sabato 3 aprile 2021

3-4 aprile- PASQUA DI RISURREZIONE

 

SEQUENZA

Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

Vangelo

Egli doveva risuscitare dai morti. - Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,1-9

 

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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la nostra chiesa






 omelia di Pasqua

 

Pasqua è la festa più grande della nostra fede, festa della nuova creazione. Nel nostro intimo sentiamo un po’ tutti che la Pasqua contiene in sé un annuncio di speranza, un messaggio che ci rincuora e ci sostiene. E qual è il fondamento di tutto questo? E’ Gesù risorto e vivo. Lui ci ha aperto la strada verso una nuova vita e noi vogliamo percorrerla! 

Quindi c’è una nuova prospettiva per noi. All’inizio della Liturgia della Parola nella Veglia pasquale abbiamo ascoltato il racconto della creazione del mondo. Questa prepara la creazione nuova, cioè la possibilità di essere rinnovati profondamente nell’intimo, di essere nuova creatura, per il dono del Battesimo (di cui facciamo memoria in questa Veglia..) . 

Il Battesimo mette in noi il germe e l’inizio di una vita come figli di Dio che rende possibile una relazione unica con Il Signore della vita. E’ il fondamento del nostro essere cristiani.

Da qui deriva l’essere fratelli nella stessa fede. E’ una grazia  che possiamo vivere perchè riceviamo dal Signore il dono di un amore che non ci siamo dati, che non è prima di tutto il risultato dei nostri sforzi, peraltro sempre necessari. 

Ma ancora prima di vivere la fraternità nella stessa fede, siamo trasformati dalla grazia di Dio che rende possibile relazioni buone, esperienze di dialogo sincero, di perdono e di accoglienza, di ascolto autentico e di sostegno generoso… 

(Vedi le semplici parole dei ragazzi (e) che hanno offerto piccole esperienze  di vita nella  Via Crucis del Venerdì Santo a Roma: momenti nei quali la presenza di Gesù è stata riconosciuta e invocata da loro come forza e sostegno per superare gli ostacoli dell’egoismo e delle proprie piccole chiusure!).

Il Risorto, con la sua potenza di vita, ci fa desiderare e godere tutto ciò che é bello e buono e che dà vigore e serenità alla nostra vita. Senza di Lui non possiamo farcela… soprattutto in questo tempo difficile…

 

Un altro aspetto importante  della Pasqua: “Dio disse: «Sia la luce!» (Gen 1,3). 

La luce rende possibile la vita, l’incontro, la comunicazione.  L’oscurità ci crea ansia e paura. 

Gesù Risorto é finalmente lo splendore pieno della luce… Risorge dal sepolcro e diventa la piena luce di Dio. Questa, però, non si riferisce soltanto a Gesù. Con la sua risurrezione la luce stessa si espande, di diffonde fino a illuminare gli angoli più nascosti delle nostre tenebre, cioè del peccato che ci condiziona. Il Signore ci attira dietro di sé e vince ogni forma di buio. 

E’ possibile, allora la libertà al male. Mediante il Sacramento del battesimo e la professione della fede, il Signore ha costruito un ponte verso di noi, ci prende per mano e ci è stato detto: ricevi la luce della fede e sii fedele a questa! Non vergognarti di essere cristiano! Per questo, la Chiesa antica ha chiamato il Battesimo illuminazione.

 

Ed ora una riflessione-preghiera sul Vangelo della resurrezione:

 

È ancora buio, Gesù, quando Maria Maddalena si reca al tuo sepolcro.

Non ci sono solo tenebre all’esterno, c'è oscurità anche dentro il suo cuore,

sconvolto dalla tua morte e ora dall’ impossibilità di piangere su un corpo senza vita. Così si fa strada un’ ipotesi, quella che appare la più plausibile:

«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno postol».

Così Pietro e l'altro discepolo corrono per vedere cos 'è accaduto, e trovano i teli e il sudario, posati all'interno, in bell’ordine.

Ed è a questo punto che il più giovane, lui che era giunto per primo alla tua tomba,

arriva anche per primo alla fede. Era rimasto ai piedi della croce assieme a Maria, la madre tua, ti aveva visto morire, consegnare lo spirito al Padre. Ora avverte che non poteva finire così, che il tuo amore non poteva venir sconfltto dalla morte. E il suo cuore si apre un po’alla volta alla fiducia e alla speranza. Le Scritture si compongono come le tessere di un mosaico e c'è la certezza finalmente di poter incontrarti ancora e sempre. Tu vivo e presente nella nostra vita fi tutti i giorni! (Roberto Laurita)

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LA  RESURREZIONE IN GIOTTO


Giotto raffigura gli angeli seduti sul sepolcro vuoto, le guardie tramortite e l’incontro di Maria di Magdala con il Signore risorto (Giovanni 20,11-18). A Padova, nella Cappella degli Scrovegni (1303-1305), vediamo Maria protendersi verso Gesù che con la mano le fa segno di non avvicinarsi: è il Noli me tangere di tanti dipinti, in cui il Signore è rappresentato con la vanga o la zappa da giardiniere (così Tiziano, nella tela ora alla National Gallery di Londra, 1514). Giotto, però, non si sofferma sul fraintendimento di Maria, che pensò di avere davanti a sé il custode del giardino e non Gesù risorto. 

Agli attrezzi da giardiniere sostituisce uno stendardo su cui è scritto: «Victor mortis». Ogni equivoco è dissipato: ecco il Signore della vita, vincitore della morte, che come gli angeli indossa una veste bianca con i bordi d’oro. Già apparso nella storia dell’arte, il motivo del vessillo, associato spesso alla croce vittoriosa, diverrà un topos, un emblema frequente della risurrezione, dalla fine del Medioevo in poi. (da "Famiglia cristiana )