sabato 22 gennaio 2022

 23 gennaio 2022

....... altro commento al Vangelo di Vincenzo Bonato

DOMENICA III anno C 

Al centro della spiritualità d'Israele troviamo l'annuncio della Parola di Dio. Le ispirazioni, le locuzioni, le visioni con le quali Dio aveva annunciato il suo volere ai profeti sono state trascritte in un libro perché la storia di salvezza possa continuare. Il libro delle Legge non contiene perciò, prima di tutto, norme ed ingiunzioni, ma ricorda la storia del Signore con il suo popolo. Dio non ha cominciato inviando lettere, decreti ma dialogando con gli uomini. La Bibbia è nato come dialogo, accompagnamento, amicizia. Il Libro condensava dei fatti, avvenuti prima della scrittura. Risultato: leggendo il libro, prima ancora di venire a sapere che cosa bisogna fare, veniamo a scoprire il volto del Signore, che cosa vuol fare per noi. Tutto quello che è avvenuto nel passato, deve realizzarsi di nuovo nel tempo presente. Quindi il popolo non venera un libro ma il Signore che ha parlato, ha agito, ha accompagnato il suo popolo lungo le traversie della storia. Il libro è il segno della presenza del Signore: ciò che ha detto un tempo, vale sempre anche per l'oggi. 

Il popolo piangeva nell'ascoltare. Piange di commozione? Piange per il rimorso? È certo che Dio non vuole abbattere, appesantire, costringere. La compunzione (il pianto interiore profondo) è un sentimento misto che condensa in sé molti stati d'animo. Piango perché mi sento amato. Piango perché ho tradito l'Amore. Piangendo recupero l'amicizia che ho calpestato, recupero me stesso. Così nel fondo del dolore c'è la gioia ma la gioia nasce quando ho attraversato il dolore. 

A Nazaret, non c'è più un libro ma una persona, il Signore Gesù. Nel primo Testamento, il Signore dialogava con gli uomini ma l'interlocutore rimaneva invisibile. Il profeta entrava in una nube luminosa. Ora, invece, l'Amico si può vedere, ascoltare. Vengo trafitto dal suo sguardo, bruciato dai suoi rimproveri. 

Nel primo e nel secondo Testamento, il popolo si nutre con il racconto trascritto e annunciato nel libro. Ascoltando, provo stupore e pianto. La Parola rimane sempre il nutrimento sostanzioso del popolo di Dio. Altri cibi con cui sempre i fedeli hanno cercato di alimentarsi, confrontati con la Sacra Scrittura, sono stati dei surrogati. Molti preferiscono ancora le merendine ricche di zuccheri e di grassi. Le devozioni piacciono ed anche nutrono ma a volte rischiano di diventare un cibo spazzatura. Nutrono ma anche ammalano. La manna non era un cibo affascinante (anzi qualcuno la trovava poco appetitosa) ma aveva la capacità di contenere ogni alimento adatto e si trasformava in ciò di cui ognuno aveva bisogno.

E' LA DOMENICA DELL PAROLA DI DIO E LA FESTA DEL NOSTRO PATRONO IL BEATO ANDREA DA PESCHIERA

RELIQUIA BEATO ANDREA
nella nostra chiesa



















3a domenica del tempo ordinario

 

Prima Lettura - Dal libro di Neemìa  - Nee 8,2-4a.5-6.8-10


In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i levìti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». - Parola di Dio.

Salmo Responsoriale


Dal Sal 18 (19) -R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

 

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore. R.
 

Seconda Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 12,12-30
 
Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Parola di Dio.

Forma breve:
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi -1Cor 12,12-14.27 

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo.
Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.
Parola di Dio.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 1,1-4; 4,14-21
 

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 
Parola del Signore

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Nel Vangelo di oggi Luca colloca un episodio molto importante che avviene a Nazareth, il piccolo paese dove Gesù aveva vissuto fino a circa 30 anni. Ora vi ritorna, non come semplice compaesano…perchè Gesù ha iniziato la sua vita pubblica a partire dal Battesimo al Giordano e adesso bisogna guardarlo con occhi nuovi! 

Ma questo sguardo speciale non è di tutti e non è per niente scontato! 

 

Un sabato qualsiasi a Nazareth nella sinagoga. Lì Gesù partecipa alla preghiera del suo popolo, come era avvenuto tutti i sabati negli anni precedenti! 

E’ l'inizio dell'attività di Gesù, é il suo discorso inaugurale, il suo programma di vita come l’inviato definitivo di Dio, il suo Messia. 

Gesù legge un passo di Isaia (61,1-2), (come era previsto nella liturgia della sinagoga), ma lo modifica in parte. Lo fa perché sa che Lui è la Parola ultima di Dio e quindi  può permettersi, evidentemente, di spiegarla nel suo significato profondo. Gesù introduce la frase «dare la libertà agli oppressi» e tralascia l'espressione «un giorno di vendetta per il nostro Dio», visto che, con Lui, è arrivato il tempo della misericordia e del perdono!

La chiave del brano e la grande sorpresa e novità sta nel commento che Gesù fa al testo di Isaia: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi». Cioè: “Queste parole si riferiscono a me, sono io la persona di cui aveva parlato Isaia e realizzo le sue promesse”.

L'attenzione passa, così, dalla Scrittura al predicatore. È questo il punto centrale: la venuta di Gesù. In tal modo Gesù si proclama Messia ed esprime la propria missione ricorrendo alle parole del profeta. La parola “oggi” ha un significato particolare.  

Non indica le 24 ore del giorno, ma dice che gli ultimi tempi sono iniziati, che il tempo previsto da Dio è in svolgimento, che la storia degli uomini sta attraversando un momento eccezionale di grazia.

«[Mi ha inviato] a proclamare ai prigionieri la liberazione». E’ una liberazione che ha due significati inseparabili: la  liberazione da qualsiasi genere di oppressione fisica che umilia gli uomini, e anche la liberazione e il perdono dei peccati.

Nel seguito del Vangelo, (soprattutto di Luca), più volte Gesù verrà descritto come colui che perdona i peccatori, liberando gli uomini dalla schiavitù del peccato che li opprime e che impedisce loro di vivere una piena comunione con Dio e con i fratelli.

Nello stesso tempo la missione di Gesù è particolarmente in direzione dei poveri e degli oppressi. La citazione di Isaia è in proposito chiarissima. Gesù rivolge la «lieta notizia» agli oppressi, agli sfortunati, a tutti quegli uomini che, in altre parole, ne hanno bisogno, più sfortunati degli altri, emarginati. Potremmo riformulare la lieta notizia di Gesù in questi termini: Dio ama ogni uomo, senza differenze, dunque ogni uomo conta, ogni uomo è prezioso. Non ci sono di fronte a Dio emarginati, anzi gli ultimi sono per lui i primi. Una notizia, questa, che rende di colpo ingiustificate tutte le emarginazioni che noi costruiamo di continuo, e che dà ai poveri e agli esclusi una dignità capace di scuoterli, capace di infondere dignità e speranza.

L'oggi non riguarda solo Gesù: si prolunga nel tempo della Chiesa. Il tempo messianico è in svolgimento, e il nostro tempo è l'oggi di Dio. Quindi noi cristiani siamo la continuazione delle opere compiute da Gesù. C’è un vasto campo nel quale mostrare le opere della misericordia di Dio che passa attraverso di noi!

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preghiera nella 3a domenica del tempo ordinario

 

Torni al tuo villaggio, Gesù, là dove hai passato la tua vita. Torni tra la tua gente, tra quelli che ti hanno visto crescere e diventare un uomo.

Ma ora vieni con la potenza dello spirito Santo, perché è giunto il momento di gridare a tutti la buona notizia. 

Quel giorno, nella sinagoga, sei tu a prendere l’iniziativa, ad alzarti per proclamare il messaggio antico del profeta. Quanto prendi la parola, 

 il tuo non è un commento dotto, una serie di sentenze fornite da maestri saggi. Tu intendi aprire gli occhi dei tuoi compaesani su quanto stava accadendo davanti al loro, nella vita di ogni giorno.

Il tempo dell’attesa e finito: il Messia è in mezzo a loro. La sua parola è un vangelo, una buona notizia. I suoi miracoli, un segno della bontà di Dio, una speranza per tutti i poveri, per i prigionieri e gli oppressi.

Signore Gesù, rendici  capaci di guardare la nostra storia con il tuo sguardo profondo. Aiutaci a  trasmettere  la speranza che nasce da segni e parole, presenti nella storia degli uomini di oggi.

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                                                    pulpito-ambone del DUOMO di Siena

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foto-notizia!
    un "mare" di nebbia dall'Eremo camaldolese di Bardolino.... ma il sole      verrà!