22 giugno
2014
Solennità
del CORPO e del SANGUE DEL SIGNORE- A
OMELIA
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
«Il Signore,
tuo Dio, … ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi» (Dt 8,2).Queste
parole del Deuteronomio fanno riferimento alla storia d’Israele, che Dio ha
fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione di schiavitù, e per quarant’anni ha
guidato nel deserto verso la terra promessa. Una volta stabilito nella terra,
il popolo eletto raggiunge una certa autonomia, un certo benessere, e corre il
rischio di dimenticare le tristi vicende del passato, superate grazie
all’intervento di Dio e alla sua infinita bontà. Allora le Scritture esortano a
ricordare, a fare memoria di tutto il cammino fatto nel deserto, nel tempo
della carestia e dello sconforto. L’invito è quello di ritornare
all’essenziale, all’esperienza della totale dipendenza da Dio, quando la
sopravvivenza era affidata alla sua mano, perché l’uomo comprendesse che «non
vive soltanto di pane, ma … di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3). Oltre alla
fame fisica l’uomo porta in sé un’altra fame, una fame che non può essere saziata
con il cibo ordinario. E’ fame di vita, fame di amore, fame di eternità. E il
segno della manna – come tutta l’esperienza dell’esodo – conteneva in sé anche
questa dimensione: era figura di un cibo che soddisfa questa fame profonda che
c’è nell’uomo. Gesù ci dona questo cibo, anzi, è Lui stesso il pane vivo che dà
la vita al mondo (cfr Gv 6,51). Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del
pane; il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un
semplice alimento con cui saziare i nostri corpi, come la manna; il Corpo di
Cristo è il pane degli ultimi tempi, capace di dare vita, e vita eterna, perché
la sostanza di questo pane è l’Amore.
Nell’Eucaristia
si comunica l’amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con
Sé stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e
bisognosa di rigenerare le proprie forze. Vivere l’esperienza della fede
significa lasciarsi nutrire dal Signore e costruire la propria esistenza non
sui beni materiali, ma sulla realtà che non perisce: i doni di Dio, la sua
Parola e il suo Corpo.
Se ci
guardiamo attorno, ci accorgiamo che ci sono tante offerte di cibo che non
vengono dal Signore e che apparentemente soddisfano di più. Alcuni si nutrono
con il denaro, altri con il successo e la vanità, altri con il potere e
l’orgoglio. Ma il cibo che ci nutre veramente e che ci sazia è soltanto quello
che ci dà il Signore! Il cibo che ci offre il Signore è diverso dagli altri, e
forse non ci sembra così gustoso come certe vivande che ci offre il mondo.
Allora sogniamo altri pasti, come gli ebrei nel deserto, i quali rimpiangevano
la carne e le cipolle che mangiavano in Egitto, ma dimenticavano che quei pasti
li mangiavano alla tavola della schiavitù. Essi, in quei momenti di tentazione,
avevano memoria, ma una memoria malata, una memoria selettiva. Una memoria
schiava, non libera.
Ognuno di
noi, oggi, può domandarsi: e io? Dove voglio mangiare? A quale tavola voglio
nutrirmi? Alla tavola del Signore? O sogno di mangiare cibi gustosi, ma nella
schiavitù? Inoltre, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia memoria? Quella
del Signore che mi salva, o quella dell’aglio e delle cipolle della schiavitù?
Con quale memoria io sazio la mia anima?
Il Padre ci
dice: «Ti ho nutrito di manna che tu non conoscevi». Recuperiamo la memoria.
Questo è il compito, recuperare la memoria. E impariamo a riconoscere il pane
falso che illude e corrompe, perché frutto dell’egoismo, dell’autosufficienza e
del peccato.
Tra poco, nella
processione, seguiremo Gesù realmente presente nell’Eucaristia. L’Ostia è la
nostra manna, mediante la quale il Signore ci dona se stesso. A Lui ci
rivolgiamo con fiducia: Gesù, difendici dalle tentazioni del cibo mondano che
ci rende schiavi, cibo avvelenato; purifica la nostra memoria, affinché non
resti prigioniera nella selettività egoista e mondana, ma sia memoria viva
della tua presenza lungo la storia del tuo popolo, memoria che si fa
“memoriale” del tuo gesto di amore redentivo. Amen.
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calendario
liturgico
23 - Lunedì - 12.a Tempo Ordinario - 2Re
17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5
Liturgia: Salvaci con la tua destra e
rispondici, Signore!
24 - Martedì - 12.a Tempo Ordinario - NATIVITÀ DI S.
GIOVANNI BATTISTA (s) –
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una
meraviglia stupenda.
Liturgia:
Is 49,1-6;
Sal 138; At 13,22-26; Lc
1,57-66.80
25 - Mercoledì - 12.a Tempo Ordinario- Insegnami,
Signore, la via dei tuoi decreti
.
Liturgia: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20
Liturgia: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20
26 - Giovedì - 12.a Tempo Ordinario -Salvaci, Signore,
per la gloria del tuo nome.
Liturgia: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29
27 - Venerdì - SACRO CUORE DI GESÙ - L’amore del Signore
è per sempre
Liturgia: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv
4,7-16; Mt 11,25-30
28- sabato -
S. Ireneo (m)-
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.
Liturgia: Is 61,9-11; Cant. 1Sam
2.1.4-8; Lc 2,41-51
avvisi
La nostra parrocchia, anche in vista della
celebrazione dei 40 anni dalla sua costituzione, ha necessità di alcuni lavori
di restauro e di manutenzione. Prima di tutto abbiamo notato che il ciborio che
contiene il tabernacolo è stato intaccato dal tarlo; così pure gli armadi che
sono in sacrestia, qualche altro mobile ed anche il crocifisso ligneo nella
cappella laterale. Perciò, a partire dal prossimo lunedì 23 giugno una ditta
specializzata (che ha restaurato anche il coro del santuario del Frassino…)
procederà ai lavori di disinfestazione e pulizia. Vedrete, ad esempio, che
tutta la struttura del ciborio sarà ricoperta da un nylon per una settimana…
In seguito, con il parere favorevole del Consiglio parrocchiale delle attività
economiche, procederemo anche alla pulizia interna ed esterna della chiesa,
ad opera di un’altra ditta, Su questo vi daremo notizia appena possibile…
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GREST
2014 va dal
30 giugno - 25 luglio.
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Preghiera nella Solennità del “Corpus Domini”
C'è una comunione profonda che tu offri ad ognuno di noi e passa attraverso un gesto del tutto semplice e
naturale. Tu, Gesù,
ci chiedi di mangiare quel pane che è il tuo Corpo, tu ci inviti a bere quel vino che è il tuo Sangue. E attraverso di essi che si compie un mistero d'amore e si realizza una possibilità impensabile: tu dimori in noi e noi dimoriamo in te. Come un piccolo d'uomo nel grembo di sua madre si nutre di lei e attraverso di lei, percepisce tutto ciò che accade, così anche a noi tu doni di essere trasformati in te e di cogliere questa nostra storia con il tuo sguardo mite e benevolo, con il tuo cuore compassionevole. Quanto accade, in effetti, non richiede grandi ragionamenti, non esige dotti concetti, non obbliga a discorsi impegnativiÈ una questione di fede: basta accettare di essere sfamati el dissetati, accolti e ristorati, sostenuti e rinvigoriti. Senza alcun nostro sforzo o merito, per pura grazia, per solo amore.
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ci chiedi di mangiare quel pane che è il tuo Corpo, tu ci inviti a bere quel vino che è il tuo Sangue. E attraverso di essi che si compie un mistero d'amore e si realizza una possibilità impensabile: tu dimori in noi e noi dimoriamo in te. Come un piccolo d'uomo nel grembo di sua madre si nutre di lei e attraverso di lei, percepisce tutto ciò che accade, così anche a noi tu doni di essere trasformati in te e di cogliere questa nostra storia con il tuo sguardo mite e benevolo, con il tuo cuore compassionevole. Quanto accade, in effetti, non richiede grandi ragionamenti, non esige dotti concetti, non obbliga a discorsi impegnativiÈ una questione di fede: basta accettare di essere sfamati el dissetati, accolti e ristorati, sostenuti e rinvigoriti. Senza alcun nostro sforzo o merito, per pura grazia, per solo amore.