sabato 31 ottobre 2020

 1° novembre 2020: TUTTI I SANTI

Prima lettura (Ap 7,2-4.9-14)

Dal libro dell'Apocalisse

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. 

E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».

E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele:

Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».

E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

 

Salmo responsoriale (Sal 23)

Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

 

Seconda lettura (1Gv 3,1-3)

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

 

Vangelo (Mt 5,1-12)

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni   sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°°

Tutti i santi- omelia


La liturgia di questa Solennità ci invita alla riconoscenza, alla festa e al ringraziamento… 

—Siamo anche noi, infatti, la «moltitudine immensa» radunata dall’Agnello, insieme agli angeli e ai santi, invitati a cantare l’ inno di lode e di ringraziamento (prima lettura).

— Siamo noi la ‘folla’ alla quale Gesù rivolge il suo annuncio di felicità, in cui tante volte risuona la parola ‘Beati!’ (vangelo).

— Siamo noi i «figli di Dio», destinatari dell’amore del Padre. La nostra dignità un giorno apparirà in tutto il suo splendore (seconda lettura). 

 

Quello di oggi è un messaggio forte, che domanda di essere inteso e accolto. 

C’è una parola che figura in tutte e tre le letture: è il verbo ‘vedere’ che significa riflettere nella fede, comprendere e gustare i doni di Dio… 

«Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre», esordisce il brano tratto dalla prima lettera di Giovanni.

E il vangelo comincia con «Gesù, vedendo le folle, salì sul monte...». 

E l’ Apocalisse… ‘vidi’ una moltitudine immensa.. .dell’Apocalisse che si impone.

La salvezza, la gioia, la festa che Dio ci offre non sono un sogno, un’illusione, ma una realtà. 

 

In ognuna delle Beatitudini del vangelo noi oggi possiamo riconoscere il volto stesso di Gesù e  i volti di uomini e donne che sono stati o sono ancora nostri compagni di viaggio. In ognuna delle categorie che Gesù ci presenta noi possiamo ravvisare i tratti di qualcuno che ha avuto un cuore di povero, che ha praticato la mitezza e la misericordia, che ha avuto uno sguardo puro e limpido, che ha sofferto e lottato perla giustizia e la liberazione degli oppressi.

A pensarci bene l’esistenza di queste persone, spesso molto semplice e modesta, ha lasciato un segno, un segno che rimane. Molto più di quanto abbiano fatto personaggi alla ribalta, vissuti costantemente sotto i riflettori.

Santità … sviluppo del nostro essere figli amati. che rispondono con l’amor riconoscente al dono ricevuto senza nessun merito…

 

a. Quel segno è la traccia profonda della santità. Una santità quotidiana, vissuta nello scorrere dei giorni. Non la santità eroica che pone sugli altari e viene proposta come esempio, ma la santità feriale, intessuta a doppio filo con le vicende di una famiglia, di un gruppo di lavoratori, di una cerchia di amici e conoscenti, di una comunità cristiana. Senza fare chiasso, nei frangenti più diversi, spesso nelle prove che riserva la vita, essi hanno fatto giungere qualcosa di prezioso: un gesto o una parola, destinati a rasserenare, a consolare, a convincere, a placare, a sostenere. Si è trattato di una vera e propria iniezione di fiducia, di speranza, offerta con la sincerità di coloro che diventano testimoni , ma rimangono discreti e, in ogni caso, non umiliano mai, non mettono mai a disagio.

 

b. Come un po’ di luce che riesce a rischiarare la notte più buia, come un pizzico di lievito capace di far fermentare una grande massa di pasta, i santi sono riusciti a strapparci alla tristezza o all’angoscia, all’astio o al desiderio di vendetta, alla tentazione di ferire qualcuno per farlo star male. Ci hanno vaccinato dall’orgoglio e dalla gelosia e hanno destato in noi i sentimenti e le forze migliori. È questa santità che oggi celebriamo con gratitudine perché in essa vediamo la presenza dello Spirito. Egli agisce nell’ intimo dei cuori, dona saggezza e luce, audacia e fedeltà. Ognuno di noi può beneficiare dei suoi doni, basta che gli apra la sua vita con fiducia e disponibilità.

Non diventeremo perfetti, resterà nella nostra esistenza sempre qualche ombra, qualche fragilità, qualche incrinatura, ma nello stesso potremo trasmettere qualcosa della bontà e della bellezza di Dio. E soprattutto gusteremo la felicità, una felicità autentica. Sì, perché la santità va di pari passo con la felicità, cioè con la pace del cuore e con una pienezza di vita che non si sgretola anche nei momenti più difficili.

Santi, non perfetti. La santità, è vero, ci spaventa un poco. Troppo distante. dalle nostre possibilità, troppo lontana dai nostri progetti…

 

Papa Francesco 18 marzo 2028 (“Gaudete et exultate”)

 

7. Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”

 

Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali.[14]

 

Carlo Acutis: 2001-2016, motro di leucemia fulminante e beatificato il 10 ottobre 2010 ad Assisi…


 

 

1° novembre  2020 – SOLENNITA DI TUTTI I SANTI

 

Avvisi

……………………………………………………………………………………

 

Nel pomeriggio del 1° nov., con decreto della Curia diocesana, non è possibile fare la processione e la preghiera al Cimitero. Noi, comunque, come parrocchia, ci troviamo ugualmente nella nostra chiesa alle ore 15.00 – per una Celebrazione di preghiera in suffragio dei nostri defunti.

 

Lunedì 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti. 

La Messa sarà celebrata nella nostra chiesa al mattino alle ore 9.30. (Al pomeriggio c’è un funerale…)

……………………………………………………………………………………

Stiamo cercando di organizzare il catechismo, seguendo anche le indicazioni della nostra diocesi.

 

Mercoledì 4 novembre alle 20,45 -in salone: incontro catechiste e i catechisti per definire il calendario prossimo e le modalità della catechesi, secondo alcune indicazioni e possibilità che sono emerse negli ultimi incontri…

……………………………………………………………………………………

La prossima domenica 8 novembre: Giornata diocesana per il Seminario.

……………………………………………………………………………………

Preghiera (sul Vangelo della domenica)

La logica del mondo considera fortunati quelli che si impongono, quelli che possono, concedersi tutto, perché hanno a disposizione molti soldi,

gli astuti, i duri, i vincenti, e quelli che hanno sempre l'ultima parola o

e riescono a farla franca anche quando sono colpevoli.

Ma quanto durerà questo stato di cose?

il tuo, Gesù, è un annuncio chiaro: tu dichiari che questo mondo avrà termine e che un giorno i criteri mondani  di successo e di riuscita

egoistica, appariranno per quello che realmente sono:

un inganno terribile e un tragico tranello,

Ecco perché i tuoi diretti destinatari non devono piangersi addosso, ma rallegrarsi.

Sì, il Signore della storia sei tu, il Crocifisso Risorto, il vero vincitore.

E a guidare i destini dell'universo sono le tue mani che non portano

uno scettro o un bastone di comando, ma recano ancora il segno dei chiodi, di una morte ingiusta affrontata per amore.

Alla tua gloria, dunque, parteciperanno tutti quelli che hanno adottato

come loro guida il Vangelo e hanno accettato di essere buoni e miti come te.

 

Preghiera in tempo di Covid  (Da “Avvenire”- venerdì 30 0ttobre)

 

Insegnaci, Signore, a pregare questo vuoto. Il vuoto portato da una paura che non conoscevamo e che sembra adesso un inquilino della nostra anima. Il vuoto degli spazi in isolamento. Il vuoto della vita che si fa sentire come sospesa. Il vuoto delle ore che chi è nella solitudine conta in maniera differente. Il vuoto delle incertezze che si accumulano e delle quali non abbiamo ancora parlato. Il vuoto degli occhi di coloro che vediamo soffrire e il vuoto dei tanti che soffrono senza che noi li vediamo. Il vuoto di tutto ciò che, da un attimo all’altro, viene procrastinato. Il vuoto di quella donna anziana che passa il giorno intero col viso contro il vetro della finestra. 

Il vuoto del rifugiato che vede la sua speranza negata da un timbro. 

Il vuoto del giovane davanti a un futuro che sfugge sempre più, come un pensiero distante. Il vuoto che ci raggiunge come un avviso di sfratto dalla vita autentica. Il vuoto degli incontri e delle conversazioni di cui avremmo bisogno ora. Il vuoto di cui si accorgono gli amici. Il vuoto delle risate. Il vuoto di tutti gli abbracci non dati. Il vuoto della prossimità vietata. Il vuoto in cui non ti vediamo.

 °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

sabato 24 ottobre 2020

 25 ottobre 2020

Liturgia 30a domenica del tempo ordinario

 

Prima lettura (Es 22,20-26)

Dal libro dell’Èsodo

Così dice il Signore: 
«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».

 

Salmo responsoriale (Sal 17)

Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, 
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

 

Seconda lettura (1Ts 1,5-10)

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia. 
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. 
Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.

 

Vangelo (Mt 22,34-40)

Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua menteQuesto è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stessoDa questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°

omelia 30a A 


Uno scriba chiede quale sia il più grande comandamento (al singolare), e Gesù risponde elencandone due. L'amore per Dio è il più grande e il primo: il primato di Dio è affermato senza esitazione. Dicendo però che «il secondo è simile al primo», Gesù dice che tra i due comandamenti c'è un legame molto stretto, che non si può dividere. L’amore per Dio è «con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente». L'amore per l'uomo è aggamciato al primo ed è la verifica che l’amore per Dio è autentico e vero. 

Amerai il tuo prossimo come ami te stesso. L’invito è: ama te stesso, amati come un prodigio della mano di Dio. Accetta te stesso, accogliendo le qualità e i doni che sei invitato a scoprire. Amare se stessi non vuol dire pensare a se stessi, farsi il centro di tutto, chiudersi nei propri interessi, dimenticare gli altri… Se io mi riconosco e mi accetto secondo lo sguardo che Dio ha su di me, sono capace anche di accogliere l’altro come un altro me stesso, uguale a me, della stessa dignità…

 

L’amore al Signore è il primo: solo Lui deve essere adorato, la totalità appartiene solo al Signore. Ma l’amore al Signore non può essere senza l'amore per l'uomo. E difatti Gesù dice: «Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti». 

Non si tratta di due comandamenti paralleli, semplicemente accostati. E neppure basta dire che il secondo si fonda sul primo. Molto di più: il secondo rende vero e concreto il primo, testimonia che il primo comandamento è preso sul serio e non è un amore incompleto… 

Vedi 1° lettura… leggere i bisogni e le povertà, fare attenzione alle necessità di chi ci è vicino, dare segni di accoglienza concreta, essere mano della Provvidenza di Dio…

 

Secondo voi che cosa sono le comunità? non sono un unico corpo, in cui tutti sono membra gli uni degli al­tri?. Ciascuno secondo le sue capacità, cercate di restare uniti gli uni agli altri perché quanto più si è uniti al prossimo, tanto più si è uniti a Dio. Perché comprendiate il senso profondo di que­ste parole, imma­ginate che per terra vi sia un cerchio, una linea circolare. Si chiama centro il punto che sta proprio in mezzo al cerchio. Immaginate che il punto centrale di questo  cerchio sia Dio e i raggi della circonferenza che, dall’esterno, vanno al centro, siano tutte le persone che vivono in questo mondo... Quanto più le persone, come raggi del cerchio, avanzano verso il centro del cerchio, tanto più si avvicinano a Dio. E quanto più si avvicinano a Dio, tanto più si avvicinano gli uni agli altri.  E quanto più si avvicinano gli uni agli altri, tanto più si avvicinano a Dio. 

(Doroteo, vescovo di Gaza)

 

Il primato di Dio si rende visibile e vero nel riconoscimento dell’amore per l'uomo.

Osservando il comportamento cristiano, sono possibili due aspetti, che a volte sembrano dividersi: quella che accentua il primato di Dio (quindi la preghiera, il rapporto col Signore, la conversione interiore personale) e quella che, in nome di Dio, attira l'attenzione sull'uomo (quindi la giustizia, la lotta per un mondo più giusto, la presa di posizione di fronte a strutture ingiuste). Si direbbe più religiosa la prima e più sociale la seconda. Ma tale giudizio è sbrigativo e non dice la verità dei due comandamenti. Quello che conta è non separare…”quello che Dio ha unito” (Ciò che si dice dell’unione inseparabile dell’uomo e della donna, lo si può dire dei due comandamenti…)

Gesù ha detto di amare il prossimo come se stessi, e il Vangelo impegna certamente per la liberazione dell'uomo. Ma questo è possibile in modo efficace solo se si attinge dall’amore per Dio, l’energia interiore per amare l’uomo, immagine di Dio..

(v. i santi della carità…Madre Teresa di Calcutta..)

L'uomo è fatto per Dio, ecco ciò che non va mai dimenticato, neppure là dove la povertà e l'ingiustizia sono grandi.

Partire da Dio ma  da un Dio che si identifica con ogni uomo, creato a sua immagine.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

AVVISI

 

……………………………………………………………………………………

Questa domenica 25 ottobre alla Messa delle 11.00 celebrazione della Cresima, riservata ai 26 ragazzi (e) e agli stretti familiari.

……………………………………………………………………………………

Domenica 1° novembre è la SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI

Le Messe hanno il solito orario festivo.

 

Nel pomeriggio del 1° nov., con decreto della Curia diocesana, non è possibile fare la processione e la preghiera al Cimitero. Noi, comunque, come parrocchia, ci troviamo ugualmente nella nostra chiesa alle ore 15.00 – per una Celebrazione di preghiera in suffragio dei nostri defunti.

 

Giovedì 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti. 

Le Messe saranno celebrate nella nostra chiesa: al mattino alle ore 8.00 e nel pomeriggio alle ore 15.30.

……………………………………………………………………………………

Lunedì 26 ottobre, alle 20.30: : ultimo  incontro nella nostra chiesa, condotto da don A. Malaffo,  per tutte le catechiste(i) della zona lago. 

……………………………………………………………………………………

Stiamo cercando di organizzare il catechismo, seguendo anche le indicazioni della nostra diocesi.

 

Martedì 27 ottobre alle 20,45 -in chiesa: incontro per le famiglie dei ragazzi di 2a media.

 

Preghiera (sul Vangelo della domenica)

 

Tu non hai inventato, Gesù, formule nuove e complicate per farci raggiungere la vita eterna.

Non ci hai neppure affidato prescrizioni impossibili, realizzabili solo da pochi seguaci, tanto eroici o impossibili. No, tu ti sei limitato a pescare nella tradizione collaudata dell’Antico Testamento: è da questo grande patrimonio che hai attinto la risposta  data quel giorno ai farisei. 

In effetti tu ci chiedi di amare Dio, ma non in un modo qualsiasi, non quando, come, quanto vogliamo, ma con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente.

È vero: Dio non può accontentarsi degli scampoli del nostro tempo,

degli avanzi delle nostre giornate.

E non può neanche accettare di figurare tra le tante cose e persone

che occupano un posto nella nostra vita. Egli è unico e pertanto -

chiede di essere accolto in modo speciale.

E altrettanto domanda per ogni uomo che diventa nostro prossimo

perché incontrato sul nostro cammino.

Non c’è bisogno, dunque, di arrampicarsi sugli specchi per fare la volontà di Dio: basta vivere questi due comandamenti. Tu poi, li hai completati e resi  più efficaci con l’invito a fare del tuo amore per noi , 

la misura del nostro amore per i fratelli: ”AMATEVI COME IO VI HO AMATI”.


sabato 17 ottobre 2020

 18 ottobre 2020

29a domenica del tempo ordinario

 

Prima lettura (Is 45,1.4-6)

Dal libro del profeta Isaìa

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri».

Salmo responsoriale (Sal 95)

Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Seconda lettura (1Ts 1,1-5)

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. 
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.


Vangelo (Mt 22,15-21)

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».


*************************************************************

OMELIA - 29a domenica del tempo ordinario 

 

 

A Gerusalemme Gesù è coinvolto in una serie di dibattiti che chiamano in causa i gruppi più rappresentativi del giudaismo.  L'episodio mette due personaggi a confronto: Gesù e gli interroganti. Gesù -- è definito un maestro «veritiero», che insegna la via di Dio «secondo verità» e che non «guarda in faccia nessuno». Un uomo franco, lineare, tutto d'un pezzo, coerente tra il dire e il fare…. Non dice ciò che gli è utile, ciò che gli fa comodo, non è condizionato dal consenso e dalla popolarità: dice ciò che è vero, comunque esso sia. 

Tutto il contrario è la figura dell'interrogante: un uomo contorto, malizioso, capace di fingere per trarre in inganno. La sua domanda non nasce dal desiderio di sapere né gli interessa la verità. Il Vangelo parla di «malizia» e di «ipocrisia. Ma veniamo al punto. 

Al tempo di Gesù, quando la terra d'Israele era soggetta all'imperatore di Roma. 

I più sensibili tra gli ebrei ritenevano di essere in qualche modo violentati nella loro fede. 

I romani non impedivano loro di professarla, ma neppure la rispettavano come essi avrebbero voluto, ad esempio imponendo la loro moneta: gli ebrei trovavano ripugnante dover maneggiare monete con l'effigie dell'imperatore, mentre le norme religiose esigevano di non fare immagine alcuna, né di uomini né di animali. Se si aggiunge che con quelle monete dovevano "pagare le tasse" agli odiati occupanti, la questione si presentava scabrosa. 

Alcuni nemici di Gesù (erodiani e farisei…) per tendergli un tranello: “E’ lecito o no pagare le tasse a Cesare, cioè all'imperatore romano?

Se avesse risposto di sì, lo avrebbero denunciato presso i connazionali quale amico dei romani e quindi traditore del suo popolo; se avesse risposto di no, lo avrebbero accusato presso le autorità romane di essere loro nemico.

Gesù si fece mostrare una moneta …. "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio".

Con queste parole Gesù stabilisce princìpi e criteri sempre validi anche oggi…. 

Riconosce la legittimità del potere politico, i diritti dello Stato, che diventano doveri per il cittadino… È significativo, ad esempio, che Paolo scriva ai cristiani di Roma (Rm 13) sollecitandoli a pagare le tasse e a rispettare le autorità (che pure erano pagane). 

Anche se non gestito dai cristiani, lo Stato ha i suoi diritti.. Gesù, però,  nega le sue eventuali pretese di essere un assoluto: non tutto va a Cesare, perché ci sono soprattutto i diritti di Dio che diventano una risposta doverosa per il credente. Pagare le tasse non piace a nessuno, ma è giusto e dunque doveroso farlo, perché è destinato a realizzare il bene comune (se poi il governo esagera nelle richieste o usa male il ricavato, in una moderna democrazia i cittadini possono manifestare il loro scontento alle prossime elezioni).

 Tuttavia lo Stato non può arrogarsi diritti che competono solo a Dio («e a Dio quello che è di Dio»). 

Questo significa che  l’autorità dello Stato non può assorbire tutto l'uomo, non può sostituirsi alla coscienza, non può imporre il suo pensiero. Il cristiano rifiuta di far coincidere per intero la sua coscienza con gli interessi dello Stato. (Vedi le dittature del secolo scorso: nazismo- comunismo.. e altre…)

Ancora: Gesù parlava a uomini che conoscevano bene la Bibbia; in particolare la sua prima pagina, laddove si afferma che "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò" (Genesi 1,27): se la moneta apparteneva a colui di cui recava l'immagine, anche l'uomo appartiene a Colui di cui è l'immagine. In altre parole, l'uomo è tenuto a impegnarsi per il bene comune, deve concorrere a realizzare una società terrena giusta e solidale, ma nessuno stato, nessun governante potrà mai pretendere autorità sulla sua coscienza, sulla sua dignità, sulla sua libertà. Peraltro l'uomo ha il dovere di non consegnare mai a nessuno la propria coscienza.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

 

Avvisi

 

Oggi GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE sul tema: “TESSITORI DI FRATERNITA’”. 



Venerdì 23 ore 20.30 a Lazise: Presentazione ottobre missionario

……………………………………………………………………………………

Il 25 ottobre prossimo alla Messa delle 11,00 celebrazione della Cresima, riservata ai ragazzi (e) e agli stretti familiari. Chi frequenta

questa Messa è pregato di partecipare ad una delle altre in orario.

……………………………………………………………………………………

Stiamo cercando di organizzare il catechismo, seguendo anche le indicazioni della nostra diocesi. E’ importante avere un contatto anche con le famiglie dei fanciulli e dei ragazzi, perché nella nuova proposta, si intende valorizzare il contributo educativo delle nostre famiglie. Perciò, in accordo con le catechiste(i) abbiamo pensato di fare 3 incontri, per spiegare il tutto:

 

Mercoledì 21 ottobre- alle 20,45 -in chiesa: le famiglie dei ragazzi di 5a e 1a media.

Giovedì  22 ottobre- alle 20,45 -in chiesa: le famiglie dei ragazzi di 3a e 4a elem. 

Martedì 27 ottobre alle 20,45 -in chiesa: le famiglie dei ragazzi di 2a media.

 

Preghiera (sul Vangelo della domenica)

 

Nessun cristiano, Gesù, può trovare giustificazioni

per non pagare le tasse, per sottrarsi con qualche sotterfugio al dovere di contribuire alle necessità di un Paese.

Le tue parole sono chiare. Le scuse accampate da questa o quella categoria per non corrispondere il dovuto, si sciolgono come neve al sole. 

Non si può essere veri discepoli se non si è cittadini onesti

e non si può donare qualcosa in carità, evitando di versare somme ben più ingenti richieste dalla giustizia. Ma da chi ti segue, tu non esigi solamente che sia rispettoso delle leggi del suo popolo.

Tu chiedi che sia altrettanto rigoroso nel suo rapporto con Dio.

E se è vero che strade e ponti, assistenza sociale e sanitaria,

cura dell’ordine e del bene pubblico sono garantiti da uno Stato,

è altrettanto vero che molto di più noi dobbiamo a Dio e che, di conseguenza, ben più rigorosa deve essere in gratitudine e in obbedienza la nostra relazione con lui.