Via Mantova, 44- 37019 Peschiera (d.G.). Tel. 045.75. 51.400 parroco: don Attilio Bonato (ottobre 2009).
sabato 16 aprile 2016
17 aprile 2016
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At
13, 14. 43-52
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da
Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno
di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e
Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a
perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare
la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono
ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di
Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che
fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete
e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani.
Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle
genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si
rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano
destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per
tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i
notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li
cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere
dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito
Santo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella
gioia,
presentatevi
a lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo
suoi,
suo popolo e
gregge del suo pascolo.
Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Seconda Lettura
Ap 7, 9. 14-17
Dal libro dell'Apocalisse di
san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi: ecco,
una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù,
popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello,
avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse:
«Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro
vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al
trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che
siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né
avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in
mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi».
Vangelo
Gv 10, 27-30
- Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le
conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le
strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può
strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
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AVVISI
In questa 4a domenica di
Pasqua celebriamo la “GIORNATA
MONDIALE PER LE VOCAZIONI” sul tema: “Ricco di
misericordia, ricchi di grazie!”. Sul tavolo il
messaggio del Papa..
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Catechismo: giovedì 2a media - venerdì 1a media
sabato 23: 2a
e 4a elementare
Lunedì 18
-ore 20.30- Consiglio pastorale parrocchiale
Martedì 19 -ore 20.30- incontro di “Spazio aperto”
Mercoledì 20 - ore 15.00:
“gruppo carità”
Giovedì 21-ore 20.30-:
incontro C.P.A.E.
(Consiglio parrocchiale attività economiche)
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Calendario
liturgico
18 - Lunedì - 4.a di Pasqua - L’anima
mia ha sete di Dio, del Dio vivente Liturgia: At 11,1-18; Sal 41 e 42; Gv
10,1-10
19 - Martedì - 4.a di Pasqua - Genti
tutte, lodate il Signore
Liturgia:
At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30
20 - Mercoledì - 4.a di Pasqua -Ti
lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Liturgia: At 12,24 -
13,5; Sal 66; Gv 12,44-50
21 - Giovedì - 4.a di Pasqua - S.
Anselmo (mf) - Canterò in eterno l'amore del Signore. Liturgia: At
13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20
22 - Venerdì - 4.a di Pasqua. Tu
sei mio figlio, oggi ti ho generato
Liturgia:
At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6
Sabato - 4.a di Pasqua - Tutti
i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Liturgia: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14
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Preghiere sul Vangelo della 4a domenica di Pasqua
Signore Gesù, ci
conosci, ci chiami per nome, ci offri in dono l’eternità. Sei tra noi come
custode attento e premuroso, che non dorme, non si distrae,
non ci lascia soli nel cammino della vita. La tua voce è voce amica, la tua
mano guida attenta,
la tua casa dimora
sicura in cui trovare vita. Ti lodiamo Signore risorto! Ti benediciamo custode
premuroso. Ti ringraziamo pastore attento. Nulla, neppure noi stessi, potrà
separarci dal tuo amore. Amen.
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Ciò che conta veramente,
Gesù, è il rapporto personale che tu offri ad ognuno di noi. Tutto parte
dall'ascolto perché il primo rischio da evitare è quello di costruirci immagini
di te che non corrispondono al vero. E allora tu ci chiedi di aprire le orecchie
ed il cuore per poter intendere non solo parole, ma la tua stessa voce.
Sì, è questa voce
all’origine della mia avventura cristiana: riconoscerla, mi permette di
abbandonare timori e paure e di affrontare ogni incognita con animo sicuro e
pacificato.
La tua voce mi dà la
certezza di essere conosciuto e amato fin nel profondo. Così posso stare
davanti a te, Gesù, con la mia fragilità e i miei peccati perché tu, qualsiasi
cosa accada non ritiri mai il tuo amore.
Solo tu mi assicuri un
sostegno e un approdo insperato di pienezza e di gioia.
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MESSAGGIO DEL PAPA NELLA 53a GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI
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MESSAGGIO DEL PAPA NELLA 53a GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI
La Chiesa, madre di vocazioni
Cari fratelli e sorelle,
come vorrei che, nel corso del Giubileo
Straordinario della Misericordia, tutti i battezzati
potessero sperimentare la gioia di appartenere alla Chiesa! E potessero
riscoprire che la vocazione cristiana, così come le vocazioni particolari,
nascono in seno al popolo di Dio e sono doni della divina misericordia. La
Chiesa è la casa della misericordia, ed è la “terra” dove la vocazione
germoglia, cresce e porta frutto.
Per questo motivo invito tutti voi, in occasione di questa 53ª Giornata
Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, a contemplare la comunità apostolica, e
a ringraziare per il ruolo della comunità nel cammino vocazionale di ciascuno.
Nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia ho
ricordato le parole di san Beda il Venerabile, riferite alla vocazione di san
Matteo: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae
Vultus, 8). L’azione misericordiosa del Signore perdona i
nostri peccati e ci apre alla vita nuova che si concretizza nella chiamata alla
sequela e alla missione. Ogni vocazione nella Chiesa ha la sua origine nello
sguardo compassionevole di Gesù. La conversione e la vocazione sono come due
facce della stessa medaglia e si richiamano continuamente in tutta la vita del
discepolo missionario. Il beato Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii
nuntiandi, ha descritto i passi del processo
dell’evangelizzazione. Uno di essi è l’adesione alla comunità cristiana (cfr n.
23), quella comunità da cui ha ricevuto la testimonianza della fede e la
proclamazione esplicita della misericordia del Signore. Questa incorporazione
comunitaria comprende tutta la ricchezza della vita ecclesiale, particolarmente
i Sacramenti. E la Chiesa non è solo un luogo in cui si crede, ma è anche
oggetto della nostra fede; per questo nel Credo diciamo: «Credo la Chiesa».
La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Dio ci
chiama a far parte della Chiesa e, dopo una certa maturazione in essa, ci dona
una vocazione specifica. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e
alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. Il dinamismo
ecclesiale della chiamata è un antidoto all’indifferenza e all’individualismo.
Stabilisce quella comunione nella quale l’indifferenza è stata vinta
dall’amore, perché esige che noi usciamo da noi stessi ponendo la nostra
esistenza al servizio del disegno di Dio e facendo nostra la situazione storica
del suo popolo santo.
In questa Giornata, dedicata alla preghiera per le vocazioni, desidero
esortare tutti i fedeli ad assumersi le loro responsabilità nella cura e nel
discernimento vocazionale. Quando gli apostoli cercavano uno che prendesse il
posto di Giuda Iscariota, san Pietro radunò centoventi fratelli (cfr At 1,15);
e per la scelta dei sette diaconi, fu convocato il gruppo dei discepoli (cfr At
6,2). San Paolo dà a Tito criteri specifici per la scelta dei presbiteri (Tt
1,5-9). Anche oggi, la comunità cristiana è sempre presente nel germogliare
delle vocazioni, nella loro formazione e nella loro perseveranza (cfr Esort.
ap. Evangelii
gaudium, 107).
La vocazione nasce nella Chiesa.
Fin dal sorgere di una vocazione è necessario un adeguato “senso” della Chiesa.
Nessuno è chiamato esclusivamente per una determinata regione, né per un gruppo
o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per il mondo. «Un chiaro segno
dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di
integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di
tutti» (ibid.,130).
Rispondendo alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio
orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e compiere così un
discernimento più obiettivo. La comunità diventa, in questo modo, la casa e la
famiglia dove nasce la vocazione. Il candidato contempla grato questa
mediazione comunitaria come elemento irrinunciabile per il suo futuro. Impara a
conoscere e amare fratelli e sorelle che percorrono cammini diversi dal suo; e
questi vincoli rafforzano in tutti la comunione.
La vocazione cresce nella Chiesa.
Durante il processo di formazione, i candidati alle diverse vocazioni hanno
bisogno di conoscere sempre meglio la comunità ecclesiale, superando la visione
limitata che tutti abbiamo all’inizio. A tale scopo è opportuno fare qualche
esperienza apostolica insieme ad altri membri della comunità, per esempio:
accanto ad un buon catechista comunicare il messaggio cristiano; sperimentare
l’evangelizzazione delle periferie insieme ad una comunità religiosa; scoprire
il tesoro della contemplazione condividendo la vita di clausura; conoscere
meglio la missione ad gentes a contatto con i missionari; e con i preti
diocesani approfondire l’esperienza della pastorale nella parrocchia e nella
diocesi. Per quelli che sono già in formazione, la comunità ecclesiale rimane
sempre l’ambito educativo fondamentale, verso cui si sente gratitudine.
La vocazione è sostenuta dalla Chiesa.
Dopo l’impegno definitivo, il cammino vocazionale nella Chiesa non finisce, ma
continua nella disponibilità al servizio, nella perseveranza, nella formazione
permanente. Chi ha consacrato la propria vita al Signore è disposto a servire
la Chiesa dove essa ne abbia bisogno. La missione di Paolo e Barnaba è un
esempio di questa disponibilità ecclesiale. Inviati in missione dallo Spirito
Santo e dalla comunità di Antiochia (cfr At 13,1-4), ritornarono alla stessa
comunità e raccontarono quello che il Signore aveva fatto per mezzo loro (cfr
At 14,27). I missionari sono accompagnati e sostenuti dalla comunità cristiana,
che rimane un riferimento vitale, come la patria visibile che offre sicurezza a
quelli che compiono il pellegrinaggio verso la vita eterna.
Tra gli operatori pastorali rivestono una particolare importanza i
sacerdoti. Mediante il loro ministero si fa presente la parola di Gesù, che ha
detto: «Io sono la porta delle pecore […] Io sono il buon pastore» (Gv
10,7.11). La cura pastorale delle vocazioni è una parte fondamentale del loro
ministero pastorale. I sacerdoti accompagnano coloro che sono alla ricerca
della propria vocazione, come pure quanti già hanno offerto la vita al servizio
di Dio e della comunità.
Tutti i fedeli sono chiamati a rendersi consapevoli del dinamismo
ecclesiale della vocazione, perché le comunità di fede possano diventare,
sull’esempio della Vergine Maria, seno materno che accoglie il dono dello
Spirito Santo (cfr Lc 1,35-38). La maternità della Chiesa si esprime mediante
la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di
accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio. Lo fa anche
mediante un’accurata selezione dei candidati al ministero ordinato e alla vita
consacrata. Infine, è madre delle vocazioni nel continuo sostegno di coloro che
hanno consacrato la vita al servizio degli altri.
Chiediamo al Signore di concedere a tutte le persone che stanno
compiendo un cammino vocazionale una profonda adesione alla Chiesa; e che lo
Spirito Santo rafforzi nei Pastori e in tutti i fedeli la comunione, il
discernimento e la paternità e maternità spirituale.
Padre di misericordia, che hai donato il tuo Figlio per la nostra
salvezza e sempre ci sostieni con i doni del tuo Spirito, concedici comunità
cristiane vive, ferventi e gioiose, che siano fonti di vita fraterna e
suscitino fra i giovani il desiderio di consacrarsi a Te e
all’evangelizzazione. Sostienile nel loro impegno di proporre una adeguata
catechesi vocazionale e cammini di speciale consacrazione. Dona sapienza per il
necessario discernimento vocazionale, così che in tutto risplenda la grandezza
del tuo amore misericordioso. Maria, Madre ed educatrice di Gesù, interceda per
ogni comunità cristiana, affinché, resa feconda dallo Spirito Santo, sia fonte
di genuine vocazioni al servizio del popolo santo di Dio.
Papa Francesco
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