sulla tragedia di Corinaldo
riflessioni del medico- psicologo Alberto Pellai
Oggi di fronte alla notizia della strage di
Corinaldo ho provato gli stessi brividi che devono aver provato tutti i
genitori che hanno figli adolescenti. Mi sono identificato con i genitori che
hanno perso i loro figli giovanissimi. E ho pianto. E con i genitori dei
giovanissimi che ieri sono entrati al concerto con una bomboletta spray di gas
urticante. E ho provato i brividi. Potenzialmente io potrei essere genitori di
un figlio che appartiene ad entrambe le categorie. I miei figli adolescenti
amano andare ai concerti. E ho figli che sono ancora nell’età dello tsunami, e
quindi so bene che potrebbero fare un bel po' di stupidaggini, senza pensare a
tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare. All’ inzio ho provato paura e
sgomento. Poi, quando oggi al telegiornale ho scoperto che a fronte di 850
posti disponibili sono stati venduto più di 1400 biglietti ho sperimentato
anche una grandissima rabbia. Che però vorrei trasformare in riflessione
educativa. Ecco perché vi propongo una lettura impegnativa. Se non avete dieci
minuti disponibili non andate avanti. Se li avete e volete affrontare un tema
così tremendo anche da un punto di vista educativo, proseguite la lettura. E
possibilmente fornite il vostro commento e condividete con più genitori ed
educatori possibili.
Per parlare della strage di Corinaldo potremmo
partire dalle tante cose stupide che fanno i preadolescenti e i giovani
adolescenti. E su questo non potremo mai smettere di fare educazione e
formazione. Non potremo mai abbassare la guardia con i nostri figli e con gli
amici dei loro figli. Dovremo costantemente portarli a riflettere su tutte le
cose stupide che possono fare, ma che devono decidere di non fare. Su tutti
quegli scherzi che sembrano “ragazzate” e che possono trasformarsi in stragi.
Quindi, è cruciale che noi adulti non smettiamo mai di promuovere un lavoro
educativo con chi sta crescendo, che gli instilli empatia e senso della
responsabilità affinchè i giovanissimi possano essere in prima persona
protagonisti della prevenzione di eventi tremendi come quello successo ieri
notte a Corinaldo. Perché a 12, 13, 14, 15 anni si può decidere di vivere
facendo finta che “tutto è uno scherzo….. cosa vuoi che sia….su dai, non fare
il bigottone”. Ma si può anche invece investire in “responsabilità” per sé e
per gli altri e dirigere le proprie energie verso azioni che proteggono se
stessi e gli altri, invece che in azioni che sfidano le norme, colludono con la
trasgressione e che possono avere conseguenze e implicazioni inaspettate e
molto gravi. Sarebbe bastato ieri sera che chi è entrato al concerto
sovraffollato, con bombolette di gas urticanti avesse deciso di non farlo, per
evitare oggi di trovarci sconvolti di fronte alle conseguenze di ciò che questa
scelta scellerata ha portato con sé. Per evitare la strage, sarebbe bastato che
un amico o un’amica del cuore di chi ieri aveva in tasca una bomboletta spray,
sulla strada per andare al concerto, avesse detto al proprietario di questo
oggetto che ha fatto più danni di un ordigno bellico: “Dai non fare lo scemo/la
scema. Butta via quella roba lì…. altrimenti io con te al concerto non ci
vengo…. E informa le guardie di sicurezza di quello che hai in tasca” e forse
oggi tutto sarebbe stato diverso”.
Bene, questa è la parte che riguarda noi, i
nostri figli e le loro responsabilità. Poi, però, c’è una parte che riguarda il
mondo adulto. Che sulla pelle delle passioni giovanili dei nostri figli, spinge
sull’acceleratore del guadagno, ad ogni costo, senza alcuna valutazione delle
responsabilità che quel guadagno porta con sé. E così si scopre che per un
evento organizzato in un locale che poteva contenere al massimo 850 persone,
gli organizzatori avevano venduto più di 1400 biglietti, violando ogni norma di
protezione e sicurezza imposta per legge. E quindi, per loro, organizzatori e
gestore dell’evento, quegli spettatori di concerto ieri erano semplicemente
pedine di un progetto di guadagno che spreme i desideri dei giovanissimi fino
all’ultima goccia, che non ha alcun rispetto dei loro bisogni di crescita, che
non si pone alcuna remora (legale, etica, morale) a generare guadagni illegali
sulla loro pelle. Proprio settimana scorsa ho acquistato un biglietto per un
concerto al quale mio figlio vuole andare nel 2019. Il biglietto ha un costo
dichiarato di 38 euro. Poi ho dovuto pagare 5,70 di diritti di prevendita. Poi
ho dovuto pagare 9,90 euro di spese di spedizione, perché per guadagnare
ulteriormente sulla pelle dei nostri figli, questi grandi gestori e manager
degli eventi cui i ragazzi vogliono partecipare non ti permettono di ritirare
il biglietto alla cassa del luogo dell’evento, né di scaricarlo da internet o
di riceverlo via mail, cosa che avviene in quasi tutte le altre nazioni del
mondo. Così un biglietto da 38 euro viene a costare in totale 53,6 euro, cioè
circa il 40% in più. Uno dice: pagherò tutti questi soldi in più, perché ci
sarà una cura e una qualità totale dell’evento. Poi si scopre quello che
abbiamo letto oggi sul giornale. E già sulle vendite dei biglietti per i
concerti ne avevamo lette un bel po' nei mesi scorsi comprendendo che livello
di avidità – e lasciatemelo dire – disonestà si nasconda dietro alle grandi
società di gestione delle biglietterie online.
E allora, comprendiamo che il male del mondo
oggi è che non c’è più rispetto per nulla, nemmeno per chi è minorenne e
dovrebbe essere protetto e aiutato a crescere nel miglior modo possibile. I
nostri figli sono diventati oggi “il parco giochi” degli strateghi del
marketing, dell’avidità delle multinazionali, del cannibalismo di sistema
economico-finanziario liberista e senza codici etici e morali che nei minori
vede solo potenziali consumatori, soggetti a cui noi genitori abbiamo riempito
le tasche di soldi e che quindi quei soldi possono spendere, non importa come.
E così abbiamo l’emergenza gioco d’azzardo tra i minorenni, l’emergenza droghe,
l’emergenza pornografia, l’emergenza dipendenza da videogiochi. Eccetera
eccetera eccetera. Noi genitori abbiamo di certo sbagliato. Ma è profondamente
sbagliato anche il villaggio globale in cui noi li stiamo crescendo. E al quale
dobbiamo “urlare” con tutta la nostra forza “Adesso basta”. Bisogna permettere
ai nostri ragazzi di tornare a ritrovarsi in luoghi dove non ci sono sempre
biglietti di ingresso da pagare, consumazioni obbligatorie da fare, oggetti da
comprare se vuoi metterti in coda tre ore per fare un selfie con il tuo
cantante preferito di cui devi avere comperato l’ultimo CD. Altrimenti non hai
diritto a nulla.
Ci sono responsabilità che ci riguardano come
adulti. Come genitori. Come gestori di un locale. Come manager di un artista
amato dai ragazzini. E si tratta di responsabilità educative. Formative. Non
solo economiche. Se non impariamo a farcene carico, i nostri figli rischieranno
sempre più di perdere. La loro vita. Le loro speranze. Il loro futuro.
Se condividete queste riflessioni, rendete
virale questo messaggio. Se non le condividete, aiutatemi a capire cosa c’è di
sbagliato in quello che ho scritto, secondo voi.
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Siamo tutti amareggiati per la
tragedia di Corinaldo… Assieme alla partecipazione emotiva per un fatto così
sconvolgente, al pensiero commosso per le giovani vittime e per lo strazio di
dolore delle loro famiglie, una riflessione si impone. Cerchiamo di far nascere
in noi un pensiero che ci aiuti a
valutare in modo equilibrato quanto è accaduto.
Partiamo dai ragazzi,
preadolescenti, giovanissimi, precocemente disponibili a sensazioni forti, ad
esperienze quasi al limite, che sembrano attraversare, come uno tsunami le loro
giovani vite.
Sembra una realtà ineluttabile, una
corrente travolgente alla quale non si possa resistere.
E’ il fascino di una musica proposta
da giovani trapper come Sfera Ebbasta, che hanno un seguito incredibile! E’ a
questi fascinosi demagoghi del consenso che i ragazzi si rivolgono, facendosi
catturare da una musica (ma si può
chiamarla veramente così?) che ti può portare in modo irresistibile in un
mondo che ti prende e ti trascina! La realtà é questa: ai ragazzi, si sa, piace!
Io faccio fatica a capire, ma
bisogna prenderne atto… Ci sarebbe da dire molto anche sui testi: che contenuto
propongono? Mi hanno riferito che in una
trasmissione alla Tv hanno fatto vedere le parole di una “canzone di Ebbasta:
robe da far accaponare la pelle!
Mi concedo comunque un dubbio legittimo:
queste musiche permettono un clima di aggregazione sano, capace di creare
sensazioni positive di incontro? I ragazzi in discoteca possono parlarsi,
scambiare le loro sensazioni, raccontarsi il loro vissuto, godere serenamente
della compagnia degli altri? O l’ inevitabile
stordimento per musiche o “rumori” a tutto volume, rende praticamente quasi
impossibile un incontro che sia veramente tale? Ma forse i ragazzi non cercano
più questo modo per loro troppo semplice o “banale” di stare assieme. La mia, sembra una pretesa eccessiva!
E poi, diciamocelo seriamente: le sensazioni
forti nella discoteca aumentano anche con le frequenti deviazioni come l’abuso
di alcool, come le pasticche di droga sintetica e non, che si possono trovare
facilmente … Lo riconosceva senza alcun dubbio un sorvegliante addetto alla
sicurezza alla discoteca di Corinaldo (un “buttafuori”) che, intervistato in
TV, diceva candidamente che molti ragazzi arrivano già “fatti” o sono disposti a certe devianze come eccesso
di bevute e simili. E i controlli ci sono? Fare soldi sulla pelle dei ragazzi è
quello che interessa di più: i controlli vadano a farsi benedire!
E le famiglie dei ragazzi che
posizione prendono? Sono coscienti dei rischi reali che i loro figli stanno
correndo? Sono preoccupate per le conseguenze negative che sono in agguato? A
Corinaldo certi genitori hanno accompagnato i figli in discoteca e una mamma è
deceduta nella tragedia. Per la volontà di accontentare il figlio(a) e di
vivere, poi, avvertendo un possibile pericolo, un’ istintiva protezione che va
compresa ma che non è andata a buon fine.
Si ha la sensazione, comunque, che molti
adulti stiano sottovalutando alcune problematiche.
Se hai il timore fondato che tuo
figlio possa cadere in certe trappole, volutamente presentate da una
interessata e sapiente regia mediatica come esperienze irresistibili, perchè
dire sempre di sì? Perché non sei capace di proporre un’alternativa che sia
godibile in altro modo? Una famosa pedagogista di Milano e medico, Giuliana
Ukmar, qualche anno fa ha scritto un
libro controcorrente rispetto all’attuale andazzo: “Se mi vuoi bene, dimmi di
no!”. Un no motivato, dettato da una preoccupazione educativa che si ispira
all’amore e alla premura sincera per la crescita dei propri figli.
Certi genitori hanno il timore che i
loro figli, quando scelgono altre strade che non siano quelle massificanti di tanti
altri, siano tagliati fuori, perdano le amicizie, siano chiamati bigotti o considerati
diversi. Si teme un pericolo di bullismo o di emarginazione.
E’ certamente un problema.
Ma se tuo figlio(a) è rinforzato e
sostenuto nelle sue convinzioni e regole di vita e trova in te genitore una
conferma solida, un ancoraggio sicuro, di che cosa avere paura? Certo: lui ha
il diritto di vedere riflessi nei comportamenti del padre e della madre, i
valori che gli vengono proposti e che non sono svenduti per nessuna ragione: le
semplici “prediche” non bastano.
E’ questa la mia speranza,
guardando, nonostante tutto, con fiducia al futuro di questi ragazzi.
Resta da aggiungere (ma è un capitolo che richiederebbe ancora
molto spazio…): quali devono essere gli apporti delle varie agenzie
educative come la scuola, le istituzioni pubbliche, le comunità ecclesiali, che
sono chiamate a collaborare con le famiglie?
don Attilio Bonato, parroco del Beato Andrea
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Noi Vescovi delle chiese che sono nelle Marche,
esprimiamo viva compartecipazione alle famiglie colpite dalla tragedia del 7
dicembre scorso nella discoteca di Corinaldo, e che ha fatto registrare la
morte di sei persone, cinque delle quali giovanissime più una giovane mamma, e
numerosi feriti, alcuni dei quali molto gravi.
Non ci nascondiamo le eventuali responsabilità
che vanno rigorosamente accertate. Non si può accettare che giovani vite
vengano stroncate da fatti simili. Ribadiamo anche in questa occasione la
nostra ferma convinzione della necessità di sviluppare una cultura di difesa e
di promozione della vita, come dono da custodire e da sviluppare.
Ci appelliamo inoltre a tutti i soggetti educativi, in particolare alla famiglia, alla scuola ed alla comunità cristiana affinchè sappiano affrontare la questione educativa come assoluta priorità del momento che viviamo e come premessa per il futuro che ci attende. Affidiamo alla preghiera le vittime, le loro famiglie e tutte le persone toccate da questo tragico evento, perché la luce della fede le guidi anche in questa difficile situazione. Per tutti chiediamo l’intercessione della Madonna di Loreto.
Ci appelliamo inoltre a tutti i soggetti educativi, in particolare alla famiglia, alla scuola ed alla comunità cristiana affinchè sappiano affrontare la questione educativa come assoluta priorità del momento che viviamo e come premessa per il futuro che ci attende. Affidiamo alla preghiera le vittime, le loro famiglie e tutte le persone toccate da questo tragico evento, perché la luce della fede le guidi anche in questa difficile situazione. Per tutti chiediamo l’intercessione della Madonna di Loreto.
Arcivescovi e Vescovi delle Marche