venerdì 14 maggio 2010

BEATO ANDREA

Andrea nacque sulle rive del lago di Garda, in Peschiera, da poveri contadini, ai primi del secolo XV. Presto gli morì il padre e i due fratelli maggiori non lo vedevano di buon occhio, perché, spesso, lasciato ogni lavoro, si ritirava a pregare nella solitudine.

Nella preghiera si matura in lui la risoluzione di consacrarsi a Dio completamente nella vita ritirata del chiostro. Non gli fu difficile di ottenere il consenso della madre, che, datagli la sua benedizione, gli permise di recarsi a Brescia a chiedere l'abito religioso nel convento che là avevano i Domenicani. Sotto la candida divisa dei Frati Predicatori, Andrea rivestì subito l'abito della penitenza più austera, della perfetta povertà, del rinnegamento di se stesso e si diede a correre con fervore le vie della sapienza e della santità.
Inviato nel celebre convento di S. Marco in Firenze per compire i suoi studi, ebbe la sorte di trovarvi il B. Antonio della Chiesa, uno dei primi padri della riforma domenicana, educato alla scuola di S. Caterina da Siena.
Sotto la guida di tanto maestro, il giovane religioso fece rapidi progressi nella virtù, ai quali si accoppiarono ben presto quelli mirabili nella dottrina.
Assetato di anime, appena elevato alla sublime dignità di Sacerdote, tutto acceso d'amore di Dio, egli iniziò il ministero della predicazione con grande successo, riportando strepitose vittorie sul demone del vizio e dell'errore. Ben presto, però, l'ubbidienza gli fece conoscere il campo dov'egli doveva spiegare tutte le risorse del suo zelo apostolico. Insieme al B. Domenico da Pisa, dietro insistenti inviti del santo Abate Benigno de' Medici, fu inviato come missionario ad evangelizzare la Valtellina e le regioni vicine. Non vi fu luogo, non tugurio, per quanto paresse inaccesibile dove egli non volgesse i suoi passi pur di guadagnare anime a Gesù Cristo. Impensierito dell' avvenire di quelle popolazioni, per meglio consolidare la loro fede e conservarle in una vita sempre più onesta e santa, eresse nuove chiese, accrebbe il numero delle parrocchie, aprì case religiose nelle diverse parti della valle, fondò il celebre Convento di S. Antonio in Morbegno pei Padri Predicatori.
In mezzo a tanto lavoro Andrea fu sempre umile, sempre modesto, sempre amante della vita nascosta.
Esausto di fisico ma non di spirito, il B. Andrea da vero soldato di Gesù Cristo, cadde con le armi in pugno sul campo di battaglia. Per divina rivelazione seppe l'epoca della sua morte, e vi si preparò coll’ardore dell'animo che anela al possesso di Dio. Quasi ottuagenario, rese la sua bell’anima al Signore, circondato da uno stuolo di confratelli, il 18 gennaio 1485, nel convento da lui fondato, in Morbegno, ove tutt' ora riposa venerato il suo corpo.
Molti miracoli si operarono sul suo sepolcro, sicché la Chiesa gli confermò il titolo di Beato nel 1820 e il suo nome venne ad aggiungersi a tanti eroi di virtù di cui l'Ordine di S. Domenico altamente si onora.
(Da una presentazione di un frate domenicano in una vecchia immaginetta)

FACCIATA (Ultima cena)










Ultima cena, m.9x3, Giorgio Michetti (1991)

Ogni commensale rappresenta uno stato d'animo particolare:

























ABSIDE (Scultura della risurrezione)

Risurrezione di Gesù

m 5x6. Scultore: Toni Zocca ;
fonderia F.lli Bonvicini (1993)




Un Angelo (il Padre) scioglie
le bende da cui era avvolto Cristo.
La chioma di un albero
forma una fiamma (lo Spirito).


La croce , albero di vita,
è la controfigura dell'albero del peccato di Adamo.
L'angelo della morte siede sul sepolcro.
In lontananza un paesaggio (Gerusalemme).