sabato 29 gennaio 2022

 30 gennaio 2022: 4a domenica del tempo ordinario

Prima Lettura - Dal libro del profeta Geremìa - Ger 1,4-5.17-19
 

Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno,
ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».

 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 70 (71)

 

R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.
 
Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.
 
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.
 
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.
 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 13,4-13

Fratelli, la carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Al presente conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
 

Vangelo -Dal Vangelo secondo Luca - Lc 4,21-30
 
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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Omelia  4a C (2022) 

2a tappa della presenza di Gesù nella sinagoga del suo paese. Il finale della scorsa domenica, dopo la lettura della Bibbia da parte di Gesù ,diceva: “Le parole di Isaia che vi ho appena letto, parlano di me…”. Subito, da parte della gente,  un senso di meraviglia e di sorpresa che potrebbe lasciar intendere un movimento di simpatia e di accoglienza… ma dura poco.

Prevale poco dopo un atteggiamento di sospetto e di diffidenza…  


I compaesani di Gesù prendono le distanze da lui: lo vedono, ma con guardano nel profondo. Non si accorgono del segreto che Gesù porta con sé, una novità  sorprendente! E pensano: Ma lui non è il figlio di Giuseppe, uno come noi? Che pretese ha?  Il figlio di un falegname che cosa può dirci di nuovo da parte di Dio? Come pensare che sia proprio lui a darci un messaggio  e una parola da profeta? 

Il problema è che hanno in testa dei pensieri e una mentalità rigida  che impedisce loro di cogliere la presenza di Dio in modo molto diverso dal solito! 

Pericolo può succedere anche a noi! Ci siamo fatto una certa idea di Dio, secondo i nostri schemi e i nostri gusti e le nostre aspettative… Se ci capita qualcosa che scombussola i nostri progetti, andiamo in crisi e ci difendiamo dalla possibile proposta che il Signore ci fa!

Inoltre i contestatori di Gesù pretendono miracoli in casa loro. “Come li hai fatti da altre parti, falli anche qui da noi!” E la pretesa di avere un Dio a disposizione, per i propri interessi…e mettere alla prova Gesù! Come a dire: «io credo in Dio se mi da i segni che gli chiedo; lo amo se mi concede la grazia di cui ho bisogno». Scelta di  interesse. Ecco la risposta di Gesù: 

«Nessun profeta è ben accolto in patria».

Il rifiuto che ora Gesù incontra a Nazareth, e che più tardi incontrerà nel suo popolo, non deve essere visto come un fatto isolato: è già accaduto prima e continuerà ad accadere dopo. Non é un fatto solo del passato, ma un di ogni tempo, contemporaneo a ogni generazione.

E’  la sorte normale dei profeti, (vedi il profeta Geremia nella prima lettura…). 

E anche Gesù, più di tutti i profeti, non ha voluto scegliere la strada per accontentare le aspettative false della gente che era lontana dal pensiero di Dio! 

Il rifiuto di Dio o la diffidenza verso di Lui e verso il Vangelo non dipendono solo dalla cattiveria di una generazione o di un momento particolare della storia. Piuttosto è l’ espressione di una durezza di cuore che il Vangelo incontrerà sempre. Questo significa tener conto che la scelta cristiana  spesso non sarà capita né accolta. 

Ma ciò non dovrà portare a un sentimento di sconforto o di rassegnazione, soprattutto oggi, il tempo di una fede difficile  e piena di ostacoli!  Il Vangelo dovrà essere sempre annunciato con coraggio, nella speranza che venga accolto come fortuna e come la ricchezza di un tesoro di grande valore!  

 

Come finisce il Vangelo, come reagisce Gesù? «Gesù, però, passando in mezzo a loro, si mise in cammino». Gesù non si arrende, non si scoraggia e l' opposizione degli abitanti di Nazareth non è riuscita ad arrestare il suo progetto, come non ci riusciranno – più tardi – i suoi crocifissori. I profeti uccisi sono più vivi che mai, e il Messia crocifisso è risorto.

E’ un messaggio anche per noi. La determinazione di Gesù ci dice che per mantenersi fedeli al Vangelo bisogna essere perseveranti, non farci piegare dalle difficoltà dai pensieri negativi, dallo sconforto e dalla tentazione di chi potrebbe dire: “Ma vale la pena di essere cristiani oggi?” Il Signore ci insegni la strada della fedeltà e della fiducia 

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4a domenica del tempo ordinario

Intenzioni per la preghiera dei fedeli 

 

— Per coloro che hanno risposto alla propria vocazione cristiana secondo i diversi stati di vita: possano attingere dall’ ascolto della parola di Dio la forza e la costanza per compiere la propria missione, preghiamo

 

— Per i missionari, profeti in luoghi sconosciuti e in condizioni spesso difficili.  Guardando a Cristo trovino in lui lo slancio per la loro azione di annuncio del Vangelo e di caritatevole promozione umana, preghiamo;

 

— Per le nostre realtà diocesane e parrocchiali, i  movimenti e le associazioni. Ciascun fedele possa aprirsi alla presenza profetica del Signore che viene a visitare, consolare e liberare il suo popolo, preghiamo. 

 

— Per la nostra comunità. Alla luce del Vangelo sappia costruire autentiche relazioni di carità, allontanando ogni genere di gelosie, di divisioni e rivalità, preghiamo

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Per il Presidente della Repubblica

 

O Dio nostro Padre,
a cui deve ispirarsi il servizio dell’autorità,
concedi al Presidente della Repubblica
prosperità e salute
perchè nel compimento del suo mandato
ricerchi costantemente ciò che ti è gradito
e promuova la libertà e la pace del suo popolo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.




sabato 22 gennaio 2022

 23 gennaio 2022

....... altro commento al Vangelo di Vincenzo Bonato

DOMENICA III anno C 

Al centro della spiritualità d'Israele troviamo l'annuncio della Parola di Dio. Le ispirazioni, le locuzioni, le visioni con le quali Dio aveva annunciato il suo volere ai profeti sono state trascritte in un libro perché la storia di salvezza possa continuare. Il libro delle Legge non contiene perciò, prima di tutto, norme ed ingiunzioni, ma ricorda la storia del Signore con il suo popolo. Dio non ha cominciato inviando lettere, decreti ma dialogando con gli uomini. La Bibbia è nato come dialogo, accompagnamento, amicizia. Il Libro condensava dei fatti, avvenuti prima della scrittura. Risultato: leggendo il libro, prima ancora di venire a sapere che cosa bisogna fare, veniamo a scoprire il volto del Signore, che cosa vuol fare per noi. Tutto quello che è avvenuto nel passato, deve realizzarsi di nuovo nel tempo presente. Quindi il popolo non venera un libro ma il Signore che ha parlato, ha agito, ha accompagnato il suo popolo lungo le traversie della storia. Il libro è il segno della presenza del Signore: ciò che ha detto un tempo, vale sempre anche per l'oggi. 

Il popolo piangeva nell'ascoltare. Piange di commozione? Piange per il rimorso? È certo che Dio non vuole abbattere, appesantire, costringere. La compunzione (il pianto interiore profondo) è un sentimento misto che condensa in sé molti stati d'animo. Piango perché mi sento amato. Piango perché ho tradito l'Amore. Piangendo recupero l'amicizia che ho calpestato, recupero me stesso. Così nel fondo del dolore c'è la gioia ma la gioia nasce quando ho attraversato il dolore. 

A Nazaret, non c'è più un libro ma una persona, il Signore Gesù. Nel primo Testamento, il Signore dialogava con gli uomini ma l'interlocutore rimaneva invisibile. Il profeta entrava in una nube luminosa. Ora, invece, l'Amico si può vedere, ascoltare. Vengo trafitto dal suo sguardo, bruciato dai suoi rimproveri. 

Nel primo e nel secondo Testamento, il popolo si nutre con il racconto trascritto e annunciato nel libro. Ascoltando, provo stupore e pianto. La Parola rimane sempre il nutrimento sostanzioso del popolo di Dio. Altri cibi con cui sempre i fedeli hanno cercato di alimentarsi, confrontati con la Sacra Scrittura, sono stati dei surrogati. Molti preferiscono ancora le merendine ricche di zuccheri e di grassi. Le devozioni piacciono ed anche nutrono ma a volte rischiano di diventare un cibo spazzatura. Nutrono ma anche ammalano. La manna non era un cibo affascinante (anzi qualcuno la trovava poco appetitosa) ma aveva la capacità di contenere ogni alimento adatto e si trasformava in ciò di cui ognuno aveva bisogno.

E' LA DOMENICA DELL PAROLA DI DIO E LA FESTA DEL NOSTRO PATRONO IL BEATO ANDREA DA PESCHIERA

RELIQUIA BEATO ANDREA
nella nostra chiesa



















3a domenica del tempo ordinario

 

Prima Lettura - Dal libro di Neemìa  - Nee 8,2-4a.5-6.8-10


In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i levìti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». - Parola di Dio.

Salmo Responsoriale


Dal Sal 18 (19) -R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

 

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore. R.
 

Seconda Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 12,12-30
 
Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Parola di Dio.

Forma breve:
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi -1Cor 12,12-14.27 

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo.
Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.
Parola di Dio.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 1,1-4; 4,14-21
 

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 
Parola del Signore

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Nel Vangelo di oggi Luca colloca un episodio molto importante che avviene a Nazareth, il piccolo paese dove Gesù aveva vissuto fino a circa 30 anni. Ora vi ritorna, non come semplice compaesano…perchè Gesù ha iniziato la sua vita pubblica a partire dal Battesimo al Giordano e adesso bisogna guardarlo con occhi nuovi! 

Ma questo sguardo speciale non è di tutti e non è per niente scontato! 

 

Un sabato qualsiasi a Nazareth nella sinagoga. Lì Gesù partecipa alla preghiera del suo popolo, come era avvenuto tutti i sabati negli anni precedenti! 

E’ l'inizio dell'attività di Gesù, é il suo discorso inaugurale, il suo programma di vita come l’inviato definitivo di Dio, il suo Messia. 

Gesù legge un passo di Isaia (61,1-2), (come era previsto nella liturgia della sinagoga), ma lo modifica in parte. Lo fa perché sa che Lui è la Parola ultima di Dio e quindi  può permettersi, evidentemente, di spiegarla nel suo significato profondo. Gesù introduce la frase «dare la libertà agli oppressi» e tralascia l'espressione «un giorno di vendetta per il nostro Dio», visto che, con Lui, è arrivato il tempo della misericordia e del perdono!

La chiave del brano e la grande sorpresa e novità sta nel commento che Gesù fa al testo di Isaia: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi». Cioè: “Queste parole si riferiscono a me, sono io la persona di cui aveva parlato Isaia e realizzo le sue promesse”.

L'attenzione passa, così, dalla Scrittura al predicatore. È questo il punto centrale: la venuta di Gesù. In tal modo Gesù si proclama Messia ed esprime la propria missione ricorrendo alle parole del profeta. La parola “oggi” ha un significato particolare.  

Non indica le 24 ore del giorno, ma dice che gli ultimi tempi sono iniziati, che il tempo previsto da Dio è in svolgimento, che la storia degli uomini sta attraversando un momento eccezionale di grazia.

«[Mi ha inviato] a proclamare ai prigionieri la liberazione». E’ una liberazione che ha due significati inseparabili: la  liberazione da qualsiasi genere di oppressione fisica che umilia gli uomini, e anche la liberazione e il perdono dei peccati.

Nel seguito del Vangelo, (soprattutto di Luca), più volte Gesù verrà descritto come colui che perdona i peccatori, liberando gli uomini dalla schiavitù del peccato che li opprime e che impedisce loro di vivere una piena comunione con Dio e con i fratelli.

Nello stesso tempo la missione di Gesù è particolarmente in direzione dei poveri e degli oppressi. La citazione di Isaia è in proposito chiarissima. Gesù rivolge la «lieta notizia» agli oppressi, agli sfortunati, a tutti quegli uomini che, in altre parole, ne hanno bisogno, più sfortunati degli altri, emarginati. Potremmo riformulare la lieta notizia di Gesù in questi termini: Dio ama ogni uomo, senza differenze, dunque ogni uomo conta, ogni uomo è prezioso. Non ci sono di fronte a Dio emarginati, anzi gli ultimi sono per lui i primi. Una notizia, questa, che rende di colpo ingiustificate tutte le emarginazioni che noi costruiamo di continuo, e che dà ai poveri e agli esclusi una dignità capace di scuoterli, capace di infondere dignità e speranza.

L'oggi non riguarda solo Gesù: si prolunga nel tempo della Chiesa. Il tempo messianico è in svolgimento, e il nostro tempo è l'oggi di Dio. Quindi noi cristiani siamo la continuazione delle opere compiute da Gesù. C’è un vasto campo nel quale mostrare le opere della misericordia di Dio che passa attraverso di noi!

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preghiera nella 3a domenica del tempo ordinario

 

Torni al tuo villaggio, Gesù, là dove hai passato la tua vita. Torni tra la tua gente, tra quelli che ti hanno visto crescere e diventare un uomo.

Ma ora vieni con la potenza dello spirito Santo, perché è giunto il momento di gridare a tutti la buona notizia. 

Quel giorno, nella sinagoga, sei tu a prendere l’iniziativa, ad alzarti per proclamare il messaggio antico del profeta. Quanto prendi la parola, 

 il tuo non è un commento dotto, una serie di sentenze fornite da maestri saggi. Tu intendi aprire gli occhi dei tuoi compaesani su quanto stava accadendo davanti al loro, nella vita di ogni giorno.

Il tempo dell’attesa e finito: il Messia è in mezzo a loro. La sua parola è un vangelo, una buona notizia. I suoi miracoli, un segno della bontà di Dio, una speranza per tutti i poveri, per i prigionieri e gli oppressi.

Signore Gesù, rendici  capaci di guardare la nostra storia con il tuo sguardo profondo. Aiutaci a  trasmettere  la speranza che nasce da segni e parole, presenti nella storia degli uomini di oggi.

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                                                    pulpito-ambone del DUOMO di Siena

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foto-notizia!
    un "mare" di nebbia dall'Eremo camaldolese di Bardolino.... ma il sole      verrà!







sabato 15 gennaio 2022

16 gennaio 2022: 2a domenica del temo ordinario

2a domenica del tempo ordinario

 

Dal libro del profeta Isaìa - Is 62,1-5
 
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 96 (95)

R. Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.
 
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.
 
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R.
 
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.
 

Seconda Lettura .Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 12,4-11

 
Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 2,1-11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


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2a domenica C – omelia 2022

Il racconto delle nozze di Cana sembra, a prima vista, solo un gesto generoso di Gesù che fa un bel regalo alla coppia di sposi durante il pranzo, togliendo loro il disagio e l’imbarazzo per la mancanza di vino… intervento molto importante di Gesù… ma il Vangelo contiene tanti simboli che dobbiamo chiarire! 

I discepoli di Gesù sono presenti ma non sono protagonisti. Sono ‘spettatori’  e rappresentano ogni lettore di questa pagina evangelica, quindi ciascuno di noi. Ognuno é chiamato, come i discepoli di allora, a riflettere sul fatto per giungere alla fede. Che è l’aspetto più importante e il finale del Vangelo di oggi! 

Qui ci concentriamo su alcuni punti, sulle varie scene del fatto. 

 

Anzitutto il dialogo fra Maria e Gesù

 

L’intervento della madre di Gesù. presente alla festa, è abbastanza naturale. Le sue parole, “non hanno più vino”, mettono in luce la sua sensibilità e attirano l’ attenzione di Gesù su una situazione di bisogno che si era creata. Più che chiedere un miracolo, Maria esprime la sua fiducia in Gesù nei confronti dei protagonisti della festa.

 

La risposta di Gesù sembra strana, quasi scortese: «Che ho da fare con te o donna?» ma non è così! E’ una frase che serve a sottolineare la differenza di prospettiva: 

se le parole di Maria sono guidate dalla considerazione del ‘bisogno’ umano di quel momento, le parole di Gesù rimandano invece, ad una sguardo più grande, rivolto al futuro, cioè alla sua vita, all’ ‘ora’, alla croce, al progetto del Padre che Gesù porterà a termine. Sulla croce, trono di gloria, si capirà veramente chi è Gesù, non solo nel momento del miracolo di quel giorno!

La parola  ‘ora’ indica, quindi, l’ inizio della manifestazione della gloria di Gesù che si può vedere già a Cana, ma  questa gloria si compirà pienamente nella sua morte e risurrezione. 

 

Maria interviene ancora. E, rivolgendosi ai servi, pronuncia parole molto simili a quelle che il popolo d’ Israele aveva detto ai piedi del monte Sinai, nel momento dell’alleanza dei 10 comandamenti e poi in altre circostanze: “Tutto ciò che ha detto il Signore, noi lo faremo». Maria, quasi come eco di quella promessa antica, dice: “Tutto quello che vi dirà, fatelo!”  La volontà di Dio ora è quella di Gesù e ha, quindi, l’ assoluta precedenza nella nostra vita, nella vita di ogni credente! Ognuno di noi è invitato a far tesoro di queste parole di Maria, la prima discepola! 


Gesù e i servi

 

I servi eseguono prontamente l’invito di Gesù: “Riempite le anfore di acqua!”

Dicono gli storici che, nell’insieme, le 6 anfore contenevano quasi 500 litri d’acqua! Sembra un’esagerazione… ma siamo nell’ordine dei simboli! 

L’acqua veniva usata dagli ebrei per i riti di  purificazione religiosa, secondo antichi usi. Ma ora, con la venuta di Gesù, questi riti non hanno più alcun significato! Gesù  è venuto a togliere la pesantezza di un sistema religioso ormai superato. Al punto che Gesù stesso può dire: “Il mio giogo è dolce e il mio peso leggero!”.

Ora Gesù porta una novità assoluta: è Lui la nuova legge scritta nel cuore, è il dono definitivo dato agli uomini, simboleggiato dal vino abbondante e squisito, è Lui che bisogna seguire e su di Lui bisogna impostare tutta la propria vita! 

 

Il maestro di tavola 

 

Il maestro di tavola (cioè il servo che era responsabile del banchetto) è la persona che prende atto del miracolo avvenuto. Le sue parole sono una felice sorpresa per il vino nuovo servito a tavola. Anche qui, però c’è un simbolo. Nella Bibbia il vino abbondante è una delle immagini usate per descrivere la gioia dei giorni messianici, mentre la mancanza di vino indica il venir meno  della relazione con Dio e la tristezza che ne segue. Il vino buono e nuovo è quindi un segno della vita in abbondanza che viene donata agli uomini attraverso Gesù! Il vino nuovo che rallegra il cuore è Gesù stesso e la sua parola!

 

Conclusione: la fede e la gloria

“I discepoli credettero in Gesù”. Ecco la conclusione del Vangelo ed è quello che ci auguriamo avvenga anche per noi. La fede è uno slancio, un movimento mai concluso. Non si crede in una cosa o in una dottrina, ma in una persona. Il discepolo si fida di Gesù, si abbandona a lui e si lascia condurre. Come l'atteggiamento di Maria: «Fate qualunque cosa vi dirà» (v. 5). Questa fede può andare incontro a difficoltà e incomprensioni. Ma se non manca la disponibilità del cuore ad accogliere sempre Gesù, non c’è da avere paura! 

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2a domenica del tempo ordinario 

Intenzioni per la preghiera dei fedeli: 

Donaci, Signore, una fede viva!

 

Per la nostra comunità. 

Il vino donato dal Signore alle  nozze di Cana è Gesù stesso. La sua sicura presenza si offre ancora a noi, oggi, come fonte di gioia e di speranza. Preghiamo.

    

Per la Chiesa che conosce a volte il male de|l' invidia, della rivalità e della competizione. Trasformala in casa di comunione, in cui i carismi che doni a ciascuno, sono messi al servizio del bene di tutti, per l’utilità comune. Ti preghiamo.


Per quanti stanno vivendo un momento difficile per la pandemia o  per altre preoccupazioni. Trovino una parola che li sostiene e una mano che li risolleva. Ti preghiamo.


Perché nelle nostre famiglie non venga mai a mancare il vino della fede, della preghiera, dell'attenzione reciproca e del perdono. 

Ti preghiamo.


Sull’esempio di  Maria alle nozze di Cana, rendici attenti ai bisogni degli altri. lnsegnaci a pregare,  a intercedere per loro e a farci loro vicino. 

Ti preghiamo.

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                                           Paolo Veronese : Le nozze di Cana

Al centro, vero protagonista de Le nozze di Cana, è Cristoaffiancato da Maria e dai discepoli, gli unici che indossano abiti antichi. 
Sull’ala di sinistra gli sposi e gli ospiti di maggiore prestigio, abbigliati con abiti fastosi, in stoffe broccate e ricamate, con profusione di oro, perle e gemme preziose. 

Sulla destra i prelati, tutti raffigurati con descrizione ritrattistica.
Sempre a destra, in primo piano rispetto all’osservatore, l’avvenimento miracoloso, con la mescita del vino dalle splendide anfore ansate e lo stupore dei convitati più prossimi.

La parte superiore del dipinto Alle spalle della tavolata, una grande balaustra marmorea separa il proscenio principale dal secondo, posto a livello più alto. Questo secondo piano brulica di movimento, persone che salgono e scendono, che si affaccendano nel trasporto e nella preparazione delle pietanze, in asse rispetto a Cristo il tavolo con i macellai che provvedono alla preparazione dell’agnello, altro evidente rimando alla Passione.   

Sullo sfondo, l’ampia porzione di cielo, con un elegante campanile che svetta, conferisce ulteriore spazialità e luce alla composizione.   

L'importanza del quartetto di musicisti in primo piano. Tornando di nuovo in primo piano, esattamente al centro del dipinto, nella posizione quindi più prossima all’osservatore troviamo la geniale invenzione con cui l’artista firma e sottoscrive l’esecuzione de Le nozze di Cana: un quartetto di musicisti accompagna il banchetto. Alla viola Paolo Veronese, al violoncello Tiziano, al violino Tintoretto, al flauto Jacopo Bassano. Coloro che nel Cinquecento di fatto “orchestrano” tutta la produzione 
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AVVISI

Domenica prossima 23 gennaio:


Festa del nostro Patrono, il BEATO ANDREA DA PESCHIERA.

(La memoria liturgica é il 19 gennaio... ma per favorire la presenza e dare il giusto rilievo alla Festa, la celebriamo nella prossima domenica)


Domenica della PAROLA DI DIO. 

Voluta da Papa Francesco, è un bella occasione per riflettere e vivere il dono della parola del Signore nella vita personale e comunitaria





sabato 8 gennaio 2022

 9 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE   

Prima Lettura - Dal libro del profeta Isaìa
Is 40,1-5.9-11

 
«Consolate, consolate il mio popolo
– dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».
 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 103 (104) - R. Benedici il Signore, anima mia.

 

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. R.
 
Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. R.
 
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. R.
 
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.
 
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
 

Seconda Lettura - Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito - Tt 2,11-14; 3,4-7
 
Figlio mio, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

 Vangelo - Dal Vangelo secondo Luca - Lc 3,15-16.21-22


In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»


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Battesimo del Signore (C)- omelia 

Il gesto di Gesù che si sottomette – assieme a tutto il popolo al battesimo di Giovanni «in remissione dei peccati» esprime, anzitutto, un atteggiamento di profonda solidarietà di Gesù con il suo popolo peccatore. Gesù non si pone al di fuori della storia del suo popolo, ma si inserisce in essa, profondamente solidale con il momento di conversione che il popolo sta vivendo. 

Il Signore, quindi, prende sul serio quel grande movimento di popolo che andava da Giovanni. E’ una grande novità rispetto a tutti i grandi profeti della storia  biblica. Gesù non prende le distanze dagli uomini peccatori, ma riceve sulle sue spalle i loro peccati. Questa la scelta di solidarietà guiderà tutta la vita di Gesù e raggiungrà il suo culmine sulla Croce. Nel battesimo al Giordano troviamo il germe dell'intera vita di Gesù, come nel nostro battesimo c'è il germe di tutta la nostra esistenza cristiana.

 

Mentre Gesù prega, i cieli si aprono, lo Spirito discende, le parole della voce celeste…sono i segni che accompagnano la manifestazione del Battesimo…

Piero della Francesca

E questi segni, semplicemente, svelano ciò che Gesù è già. 

 

Fermiamoci sulla frase “Tu sei l’Amato”. Gesù è Colui che da sempre è oggetto dell’amore del Padre, perché si muove, per così dire nella “sua orbita”. Cioè vuole essere un tutt’uno con la volontà del Padre suo. Gesù dirà infatti: “Mio cibo è fare la volontà del Padre mio. Gesù si nutre del pane che è la parola e la missione che riceve dal Padre e che Lui compie con piena disponibilità nell’ amore!  

 

E poi il segno della colomba…  La colomba rimanda a Noè e alla fine del diluvio. Quando viene mandata in esplorazione per verificare il ritiro delle acque, la colomba tornerà tenendo nel becco una foglia di olivo: segno della fine del castigo per la malvagità degli uomini, segno della ripresa della natura  e l’inizio  di un tempo nuovo di speranza e messaggera della pace ristabilita 


tra Dio e l’umanità. Ora é Gesù  la nostra pace, perché rende possibile il sogno di tutti gli uomini di vivere non da nemici ma nel segno della fraternità.

E ora  importante nella festa di oggi fare memoria viva del dono del nostro battesimo, origine e fonte della nostra vita di figli di Dio.

Battesimo significa immersione.. Così ll cre­dente è stato immerso immerso in Dio.  Questo dono deve continuare a fruttificare nella vita perché  maturi sempre più la coscienza di essere figli, continuamente amati e legati agli altri nella comune fraternità!. Un autore spirituale così si esprime: «Prima che tu agisca, prima di ogni tuo merito, che tu lo sappia o no, da parte di Dio  il tuo nome è 'amato'. Tu ci hai ama­ti per primo, o Dio, e noi parliamo di te come se ci avessi amato per primo una volta sola. Invece conti­nuamente, di giorno in giorno, per la vita intera Tu ci ami per primo».    

   

 

Lettera dei genitori nel giorno di Battesimo

 

Figlio nostro, oggi abbiamo voluto battezzarti in Cristo Gesù, immergerti nella morte e nella resurrezione del Dio in cui noi crediamo. In questa lettera, che potrai leggere in seguito, vogliamo dirti perché l’abbiamo fatto. Non è per importi una scelta che ti abbiamo fatto battezzare, ma per aprire davanti a te un cammino di libertà che domani potrai liberamente scegliere di fare tuo. Abbiamo voluto darti ciò che avevamo di meglio. Noi crediamo che questo piccolo seme di fede, seminato oggi nel giardino del tuo cuore, nella luce del giorno e nelle tenebre della notte, germinerà nel segreto della tua vita. Ti immergiamo oggi nell’oceano di amore di Gesù per darti una forza nuova più grande di te, sarà il coraggio dei tuoi combattimenti, la chiarezza delle tue scelte, la luce dei tuoi passi. Per vincere le forze del male essa sarà la tua speranza e la tua gioia. Abbiamo voluto battezzarti in Cristo perché tu diventi un uomo libero e responsabile in questo mondo a volte un po’ folle.

E soprattutto perché tu diventi un fratello che costruisce, con Dio, l’avvenire della nostra terra. Sappi che un giorno potrai anche dimenticare questo dono immortale,

ma rimarrai segretamente segnato dal fuoco del suo appello. Come la Vergine Maria che offre suo Figlio Gesù nel Tempio, noi abbiamo voluto portarti sulla soglia della casa del Dio imprevedibile, deporti tra le braccia della sua Chiesa e farti entrare nel popolo dei credenti che diventano tuoi fratelli e sorelle. E quando, domani, non potremo più accompagnarti nel cammino della vita, ti resterà almeno, scolpita nella fronte e nel cuore, la croce di Cristo Savatore. È lui infatti, lui solo, il tuo Salvatore e il tuo Signore che traccerà per te un cammino di pace e di libertà. Al di là delle tue angosce e delle tue miserie, è lui che ti aprirà la casa del Padre e, al momento della morte, ti darà la sua eternità di amore.

Mamma e Papà

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BATTESIMO DI GESU’

Preghiera dei fedeli

 

Donaci il tuo Spirito, Signore!

 

Per la Chiesa che si sforza di proporre e testimoniare la fede: lo Spirito le doni il coraggio  di vivere secondo il Vangelo. Preghiamo...


Per i giovani e gli adulti che chiedono il battesimo e per coloro che li accompagnano: Io Spirito li apra alla parola di Gesù e doni loro di portare un frutto abbondante di amore. Preghiamo... 

 

Per i bambini ed i ragazzi che hanno ricevuto il battesimo da piccoli: lo Spirito attraverso i genitori e i catechisti favorisca l'incontro con il Signore Gesù e Ii introduca nella vita della comunità. Preghiamo...

 

Per coloro che si assumono la responsabilità di preparare i genitori al battesimo dei propri figli: lo Spirito renda fecondo il loro lavoro di ascolto e di accompagnamento nella fede. Preghiamo...

 

Per coloro che hanno dimenticato il dono del Battesimo e si sono allontanati dalla vita cristiana. Attraverso l’esempio dei credenti sentano la nostalgia della fede e trovino la strada per riscoprire  nella comunità  la presenza viva del Signore che rimane sempre con noi. Preghiamo.