sabato 21 giugno 2014

22 giugno 2014
Solennità del CORPO e del  SANGUE DEL SIGNORE- A
















OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano - 
Giovedì, 19 giugno 2014
«Il Signore, tuo Dio, … ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi» (Dt 8,2).Queste parole del Deuteronomio fanno riferimento alla storia d’Israele, che Dio ha fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione di schiavitù, e per quarant’anni ha guidato nel deserto verso la terra promessa. Una volta stabilito nella terra, il popolo eletto raggiunge una certa autonomia, un certo benessere, e corre il rischio di dimenticare le tristi vicende del passato, superate grazie all’intervento di Dio e alla sua infinita bontà. Allora le Scritture esortano a ricordare, a fare memoria di tutto il cammino fatto nel deserto, nel tempo della carestia e dello sconforto. L’invito è quello di ritornare all’essenziale, all’esperienza della totale dipendenza da Dio, quando la sopravvivenza era affidata alla sua mano, perché l’uomo comprendesse che «non vive soltanto di pane, ma … di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3). Oltre alla fame fisica l’uomo porta in sé un’altra fame, una fame che non può essere saziata con il cibo ordinario. E’ fame di vita, fame di amore, fame di eternità. E il segno della manna – come tutta l’esperienza dell’esodo – conteneva in sé anche questa dimensione: era figura di un cibo che soddisfa questa fame profonda che c’è nell’uomo. Gesù ci dona questo cibo, anzi, è Lui stesso il pane vivo che dà la vita al mondo (cfr Gv 6,51). Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del pane; il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un semplice alimento con cui saziare i nostri corpi, come la manna; il Corpo di Cristo è il pane degli ultimi tempi, capace di dare vita, e vita eterna, perché la sostanza di questo pane è l’Amore.
Nell’Eucaristia si comunica l’amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con Sé stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze. Vivere l’esperienza della fede significa lasciarsi nutrire dal Signore e costruire la propria esistenza non sui beni materiali, ma sulla realtà che non perisce: i doni di Dio, la sua Parola e il suo Corpo.
Se ci guardiamo attorno, ci accorgiamo che ci sono tante offerte di cibo che non vengono dal Signore e che apparentemente soddisfano di più. Alcuni si nutrono con il denaro, altri con il successo e la vanità, altri con il potere e l’orgoglio. Ma il cibo che ci nutre veramente e che ci sazia è soltanto quello che ci dà il Signore! Il cibo che ci offre il Signore è diverso dagli altri, e forse non ci sembra così gustoso come certe vivande che ci offre il mondo. Allora sogniamo altri pasti, come gli ebrei nel deserto, i quali rimpiangevano la carne e le cipolle che mangiavano in Egitto, ma dimenticavano che quei pasti li mangiavano alla tavola della schiavitù. Essi, in quei momenti di tentazione, avevano memoria, ma una memoria malata, una memoria selettiva. Una memoria schiava, non libera.
Ognuno di noi, oggi, può domandarsi: e io? Dove voglio mangiare? A quale tavola voglio nutrirmi? Alla tavola del Signore? O sogno di mangiare cibi gustosi, ma nella schiavitù? Inoltre, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia memoria? Quella del Signore che mi salva, o quella dell’aglio e delle cipolle della schiavitù? Con quale memoria io sazio la mia anima?
Il Padre ci dice: «Ti ho nutrito di manna che tu non conoscevi». Recuperiamo la memoria. Questo è il compito, recuperare la memoria. E impariamo a riconoscere il pane falso che illude e corrompe, perché frutto dell’egoismo, dell’autosufficienza e del peccato.

Tra poco, nella processione, seguiremo Gesù realmente presente nell’Eucaristia. L’Ostia è la nostra manna, mediante la quale il Signore ci dona se stesso. A Lui ci rivolgiamo con fiducia: Gesù, difendici dalle tentazioni del cibo mondano che ci rende schiavi, cibo avvelenato; purifica la nostra memoria, affinché non resti prigioniera nella selettività egoista e mondana, ma sia memoria viva della tua presenza lungo la storia del tuo popolo, memoria che si fa “memoriale” del tuo gesto di amore redentivo. Amen.
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calendario liturgico
23 - Lunedì - 12.a Tempo Ordinario - 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5
Liturgia: Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!
24 - Martedì - 12.a Tempo Ordinario - NATIVITÀ DI S. GIOVANNI BATTISTA (s) –
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda. 
Liturgia: Is 49,1-6;
Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80 
25 - Mercoledì - 12.a Tempo Ordinario- Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
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Liturgia: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20
26 - Giovedì - 12.a Tempo Ordinario -Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
 Liturgia: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29
27 - Venerdì - SACRO CUORE DI GESÙ - L’amore del Signore è per sempre
Liturgia: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30
28- sabato - S. Ireneo (m)- 
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

Liturgia: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2.1.4-8; Lc 2,41-51
avvisi
La nostra parrocchia, anche in vista della celebrazione dei 40 anni dalla sua costituzione, ha necessità di alcuni lavori di restauro e di manutenzione. Prima di tutto abbiamo notato che il ciborio che contiene il tabernacolo è stato intaccato dal tarlo; così pure gli armadi che sono in sacrestia, qualche altro mobile ed anche il crocifisso ligneo nella cappella laterale. Perciò, a partire dal prossimo lunedì 23 giugno una ditta specializzata (che ha restaurato anche il coro del santuario del Frassino…) procederà ai lavori di disinfestazione e pulizia. Vedrete, ad esempio, che tutta la struttura del ciborio sarà ricoperta da un nylon per una settimana…
In seguito, con il parere favorevole del Consiglio parrocchiale delle attività economiche, procederemo anche alla pulizia interna ed esterna della chiesa, ad opera di un’altra ditta, Su questo vi daremo notizia appena possibile…
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GREST 2014 va dal  30 giugno - 25 luglio.
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 Preghiera nella Solennità del “Corpus Domini”  
C'è una comunione profonda che tu offri ad ognuno di noi e passa  attraverso un gesto del tutto semplice e naturale.  Tu, Gesù, 
ci chiedi di mangiare quel pane che è il tuo Corpo, tu ci inviti a bere quel vino che è il tuo Sangue. E attraverso di essi che si compie un mistero d'amore e si realizza  una possibilità impensabile: tu dimori in noi e noi dimoriamo in te. Come un piccolo d'uomo nel grembo di sua madre si nutre di lei e attraverso di lei, percepisce tutto ciò che accade, così anche a noi tu doni di essere trasformati in te e di cogliere questa nostra storia con il tuo sguardo mite e benevolo, con il tuo cuore compassionevole. Quanto accade, in effetti, non richiede grandi ragionamenti, non esige dotti concetti, non obbliga a discorsi impegnativiÈ una questione di fede: basta accettare di essere sfamati el dissetati, accolti e ristorati, sostenuti e rinvigoriti. Senza alcun nostro sforzo o merito, per pura grazia, per solo amore.
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