martedì 16 febbraio 2021

 INIZIO QUARESIMA

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,1-6.16-18
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
 
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
 
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

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L'immagine scelta per la Quaresima e la Pasqua 2021 è una porzione del mosaico realizzato nel 2006 da padre Marko Ivan Rupnik e dagli artisti del Centro Aletti nella cappella del Collegio San Stanislao a Ljubljana, in Slovenia. Il punto di partenza contenutistico per questo mosaico si trova nella cappella stessa, che porta una tragica impronta storica: qui dentro le persone che vi erano condotte aspettavano la morte, aspettavano di conoscere la decisione su dove sarebbero state deportate e uccise.

 


La scena si ispira al brano della visione della pianura di ossa del profeta Ezechiele (cf Ez 37,1-14).

Tutta la terra è disseminata di ossa. Ci sono ossa dappertutto, in tantissime grotte, perché noi uomini, di generazione in generazione, continuiamo a spingerci nelle grotte. C’è sempre qualcosa di più importante dell’uomo che si ha davanti e ce lo fa spingere nella morte. Ma quanto più è forte la morte, tanto più forte è Gesù Cristo

 

Lo Spirito Santo è il Signore che dà la vita

 

 

In questa valle soffia lo Spirito e le ossa rivivono. E allora basta con le ossa, basta con gli elenchi di morti, di uccisi. Bisogna mostrare come la fede guarda a queste ossa, come la Parola di Dio le illumina. Quando soffia questo vento – lo Spirito –, tutte queste ossa rivivono, si rivestono. Teologicamente parlando, sappiamo che lo Spirito Santo è il Signore che dà la vita, è il Signore che ha portato il Verbo nella vita, ha formato la vita secondo l’immagine del Verbo, ha incarnato Gesù Cristo nella Vergine Maria. Perciò questo Spirito non è un’energia astratta, ma un Volto.

Gli artisti hanno cercato di far apparire il volto di Gesù Cristo come la cosa più potente in questa cappella. Perché lo Spirito Santo ha concentrato l’amore di Dio su questo volto, che è immensamente buono.

Cristo viene, scende e dà la mano ai morti. Quando stende la mano, essi rivivono. Il Signore viene da noi e ci dà la mano per tirarci fuori.

Cristo è nel vortice del suo mantello, un mantello che nella Bibbia ha più significati, ma essenzialmente richiama la gloria di Dio, cioè Dio che si rivela nello splendore della sua maestà, della sua potenza, della sua santità.

 

La Chiesa è il luogo in cui si riflette la gloria di Cristo risorto

Qui Cristo scende, ma il suo mantello, invece, sale. Nel suo mantello ci sono gli apostoli, e progressivamente si riempie di tutti quelli che il Signore sta tirando fuori dalla morte. Il mantello è la Chiesa, perché la Chiesa è il luogo in cui si riflette la gloria di Cristo risorto.

La Chiesa è l’ambito dove si vince la morte, dove in Cristo risorto troviamo il senso anche della più assurda sofferenza di quelli che hanno confidato in Lui.

 

Con questa scena è indicato che la Chiesa è luogo dell’amore, che vivifica, che non esclude, ma fa crescere, benedice e illumina. La Chiesa è l’ambito in cui ogni opera buona che uno ha fatto, anche se è il più grande peccatore, non sarà più dimenticata. La Chiesa è l’eterna memoria della bontà, della carità.

Gli apostoli fanno dei segni: pregano, indicano il Signore, predicano, battezzano, ungono, ordinano, perdonano.

Qui ci sono tutti i sacramenti e tutto ciò che la Chiesa ha per comunicarci la vita, affinché questa nostra misera realtà umana possa entrare nella vita.

A sinistra, guardando Cristo, Pietro impone le mani su colui che Cristo ha tirato dalla morte. Il perdono, infatti, è come la salvezza dalla tomba: è la vita che si è perduta, ma si troverà per l’eternità nel Signore, nascosta in Dio.

Dall’altra parte, c’è la donna che Cristo ha strappato dalla morte. Intorno alla sua mano è avvolta la stola, un simbolo del rito del matrimonio, che richiama tutta la teologia di Paolo sulla fedeltà di Cristo e della Chiesa, di Dio e dell’uomo, dell’uomo e della donna.

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