giovedì 19 novembre 2020

 sulla lettera di mons. Derio, vescovo di Pinerolo

Sulla lettera di mons. Derio

 

Alcune semplici riflessioni…

 

Il vescovo con una lettera alla sua diocesi, ha preso la decisione di sospendere la celebrazione eucaristica per due domeniche e ha motivato questa scelta “per contribuire al bene comune, cioè il contenimento del disagio..”. Si può capire questa scelta anche sulla base della sua esperienza personale che ha segnato la sua vita (come quella di tanti altri..): il drammatico ricovero in ospedale, con il pericolo di morte e la felice conclusione con la  guarigione!

Il vescovo è preoccupato per la diffusione del contagio e la decisione presa è comprensibile, anche con una valenza ecumenica, in accordo con la Comunità Valdese.

Tuttavia, il contenimento del contagio si può e si deve realizzare soprattutto facendo attenzione scrupolosa a tutte quelle regole che continuamente vengono ricordate e che nell’ambiente chiesa devono essere mantenute, per salvaguardare la propria salute e quella degli altri!

Mons. Derio ha lanciato un messaggio di estrema prudenza e un avvertimento.

Ma questa “prudenza” aveva bisogno necessariamente della chiusura della chiesa? Non poteva arrivare soprattutto con l’osservanza delle regole già ricordate?

 

E’ evidente che la sospensione della Messa per un breve periodo non è un attentato all’integrità della fede! Che può essere mantenuta e fatta crescere anche attraverso le altre forme e possibilità che il vescovo stesso ha ricordato…

MI auguro che le persone più “deboli” nella fede non concludano che la Messa non è così necessaria e che sia un opzional, a discrezione della singola persona! 

 

Il tempo del corona virus ha visto una evidente diminuzione della partecipazione all’Eucarestia… Si può capire: la paura del contagio, una sorta di prudenza estrema che mette le persone in ansia e le condiziona fortemente. 

Ci auguriamo che, nonostante questo condizionamento, si riscoprano  la preghiera personale e familiare, si maturi una relazione in famiglia più matura e responsabile, si facciano emergere occasioni di vicinanza nel quartiere e anche di sostegno economico, se fosse necessario! 

E venga presto il momento nel quale partecipare all’Eucarestia ersprime un’esigenza matura, vissuta con serenità e senza i limiti attuali…

 

don Attilio

 

PS: Una domanda. Mons. Derio ha condiviso la sua scelta con i vescovi del Piemonte, le cui diocesi si trovano, come la sua, in “zona rossa”?