerra. Combattendo la non–istruzione combatti anche la pandemia delle guerre e della fame. Questo vale nel Terzo Mondo, ma vale anche nel nostro: ho una grande stima per i maestri e i professori che vanno a insegnare nelle carceri, le carceri sono il campo di concentramento dove lo Stato detiene i nemici interni che ha catturato, ma se da nemicivuol trasformarli in amici, da combattenti in pacifici, non deve usare l’isolamento, il divieto d’incontrare i parenti o di vedere i figli, e tanto meno le armi proibite come qualche occulta bastonata, no, deve usare gli insegnanti, gli educatori. Se devono fare i rieducatori, vuol dire che la prima educazione non c’è stata o ha fallito. Proviamo con la seconda.

Gli insegnanti delle carceri sono un pilastro nella lotta contro il crimine. Ne conosco alcuni, anzi alcune, perché sono soprattutto donne, con i loro allievi riescono a fare perfino giornaletti interni, li stampano al computer, dentro ci mettono pensierini, ragionamenti, pentimenti, saluti, poesie. Andrebbero istituzionalizzati, questi insegnanti delle carceri, un carcere dovrebbe essere noto e valutato anche in base agli insegnanti che ha. Fare l’insegnante delle carceri dovrebbe essere (è) una vocazione. Come fare il medico o il missionario. Di fatto, sono medici o missionari al lavoro contro quella che papa Francesco chiama la pandemia della non–istruzione. Sono pochi, questo è il problema. Ma non è colpa loro, è colpa della società. Colpa nostra.

sabato 9 maggio 2020

10 maggio

OGGI... FESTA DELLA MAMMA!
UN RINGRAZIAMENTO SINCERO A TUTTE LE MAMME! 

E UNA PREGHIERA:

Preghiera della mamma

Signore, Ti affido i miei figli: 
te li affido assieme a mio marito, il compagno della mia vita
che partecipa, per primo a questa festa e ricorrenza.
Nella mia preghiera, anche lui è partecipe e presente!
Veglia su di loro.
Li ho cresciuti nella tua conoscenza, 
ho fatto loro conoscere ed amare il tuo amore.
Ora sono cresciuti, si sono a poco a poco staccati da me.
Sono persone. Ho cercato, con impegno attento, 
di abituarli a non dipendere in tutto da me e da mio marito.
Aiutali a cercarti sempre, perché non si spenga in loro la fede!
Tu me li avevi donati e affidati, 
io li ho cresciuti nel tuo nome.Ora sono io che li affido a te. 
A te che li puoi seguire dovunque, meglio di quanto 
non abbia mai potuto fare io.
Signore, io non ti prego di allontanare da loro le difficoltà;
ma fa' che essi trovino in te la forza per superarle: esse li matureranno.
Non ti  prego di allontanare da loro i pericoli, 
ma fa' che essi li sappiano affrontare con coraggio.
Non Ti prego di evitare loro le delusioni della vita, 
ma di conservare in loro la speranza e la fede: 
con esse potranno rendere il mondo migliore.
E se non mancherà lorola parte di dolore quotidiano,
dona loro, ti prego, la forza e il coraggio!
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Notizie…ultime
Carissimi, 

avete già conosciuto il contenuto del protocollo di intesa tra il governo italiano e la CEI sull’apertura delle celebrazioni liturgiche a partire da lunedì 18 maggio… Su wattsapp sono fioccati i messaggi e mi avete risparmiato il compito di dare l’avviso. Grazie!
Alcune considerazioni.
Contenti per questa possibilità, ora bisogna mettere in atto le previste misure, che non sono proprio così semplici e domandano collaborazione, soprattutto da parte del “Cenacolo” o “Consulta ministeriale. (ex Consiglio pastorale).
Ne dico alcune. Bisogna anzitutto darsi da fare per gestire la “sanificazione” della chiesa prima del prossimo 18 maggio.
Vedremo con quali strumenti di pulizia efficaci… per i quali mi informerò. Ringrazio fin d’ora le persone che si sono sempre prestate per la pulizia settimanale della chiesa e che la faranno (ne sono certo), anche in questa occasione! 
Nel frattempo mi sono consultato con alcuni parroci della nostra Unità pastorale.

Io credo che la Messa feriale dal 18 maggio(apertura ufficiale) è opportuno farla in chiesa “grande”, per gestire meglio le distanze previste. Credo anche che la domenica 24 maggio (Ascensione del Signore)è preferibile celebrare la S.Messa in chiesa, anche se è prevista la possibilità di farla all’aperto…
Mi auguro che questo nuovo inizio, con tutte le misure previste (ad es. guanti, mascherine distanza fisica e altro…), ci aiuti a vivere con serenità e impegno questo desiderato appuntamento dell’ Eucarestia. Il Signore ci dice nel discorso sul “pane di vita” (Giovanni cap. 6): “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per quello  che rimane per la vita etern e che  il Figlio dell’Uomo vi darà”.
Anche se non sarà possibile fare il gesto della pace e i nostri volti saranno in parte coperti, saremo lo stesso ben disposti interiormente a sentirci ancora comunità viva, riunita nella fede del Signore Risorto!

don Attilio
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Liturgia 5a domenica di Pasqua

Prima Lettura - Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli - At 6,1-7

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell'assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 
Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 
Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale- Dal Sal 32 (33)

R. Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.

Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate. Rit.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra. Rit.

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. Rit.

Seconda Lettura
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 2,4-9
Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d'angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d'angolo e sasso d'inciampo, pietra di scandalo. Essi v'inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Parola di Dio

Vangelo
Io sono la via, la verità e la vita.- Dal Vangelo secondo Giovanni- Gv 14,1-12


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Parola del Signore
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omelia 5a domenica di Pasqua

Il discorso di Gesù riportato dal vangelo di Giovanni (14,1-12) si apre con un invito a superare la paura: «Non sia turbato il vostro cuore». Si tratta di paure profonde: la paura della sofferenza, della morte, del futuro. 

Stiamo vivendo, ora, un tempo di paura e di incertezza in questo tempo di pandemia e sembra che le parole di Gesù siano dette proprio per questa occasione! 
Non eravamo preparati ad un fatto così sconvolgente. Siamo chiamati a vincere il disorientamento e anche il sospetto verso i vicini, possibili portatori di contagio!  Tuttavia abbiamo accolto anche meravigliosi esempi di vicinanza e di prossimità! Quante persone, soprattutto nell’ambito sanitario o in famiglia, si sono fatte prossimo, anche correndo rischi e pericoli per la loro salute! 
Il contesto in cui Gesù pronuncia queste parole é drammatico, perché sta andando incontro alla passione e alla morte e intravvede il turbamento dei suoi amici. 
Come è penetrante l’intuito di Gesù che legge nel profondo dell’animo e partecipa con intensità allo stato d’animo dei suoi!
Gesù suggerisce che c'è un solo modo per vincere queste molte e profonde paure: la fede in Dio e la fede in Lui.
E ha ragione: soltanto Dio è la roccia. Le altre sicurezze deludono. L'amore di Dio è fedele e non ci abbandona mai: questa è la grande certezza che rasserena il credente.
Dobbiamo far entrare in noi questa convinzione, anche se non abbiamo la conferma immediata dei risultati che ci attendiamo. Ci può essere un tempo faticoso di arido deserto, prima di gustare i frutti della “terra promessa”, cioè  della tranquillità e della pace!

Poi Gesù fa un’affermazione di grande rilievo: “Io sono la via, la verità e la vita”!
Quel “Io sono” dice la verità profonda di Gesù, la sua identità, cioè chi è veramente 
Lui nel rapporto con noi, i suoi discepoli.
La via. Non solo indica la strada, (il che sarebbe solo un’ indicazione esterna, solo morale, senza coinvolgimento),ma Lui stesso è la strada. Bisogna percorrere questa via, andare dietro a Lui e con Lui, non scegliere altre possibilità che portano altrove… come dice un canto di qualche anno fa: “Strade vuote, strade senza te...”.
Soprattutto Gesù è la via perché rivela al mondo il Padre: “Io e il Padre siamo una sola cosa”. Ed è la porta, perchè bisogna passare solo attraverso di Lui. 

La verità. Nella Bibbia verità non è soltanto un principio teorico che si oppone alla falsità. E’, piuttosto, il senso profondo del vivere, ciò che è sicuro, ciò di cui ci si può fidare, su cui costruire la propria vita. Il salmo 86,11 mette in parallelo “via” e “verità” con l’espressione: “Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini…”.

La vita.“Io sono venuto perchè (gli uomini) abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. La meta del cammino è la vita con il Padre. E’ l’esistenza in pienezza, cioè quella che non possiamo darci perché partecipa della vita definitiva, di cui possiamo sperimentare un anticipo o una caparra , se siamo partecipi, fon d’ora, della comunione d’amore con il Padre: “Chi crede in me, ha la vita eterna”.

C'è però anche un secondo punto sul quale intendo insistere. A Filippo che forse aspirava a una visione religiosa più alta e più dimostrativa («Mostraci il Padre»), Gesù risponde: «Chi ha visto me ha visto il Padre». 
Per il cristiano Gesù - la sua persona e la sua vita, la sua storia - è lo spazio in cui Dio si è reso visibile e conoscibile. Nell'incarnazione del Figlio di Dio l'invisibilità di Dio si è dissolta: il Dio invisibile ci è venuto vicino, raggiungibile e conoscibile. L'uomo è in cerca di Dio e Dio ci ha dato risposta.

Ma dove e come incontrare il Signore? 
Il Padre ha rivelato il suo volto nell'esistenza storica di Gesù, ma ora - nel tempo della Chiesa, in attesa del ritorno del Signore - dove e come fare ancora esperienza di Dio? Certo nell'ascolto della sua Parola, nella continua memoria della sua vita: in fondo è per questo che gli evangelisti hanno scritto i loro Vangeli. Ma la risposta resterebbe incompiuta se non aggiungessimo un'espressione che si trova nella prima lettera di Giovanni (4,12): «Nessuno ha mai visto Dio, ma se ci amiamo scambievolmente, Dio dimora in noi». Dunque Dio continua a farsi presente nell'amore vicendevole: Dio è amore ed è in un'esperienza di autentico amore, in un'esperienza di autentico amore, come quella di Cristo, che l'uomo può entrare in comunione con il mondo di Dio.

preghiera

Dio, nostro Padre, noi ti lodiamo:
tu ti sei fatto conoscere a noi in un uomo, Gesù, il Cristo, il tuo Figlio. Egli ha abitato in mezzo a noi e ha condiviso in tutto la nostra esistenza.
Egli non è lontano da noi, ma vivo e risorto accompagna il cammino della sua Chiesa. Signore, Gesù, tu hai scelto la solidità della pietra per farci scoprire il nostro posto 
nella costruzione della Chiesa e per mostrarci la solidarietà che esiste fra i tuoi discepoli. Spirito Santo, donaci la tua luce perché le nostre costruzioni siano solide ed efficaci. 


Colma il nostro cuore della tua saggezza e della tua pace. 

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Pensieri….

In questo periodo di Coronavirus abbiamo assistito ad una grande varietà e ricchezza di pensieri, riflessioni, domande problematiche di carattere religioso che toccano anche elementi vitali della fede… Molti spunti da wattsapp in sede locale e cioè della nostra parrocchia e poi, articoli di giornale, testimonianze ecc... Il fatto di stare a casa e vivere (o subire?)  la quarantena, ha amplificato, di fatto, queste occasioni in una misura molto più evidente che nei tempi, cosidetti normali. Quasi un approccio più incisivo al proprio mondo interiore, uno sguardo più immediato su se stessi e sulla propria coscienza.  
Abbiamo usufruito, inoltre, di molte proposte di celebrazioni liturgiche in streaming o in altre forme, come video o qualsiasi altro strumento che la tecnica ha messo a disposizione di chi vi era interessato. Molti mi hanno riferito che hanno trovato utili e incoraggianti questi messaggi, come preghiere o spunti di spirituali provenienti da ogni dove. Ho apprezzato anch’io tutto questo, anche se ho dovuto, ad un certo punto, rinunciare a parecchie risposte: mi ci sarebbe voluto molto più tempo, trascurando altri aspetti personali della mia vita interiore! 

Ma è emersa anche una domanda. La partecipazione on line alla Messa, comodamente seduti su un divano, non è forse sufficiente per esprimere la fede, se ci sono delle buone intenzioni? E’ proprio necessario andare in chiesa, celebrare i sacramenti in un luogo fisico? La Messa e altro, non rischiano diventare una stanca abitudine o una sorta di regola pesante, l’osservanza di norme esteriori che possono essere sostituite da una “chiesa” spirituale e più intima che custodisce questi valori senza dar loro una esteriore visibililtà?  Sono domande ricorrenti e datate, non solo in tempi di corona virus. 
interno del Duomo di Verona dal quale
sono state trasmesse le S.Messe
Ho trovato in sintonia con la mia risposta, l’intervento su “Avvenire” di giovedì  scorso 7 maggio della psicologa Ceriotti Migliarese che dice:

“In questo periodo così strano, l’impossibilità di frequentare i sacramenti e la Messa pongono il popolo cristiano davanti a una situazione inedita, che apre diversi interrogativi. Nella discussione che si è aperta su molti media, mi ha fatto riflettere in modo particolare un commento che ho intravisto su Facebook; una persona che conosco, lontana dalla fede ma non ostile in modo pregiudiziale, scrive: perché i cristiani non possono rinunciare per un po’ ai loro riti in vista della salute di tutti e del bene comune? Mi sembra che questa domanda esprima molto bene la generale sottovalutazione di ciò che i credenti pongono invece come una questione cruciale, e che sia la logica conseguenza proprio di questo pensiero: che l’Eucarestia cioè sia per noi 'un rito'. Un rito certamente importante, rispettabile, dotato di un forte valore simbolico e identitario, ma come tutti i riti certo non indispensabile in tempo di crisi, perché la vita concreta viene prima di ogni rito, sia pure importante. Ma davvero quello che ci manca è un rito?

E conclude:“La fede per noi è credere che nell’Eucaristia incontriamo una Persona viva, concreta e tangibile: la Persona del Risorto. La fede ci dice che non si tratta di un incontro simbolico, ma di un incontro che ha la stessa consistenza e realtà di un abbraccio, l’incontro con una Persona amata e che ci ama. Noi crediamo in una Presenza concreta, e andiamo con gioia a incontrare concretamente (non simbolicamente) Qualcuno che amiamo”

Sono pienamente d’accordo: è quello che volevo dire anch’io!
La nostra fede è l’adesione del cuore ad una Persona che si è fatta carne, che si è resa visibile, che da Risorto ha visitato i suoi amici, che ha dato inizio ad una sua nuova visibilità nella Chiesa, comunità dei credenti i quali accolgono Lui e i fratelli in un luogo fisico di incontro, nella fraternità e nell’osserevanza amorosa dei suoi comandamenti.
Il Vescovo di Milano, mons. Mario Delpini, valutando la differenza tra lo streaming e l’incontro fisico nella Messa, diceva con un esempio che può dare l’idea: “E’ la differenza che c’è tra il vedere in TV il fuoco di un caminetto, rispetto al calore reale di chi gode del caldo davanti al suo caminetto in casa!”  

I sacramenti sono i segni evidenti e più eccellenti, di questa “fisicità” della fede che non è relegata solo al luogo interiore della propria coscienza individuale. Ciò non significa che la Messa e gli altri sacramenti siano l’unica modalità nella quale si realizza l’incontro con il Signore e che la fede cristiana passi esclusivamente attraverso questi “canali di trasmissione”!
La fede si esprime in modi diversi e solo il Signore conosce i cuori e sa valutare la vicinanza e la fedeltà a Lui, anche di chi afferma di non conoscerlo o si rifiuta di conoscerlo! 
Si tratta, comunque e sempre, di vivere la vita come una ricerca mai conclusa sulle tracce della fede, anche con le proprie pigrizie o ripensamenti! 
Mi colpisce un’ invocazione di un vespero settimanale: 
“Signore, fa’ che abbiamo sempre la volontà di trovarti e il desiderio  di cercanti ancora, dopo averti trovato!”
Buona “ricerca” per me e per tutti!

don Attilio