La
tradizione cristiana può contrastare la festa pagana.
Luce
e racconti di santità, l'alternativa ad Halloween.
di Daniele
Piccini da “Avvenire di venerdì 31 ottobre 2014
L’onda d’urto della moda di Halloween sembra
inarrestabile. Non c’è solo l’attrazione del buio, delle tenebre: c’è
l’effetto moltiplicatore di infinite serie televisive provenienti
dall’industria audiovisiva americana, in cui l’episodio di Halloween non manca
mai. Ciò ha reso apparentemente innocua – un rito normale insomma – la festa
pagana del 31 ottobre importata da oltreoceano. Che male può celarsi dietro il
ritornello 'Dolcetto o scherzetto?', dietro i travestimenti da fantasma o da
scheletro, dietro le zucche incavate? Molti educatori e sacerdoti hanno cercato
di argomentare che l’apparenza più o meno innocente di festa carnevalesca
favorisce l’affermarsi di valori e simboli fortemente anticristiani.
Il fatto non è solo di natura spirituale, non riguarda solo la
coscienza religiosa delle persone. Infatti, la festa delle zucche, con tutti i
suoi elementi folcloristici, è diventata fatto di costume, ricorrenza
obbligata, data immancabile nel calendario 'laico'. Dunque, il tema è prima di tutto culturale. Non c’è dubbio che per
la diffusione che è arrivata ad avere, la festa del 31 ottobre continuerà a
riscuotere molto successo. Il punto è se, sul terreno del costume e della
percezione di massa, si possa fronteggiare con un’alternativa, che non sia
soltanto una contrapposizione di valori, ma un felice ritorno a una tradizione
culturale, prima ancora che religiosa. Da
alcuni anni gruppi cattolici, diocesi, parrocchie propongono eventi che
vogliono riscoprire il significato di una festa, quella di «tutti i santi», che
dal IX secolo è fissata come solennità nel calendario liturgico alla data del
primo novembre. Nella notte della vigilia, perché non riscoprire il fascino
della santità come fonte di gioco, di festa, di stupore? Molte feste della Luce
si terranno quest’anno, indirizzate prima di tutto ai bambini. Sono loro,
infatti, i più indifesi consumatori di Halloween. Non c’è da illudersi
sull’esito statistico di questa proposta, eppure far presente che anche la
luce, la santità possono diventare narrazione, gioco, evento, celebrazione
popolare sembra una via necessaria da percorrere. Solo se l’alternativa
diventerà culturale o, come si dice nel gergo di Internet, virale, il
seme gettato potrà domani dare in una qualche percentuale il suo frutto. Già
dal 2007, le Sentinelle del mattino propongono di esporre alle finestre, la
notte del 31 ottobre, immagini di santi. Per secoli la santità è stata narrata
(è il grande campo dell’agiografia)…. E così, oggi più che mai, il 31 di
ottobre la luce e il racconto della santità possono farsi strada, anche nel
nome di Francesco.
ancora su Hallowen - da “Avvenire del
28 ottobre 2016
28 ottobre 2016
“Riteniamo che sia compito primario della
famiglia vigilare su quanto viene propinato all’ infanzia, creando condizionamenti in aperto conflitto
con la proposta della fede cristiana”.
Così afferma Roberto Montero, presidente Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche). Spieghiamo ai bambini la
differenza tra i due modi di ricordare i defunti. I santi non sono solo quelli canonizzati dalla
Chiesa, ma tutti coloro che hanno lasciato l’esistenza terrena e godono della
visione di Dio. La festa di Halloween,
con il suo immaginario stregonesco e luciferino, non ci appartiene come cristiani. Halloween
vuole placare anime in pena, tornati sulla terra sotto forma di fantasmi,
streghe e demoni con dolcetti, per far fuggire queste creature dell’occulto.
Ecco, allora, travestimenti spaventosi e zucche accese… Ma per noi cristiani i
morti non tornano in terra a spaventare
i vivi. Le commemorazioni dell’uno e 2 novembre dovrebbero ricordarci, piuttosto, la comunione nella
fede tra i vivi, i santi e i morti.