sabato 9 maggio 2020

10 maggio

OGGI... FESTA DELLA MAMMA!
UN RINGRAZIAMENTO SINCERO A TUTTE LE MAMME! 

E UNA PREGHIERA:

Preghiera della mamma

Signore, Ti affido i miei figli: 
te li affido assieme a mio marito, il compagno della mia vita
che partecipa, per primo a questa festa e ricorrenza.
Nella mia preghiera, anche lui è partecipe e presente!
Veglia su di loro.
Li ho cresciuti nella tua conoscenza, 
ho fatto loro conoscere ed amare il tuo amore.
Ora sono cresciuti, si sono a poco a poco staccati da me.
Sono persone. Ho cercato, con impegno attento, 
di abituarli a non dipendere in tutto da me e da mio marito.
Aiutali a cercarti sempre, perché non si spenga in loro la fede!
Tu me li avevi donati e affidati, 
io li ho cresciuti nel tuo nome.Ora sono io che li affido a te. 
A te che li puoi seguire dovunque, meglio di quanto 
non abbia mai potuto fare io.
Signore, io non ti prego di allontanare da loro le difficoltà;
ma fa' che essi trovino in te la forza per superarle: esse li matureranno.
Non ti  prego di allontanare da loro i pericoli, 
ma fa' che essi li sappiano affrontare con coraggio.
Non Ti prego di evitare loro le delusioni della vita, 
ma di conservare in loro la speranza e la fede: 
con esse potranno rendere il mondo migliore.
E se non mancherà lorola parte di dolore quotidiano,
dona loro, ti prego, la forza e il coraggio!
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Notizie…ultime
Carissimi, 

avete già conosciuto il contenuto del protocollo di intesa tra il governo italiano e la CEI sull’apertura delle celebrazioni liturgiche a partire da lunedì 18 maggio… Su wattsapp sono fioccati i messaggi e mi avete risparmiato il compito di dare l’avviso. Grazie!
Alcune considerazioni.
Contenti per questa possibilità, ora bisogna mettere in atto le previste misure, che non sono proprio così semplici e domandano collaborazione, soprattutto da parte del “Cenacolo” o “Consulta ministeriale. (ex Consiglio pastorale).
Ne dico alcune. Bisogna anzitutto darsi da fare per gestire la “sanificazione” della chiesa prima del prossimo 18 maggio.
Vedremo con quali strumenti di pulizia efficaci… per i quali mi informerò. Ringrazio fin d’ora le persone che si sono sempre prestate per la pulizia settimanale della chiesa e che la faranno (ne sono certo), anche in questa occasione! 
Nel frattempo mi sono consultato con alcuni parroci della nostra Unità pastorale.

Io credo che la Messa feriale dal 18 maggio(apertura ufficiale) è opportuno farla in chiesa “grande”, per gestire meglio le distanze previste. Credo anche che la domenica 24 maggio (Ascensione del Signore)è preferibile celebrare la S.Messa in chiesa, anche se è prevista la possibilità di farla all’aperto…
Mi auguro che questo nuovo inizio, con tutte le misure previste (ad es. guanti, mascherine distanza fisica e altro…), ci aiuti a vivere con serenità e impegno questo desiderato appuntamento dell’ Eucarestia. Il Signore ci dice nel discorso sul “pane di vita” (Giovanni cap. 6): “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per quello  che rimane per la vita etern e che  il Figlio dell’Uomo vi darà”.
Anche se non sarà possibile fare il gesto della pace e i nostri volti saranno in parte coperti, saremo lo stesso ben disposti interiormente a sentirci ancora comunità viva, riunita nella fede del Signore Risorto!

don Attilio
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Liturgia 5a domenica di Pasqua

Prima Lettura - Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli - At 6,1-7

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell'assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 
Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 
Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale- Dal Sal 32 (33)

R. Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.

Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate. Rit.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra. Rit.

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. Rit.

Seconda Lettura
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 2,4-9
Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d'angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d'angolo e sasso d'inciampo, pietra di scandalo. Essi v'inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Parola di Dio

Vangelo
Io sono la via, la verità e la vita.- Dal Vangelo secondo Giovanni- Gv 14,1-12


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Parola del Signore
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omelia 5a domenica di Pasqua

Il discorso di Gesù riportato dal vangelo di Giovanni (14,1-12) si apre con un invito a superare la paura: «Non sia turbato il vostro cuore». Si tratta di paure profonde: la paura della sofferenza, della morte, del futuro. 

Stiamo vivendo, ora, un tempo di paura e di incertezza in questo tempo di pandemia e sembra che le parole di Gesù siano dette proprio per questa occasione! 
Non eravamo preparati ad un fatto così sconvolgente. Siamo chiamati a vincere il disorientamento e anche il sospetto verso i vicini, possibili portatori di contagio!  Tuttavia abbiamo accolto anche meravigliosi esempi di vicinanza e di prossimità! Quante persone, soprattutto nell’ambito sanitario o in famiglia, si sono fatte prossimo, anche correndo rischi e pericoli per la loro salute! 
Il contesto in cui Gesù pronuncia queste parole é drammatico, perché sta andando incontro alla passione e alla morte e intravvede il turbamento dei suoi amici. 
Come è penetrante l’intuito di Gesù che legge nel profondo dell’animo e partecipa con intensità allo stato d’animo dei suoi!
Gesù suggerisce che c'è un solo modo per vincere queste molte e profonde paure: la fede in Dio e la fede in Lui.
E ha ragione: soltanto Dio è la roccia. Le altre sicurezze deludono. L'amore di Dio è fedele e non ci abbandona mai: questa è la grande certezza che rasserena il credente.
Dobbiamo far entrare in noi questa convinzione, anche se non abbiamo la conferma immediata dei risultati che ci attendiamo. Ci può essere un tempo faticoso di arido deserto, prima di gustare i frutti della “terra promessa”, cioè  della tranquillità e della pace!

Poi Gesù fa un’affermazione di grande rilievo: “Io sono la via, la verità e la vita”!
Quel “Io sono” dice la verità profonda di Gesù, la sua identità, cioè chi è veramente 
Lui nel rapporto con noi, i suoi discepoli.
La via. Non solo indica la strada, (il che sarebbe solo un’ indicazione esterna, solo morale, senza coinvolgimento),ma Lui stesso è la strada. Bisogna percorrere questa via, andare dietro a Lui e con Lui, non scegliere altre possibilità che portano altrove… come dice un canto di qualche anno fa: “Strade vuote, strade senza te...”.
Soprattutto Gesù è la via perché rivela al mondo il Padre: “Io e il Padre siamo una sola cosa”. Ed è la porta, perchè bisogna passare solo attraverso di Lui. 

La verità. Nella Bibbia verità non è soltanto un principio teorico che si oppone alla falsità. E’, piuttosto, il senso profondo del vivere, ciò che è sicuro, ciò di cui ci si può fidare, su cui costruire la propria vita. Il salmo 86,11 mette in parallelo “via” e “verità” con l’espressione: “Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini…”.

La vita.“Io sono venuto perchè (gli uomini) abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. La meta del cammino è la vita con il Padre. E’ l’esistenza in pienezza, cioè quella che non possiamo darci perché partecipa della vita definitiva, di cui possiamo sperimentare un anticipo o una caparra , se siamo partecipi, fon d’ora, della comunione d’amore con il Padre: “Chi crede in me, ha la vita eterna”.

C'è però anche un secondo punto sul quale intendo insistere. A Filippo che forse aspirava a una visione religiosa più alta e più dimostrativa («Mostraci il Padre»), Gesù risponde: «Chi ha visto me ha visto il Padre». 
Per il cristiano Gesù - la sua persona e la sua vita, la sua storia - è lo spazio in cui Dio si è reso visibile e conoscibile. Nell'incarnazione del Figlio di Dio l'invisibilità di Dio si è dissolta: il Dio invisibile ci è venuto vicino, raggiungibile e conoscibile. L'uomo è in cerca di Dio e Dio ci ha dato risposta.

Ma dove e come incontrare il Signore? 
Il Padre ha rivelato il suo volto nell'esistenza storica di Gesù, ma ora - nel tempo della Chiesa, in attesa del ritorno del Signore - dove e come fare ancora esperienza di Dio? Certo nell'ascolto della sua Parola, nella continua memoria della sua vita: in fondo è per questo che gli evangelisti hanno scritto i loro Vangeli. Ma la risposta resterebbe incompiuta se non aggiungessimo un'espressione che si trova nella prima lettera di Giovanni (4,12): «Nessuno ha mai visto Dio, ma se ci amiamo scambievolmente, Dio dimora in noi». Dunque Dio continua a farsi presente nell'amore vicendevole: Dio è amore ed è in un'esperienza di autentico amore, in un'esperienza di autentico amore, come quella di Cristo, che l'uomo può entrare in comunione con il mondo di Dio.

preghiera

Dio, nostro Padre, noi ti lodiamo:
tu ti sei fatto conoscere a noi in un uomo, Gesù, il Cristo, il tuo Figlio. Egli ha abitato in mezzo a noi e ha condiviso in tutto la nostra esistenza.
Egli non è lontano da noi, ma vivo e risorto accompagna il cammino della sua Chiesa. Signore, Gesù, tu hai scelto la solidità della pietra per farci scoprire il nostro posto 
nella costruzione della Chiesa e per mostrarci la solidarietà che esiste fra i tuoi discepoli. Spirito Santo, donaci la tua luce perché le nostre costruzioni siano solide ed efficaci. 


Colma il nostro cuore della tua saggezza e della tua pace. 

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Pensieri….

In questo periodo di Coronavirus abbiamo assistito ad una grande varietà e ricchezza di pensieri, riflessioni, domande problematiche di carattere religioso che toccano anche elementi vitali della fede… Molti spunti da wattsapp in sede locale e cioè della nostra parrocchia e poi, articoli di giornale, testimonianze ecc... Il fatto di stare a casa e vivere (o subire?)  la quarantena, ha amplificato, di fatto, queste occasioni in una misura molto più evidente che nei tempi, cosidetti normali. Quasi un approccio più incisivo al proprio mondo interiore, uno sguardo più immediato su se stessi e sulla propria coscienza.  
Abbiamo usufruito, inoltre, di molte proposte di celebrazioni liturgiche in streaming o in altre forme, come video o qualsiasi altro strumento che la tecnica ha messo a disposizione di chi vi era interessato. Molti mi hanno riferito che hanno trovato utili e incoraggianti questi messaggi, come preghiere o spunti di spirituali provenienti da ogni dove. Ho apprezzato anch’io tutto questo, anche se ho dovuto, ad un certo punto, rinunciare a parecchie risposte: mi ci sarebbe voluto molto più tempo, trascurando altri aspetti personali della mia vita interiore! 

Ma è emersa anche una domanda. La partecipazione on line alla Messa, comodamente seduti su un divano, non è forse sufficiente per esprimere la fede, se ci sono delle buone intenzioni? E’ proprio necessario andare in chiesa, celebrare i sacramenti in un luogo fisico? La Messa e altro, non rischiano diventare una stanca abitudine o una sorta di regola pesante, l’osservanza di norme esteriori che possono essere sostituite da una “chiesa” spirituale e più intima che custodisce questi valori senza dar loro una esteriore visibililtà?  Sono domande ricorrenti e datate, non solo in tempi di corona virus. 
interno del Duomo di Verona dal quale
sono state trasmesse le S.Messe
Ho trovato in sintonia con la mia risposta, l’intervento su “Avvenire” di giovedì  scorso 7 maggio della psicologa Ceriotti Migliarese che dice:

“In questo periodo così strano, l’impossibilità di frequentare i sacramenti e la Messa pongono il popolo cristiano davanti a una situazione inedita, che apre diversi interrogativi. Nella discussione che si è aperta su molti media, mi ha fatto riflettere in modo particolare un commento che ho intravisto su Facebook; una persona che conosco, lontana dalla fede ma non ostile in modo pregiudiziale, scrive: perché i cristiani non possono rinunciare per un po’ ai loro riti in vista della salute di tutti e del bene comune? Mi sembra che questa domanda esprima molto bene la generale sottovalutazione di ciò che i credenti pongono invece come una questione cruciale, e che sia la logica conseguenza proprio di questo pensiero: che l’Eucarestia cioè sia per noi 'un rito'. Un rito certamente importante, rispettabile, dotato di un forte valore simbolico e identitario, ma come tutti i riti certo non indispensabile in tempo di crisi, perché la vita concreta viene prima di ogni rito, sia pure importante. Ma davvero quello che ci manca è un rito?

E conclude:“La fede per noi è credere che nell’Eucaristia incontriamo una Persona viva, concreta e tangibile: la Persona del Risorto. La fede ci dice che non si tratta di un incontro simbolico, ma di un incontro che ha la stessa consistenza e realtà di un abbraccio, l’incontro con una Persona amata e che ci ama. Noi crediamo in una Presenza concreta, e andiamo con gioia a incontrare concretamente (non simbolicamente) Qualcuno che amiamo”

Sono pienamente d’accordo: è quello che volevo dire anch’io!
La nostra fede è l’adesione del cuore ad una Persona che si è fatta carne, che si è resa visibile, che da Risorto ha visitato i suoi amici, che ha dato inizio ad una sua nuova visibilità nella Chiesa, comunità dei credenti i quali accolgono Lui e i fratelli in un luogo fisico di incontro, nella fraternità e nell’osserevanza amorosa dei suoi comandamenti.
Il Vescovo di Milano, mons. Mario Delpini, valutando la differenza tra lo streaming e l’incontro fisico nella Messa, diceva con un esempio che può dare l’idea: “E’ la differenza che c’è tra il vedere in TV il fuoco di un caminetto, rispetto al calore reale di chi gode del caldo davanti al suo caminetto in casa!”  

I sacramenti sono i segni evidenti e più eccellenti, di questa “fisicità” della fede che non è relegata solo al luogo interiore della propria coscienza individuale. Ciò non significa che la Messa e gli altri sacramenti siano l’unica modalità nella quale si realizza l’incontro con il Signore e che la fede cristiana passi esclusivamente attraverso questi “canali di trasmissione”!
La fede si esprime in modi diversi e solo il Signore conosce i cuori e sa valutare la vicinanza e la fedeltà a Lui, anche di chi afferma di non conoscerlo o si rifiuta di conoscerlo! 
Si tratta, comunque e sempre, di vivere la vita come una ricerca mai conclusa sulle tracce della fede, anche con le proprie pigrizie o ripensamenti! 
Mi colpisce un’ invocazione di un vespero settimanale: 
“Signore, fa’ che abbiamo sempre la volontà di trovarti e il desiderio  di cercanti ancora, dopo averti trovato!”
Buona “ricerca” per me e per tutti!

don Attilio