sabato 4 luglio 2015

incontro sull'Islam

Lunedì 29 giugno si è tenuto nella nostra parrocchia un interessantissimo incontro sull'Islam, seguito da un consistente gruppo di persone e tenuto dal prof. don Valentino Cottini, esperto di Islamistica.




Per esigenze di sintesi, riporto la parte di un articolo, preso dal libretto di "Spazio aperto" che è stato offerto ai presenti la stessa sera...
- Dove il dialogo inciampa
Il Gesuita egiziano Samir Khalil Samir,, esperto di Studi islamici, rileggendo I’Enciclica “Evangelii Gaudium” di papa Bergoglio allo scopo di evitare fraintendimenti e per dare chiarezza al confronto, avanza alcuni “distinguo” (secondo lui necessari) e suggerisce “cautele”. Dio, Cristo, dogmi, etica neII’Islàm e nel Cristianesimo non sono la  stessa cosa (anche se a prima vista potrebbero apparire confrontabili). Ecco la parte conclusiva della sua analisi.

Ci sono due aspetti che vorrei precisare. ll primo è quello in cui il Papa mette insieme tutti i fondamentalismi “da ambo le parti" (par. 250). L'altro è la conclusione della sezione sul rapporto all’lslam, che termina con questa frase: “[...] il vero lslam e un'adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza" 
(par. 253).
Personalmente non metterei i due fondamentalismi sullo stesso piano: i fondamentalisti cristiani non portano armi; il fondamentalismo islamico è criticato, anzitutto proprio dai musulmani, perché questo fondamentalismo armato cerca di riprodurre il modello maomettano. Nella sua vita Maometto
ha fatto più di sessanta guerre; ora se Maometto è il modello eccellente (“un nobile esempio”, sura XXXIII, 21), non sorprende che certi musulmani usino anche loro la violenza ad imitazione del fondatore dell’lslam. [...].
ll punto davvero importante è quello dell” “adeguata interpretazione". Nel mondo musulmano il dibattito più forte – che è anche il più proibito - è proprio quello dell' interpretazione del Libro Sacro. l musulmani credono che il Corano sia sceso su Maometto, completo, in quella forma che conosciamo. Non c’è il concetto di ispirazione del testo sacro, che lascia spazio a un'interpretazione dell'elemento umano presente nella parola di Dio.
Facciamo un esempio. Ai tempi di Maometto con le tribù che vivevano nel deserto, la pena per un ladro era il taglio della mano. Qual era lo scopo di questa pena'? Non permettere che il ladro rubasse più. Allora dobbiamo chiederci: come possiamo oggi salvaguardare questo scopo, cioè che il ladro non rubi'? Possiamo usare altri metodi? Oggi tutte le religioni hanno questo problema: come reinterpretare il testo sacro, che ha un valore eterno, ma che risale a secoli o millenni fa.

[...] Bisogna interrogarsi sullo scopo che avevano le indicazioni del Corano. Diversi studiosi musulmani parlano dell'importanza di scoprire “lo scopo" dei testi coranici per adeguare questi testi al mondo moderno.
E questo, mi sembra, è molto vicino a quanto il Santo Padre intende suggerire parlando di “un'adeguata interpretazione del Corano".

Samir Khalil Samir,  ASIA NEWS  del Pontificio lstituto Missioni Estere- 19 dic. 2014




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