Via Mantova, 44- 37019 Peschiera (d.G.). Tel. 045.75. 51.400 parroco: don Attilio Bonato (ottobre 2009).
sabato 3 febbraio 2018
4 febbraio 2018
Dal libro di Giobbe
Giobbe parlò e disse:
«L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me sono toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,
svaniscono senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».
Giobbe parlò e disse:
«L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me sono toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,
svaniscono senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».
Salmo responsoriale (Sal 146)
Risanaci,
Signore, Dio della vita.
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai
Corìnzi
Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
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Avvisi
In
questa domenica 4 febbraio ricorre
la 40a
GIORNATA PER LA VITA che ha come tema: “IL VANGELO DELLA VITA, GIOIA PER IL MONDO”.
Ci
sarà la possibilità di aiutare il Centro aiuto vita di Verona e di Peschiera
(S.Martino). Viene messa a disposizione
anche la rivista periodica “NOI, FAMIGLIA E VITA”, edita da Avvenire, che presenta
il messaggio della giornata e altri aspetti ad essa collegati.
Sarà offerta anche una breve relazione
sull’attività del Centro aiuto -vita di Verona e degli altri centri presenti in
diocesi.
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Vi invito ancora a mettere a
disposizione medicinali non scaduti che saranno consegnati all’ospedale di
Negrar per venire incontro agli ammalati in difficoltà e bisognosi di medicine.
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Lunedì 5 febbraio -alle 20.30- si tiene il
Consiglio pastorale parrocchiale che è aperto a chiunque intenda partecipare,
oltre ai consiglieri di diritto. Uno dei temi previsti é la presentazione delle
iniziative nella prossima Quaresima
…………………………………………………………
Mercoledì 7- ore 20.30 in salone: incontro promosso da “Spazio
aperto” sul tema: “LA RIFORMA DI LUTERO:
tra memoria e riconciliazione”
Domenica
prossima 11 febbraio è la GIORNATA
MONDIALE DEL MALATO
IL VANGELO
DELLA VITA, GIOIA PER IL MONDO
(messaggio
per la “giornata della vita 2018”)
“L’amore
dà sempre vita”: quest’affermazione di papa Francesco, che apre il capitolo
quinto dell’Amoris laetitia, ci introduce nella celebrazione
della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema “Il Vangelo della
vita, gioia per il mondo”. Vogliamo porre al centro della nostra
riflessione credente la Parola di Dio, consegnata a noi nelle Sacre Scritture,
unica via per trovare il senso della vita, frutto dell’Amore e generatrice di
gioia. La gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di
Dio e compito affidato all’uomo; dono di Dio in quanto legato alla stessa
rivelazione cristiana, compito poiché ne richiede la responsabilità.
Formati dall’Amore
La novità della vita e la gioia che
essa genera sono possibili solo grazie all’agire divino. È suo dono e,
come tale, oggetto di richiesta nella preghiera dei discepoli: “Finora non
avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra
gioia sia piena” (Gv 16,24). La grazia della gioia è il frutto di una vita
vissuta nella consapevolezza di essere figli che si consegnano con fiducia
e si lasciano “formare” dall’amore di Dio Padre, che insegna a far festa e
rallegrarsi per il ritorno di chi era perduto (cf. Lc 15,32); figli che
vivono nel timore del Signore, come insegnano i sapienti di Israele: «Il
timore del Signore allieta il cuore e dà contentezza, gioia e lunga vita»
(Sir 1,10). Ancora, è l’esito di un’esistenza “cristica”, abitata dallo
stesso sentire di Gesù, secondo le parole dell’Apostolo: «Abbiate in voi
gli stessi sentimenti di Cristo Gesù», che si è fatto servo per amore
(cf. Fil 2,5-6). Timore del Signore e servizio reso a Dio e ai fratelli al
modo di Gesù sono i poli di un’esistenza che diviene Vangelo della vita,
buona notizia,
capace di portare la gioia grande,
che è di tutto il popolo (cf. Lc 2,10-13).
Il lessico nuovo della
relazione
I
segni di una cultura chiusa all’incontro, avverte il Santo Padre, gridano nella
ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro
le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro
la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema
fragilità. Egli ricorda che solo una comunità dal respiro evangelico è capace
di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una
comunità che sa farsi “samaritana” chinandosi sulla storia umana lacerata,
ferita, scoraggiata; una comunità che con il salmista riconosce: «Mi indicherai
il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla
tua destra» (Sal 16,11).
Di
questa vita il mondo di oggi, spesso senza riconoscerlo, ha enorme bisogno per
cui si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la
cultura della tristezza e dell’individualismo, che mina le basi di ogni
relazione.
Punto iniziale per testimoniare il
Vangelo della vita e della gioia è vivere con cuore grato la fatica
dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità. Il
credente, divenuto discepolo del Regno, mentre impara a confrontarsi
continuamente con le asprezze della storia, si interroga e cerca risposte
di verità. In questo cammino di ricerca sperimenta che stare con
il Maestro, rimanere con Lui (cf. Mc 3,14; Gv 1,39) lo conduce a gestire
la realtà e a viverla bene, in modo sapiente, contando su una concezione
delle relazioni non generica e temporanea, bensì cristianamente limpida e
incisiva. La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno
appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le
parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del
perdono reciproco e della misericordia, guardano alla gioia degli uomini
perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo. Un
annuncio dell’amore paterno e materno che sempre dà vita, che contagia
gioia e vince ogni tristezza.
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preghiera sul Vangelo
Nei tuoi gesti, Gesù,
c'è tutto il tuo amore e la tua compassione
verso una persona malata. Ecco perché tu ti avvicini, ti fai prossimo, vieni
accanto:
non puoi guarire a distanza, senza essere
troppo coinvolto,
senza toccare con mano un corpo che soffre, che
pena.
Ecco perché hai voluto assumere la nostra
carne, sperimentare in prima persona quello che passa per le nostr membra, condivideree
tutto ciò che appartiene alla nostra esistenza umana. Tu prendi per mano come
fa un padre con il figlio o che non sa ancora orientarsi, come una madre che
sostiene il suo passo incerto, come un amico che non ti abbandona quando sei
debole, fragile, incapace di rialzarti da solo, hdi venirne fuori con le tue
forze.
Tu prendi per mano e manifesti la tua dolcezza
e la tua forza,
senza ferire, senza umiliare. E rimetti in
piedi, accompagni, aiuti ognuno di noi perché ritrovi l’energia per camminare,
per andare avanti.
Rialzi ora e sei pronto a rialzare ogni volta
che cadiamo.
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