sabato 30 aprile 2022

Papa Francesco: il discorso agli adolescenti e preadolescenti in pellegr...

 1° maggio 2022

3a domenica di Pasqua

 

Dagli Atti degli Apostoli - At 5,27b-32.40b-41
 
In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 29 (30)

R. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. 

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli ìnferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. R.
 
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. R.
 
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!».
Hai mutato il mio lamento in danza.
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. R.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 5,11-14
 
Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza, onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen».
E gli anziani si prostrarono in adorazione.

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 21,1-19
 

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»
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Omelia 3a Pasqua C (2022)


Gesù appare ai discepoli tornati in Galilea al loro lavoro di pescatori (Gv 21,1-13). Va a trovare i suoi che, forse, si erano dimenticati della promessa del Signore e del compito importante che era stato loro consegnato di annunciare ancora la sua resurrezione e la vita nuova del Vangelo. Questa ultima apparizione di Gesù è raccontata nel contesto della normalità del quotidiano, nel cerchio delle azioni di tutti i giorni, (in questo caso di una pesca). E’ anche per noi la buona notizia che il Signore abita la nostra vita, ci visita nella normalità di una esistenza anche monotona e quasi sempre uguale, ma nella quale la sua presenza ci dona nuove forze. E ci apre ad un futuro che il Signore custodisce per noi…

 

La pesca dei discepoli è un fallimento per gente esperta di lago: “..,quella notte non presero nulla…”. A questo punto si presenta Gesù: “ All’alba… stette sulla riva..”. E’ la volontà di Gesù di essere lì, di essere vicino ai suoi, come lo era stato la sera di Pasqua, di leggere anche la delusione  di quella notte, simbolo di tante altre delusioni e scoraggiamenti! E l’alba della luce, della resurrezione che ancora illumina la vita. «Figlioli, non avete nulla da mangiare?».

Gesù si preoccupa per loro, li chiama figlioli. Un nome affettuoso che già dice una vicinanza cordiale, quasi come fa un padre o una madre per i figli che devono essere ancora accompagnati e guidati!

 

La pesca é abbondante sulla parola di Gesù che un tempo aveva detto: “Senza di me non potete far nulla!”. 

La rete pena di pesci è immagine della missione stessa della chiesa che sarà  fruttuosa solo nella fiducia e nell’ obbedienza al Signore. La rete che non si rompe richiama l’unità della chiesa. Il Signore desidera e chiede alla sua comunità di restare unita. Per questa unità il Signore ha pregato nell’ultima cena.

 

A questo punto il Vangelo presenta il diverso comportamento di Giovanni e di Pietro.

Giovanni è il discepolo prediletto che intuisce subito che quello sconosciuto è Gesù. E’ la chiarezza dell’amore che dona una speciale capacità di vedere in profondità, di capire con chiarezza i segni della presenza del Signore. E’ il carisma dei discepoli 

di ogni tempo che hanno maturato un amore più  profondo. Sono come sentinelle e fari di luce che indicano il cammino da fare. D’altra parte Pietro che si getta in acqua verso Gesù, in un impeto di generosità, ci ricorda l’impegno del servizio nella chiesa, 

il compito della disponibilità verso gli altri come un atteggiamento stabile.  

Sembra che il Vangelo ci inviti oggi a maturare in noi – le caratteristiche di questi due discepoli: il discepolo amato per l’intuizione nel riconoscere il Signore, Pietro per la prontezza e la generosità nel servizio. L’intuizione tipica dell'amore e la prontezza del servizio:  sono le due caratteristiche del discepolo di Gesù.

Infine un terzo motivo importante: tutti riconoscono il Signore quando dice: «Venite a mangiare». Riconoscono il Risorto quando ripete uno dei gesti più simbolici di tutta la sua vita terrena: il servizio a mensa. Gesù distribuisce il pane e i pesci (21,13), una viva memoria della moltiplicazione dei pani e dell'ultima cena. Il Risorto si fa riconoscere nel gesto della dedizione, che è stata la verità del suo intero cammino. La nota dell’amore  appartiene al Gesù terreno e al Signore risorto. È l'identità che lo accompagna in ogni sua condizione di vita e che rivela chi egli sia veramente. E questo pasto richiama anche il dono dell’Eucarestia. In ogni Eucarestia il Signore non solo ci invita alla sua mensa, ma diventa egli stesso pane di vita. Diventa il cibo spirituale che alimenta la nostra vita.

Infine l’incontro personale di Gesù con Pietro. Affidandogli l'incarico di pascere il suo gregge, Gesù chiede a Pietro l'amore, non altro. Certo Pietro deve amare anche il suo gregge, deve guidarlo e servirlo. Ma la condizione per svolgere questo incarico è anzitutto quella di amare Gesù. Per servire gli uomini non basta guardare gli uomini e i loro bisogni, ma Gesù Cristo.

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3a domenica di Pasqua


Intenzioni per la preghiera dei fedeli:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE !

 

Per la Chiesa di Cristo: diventi segno visibile della carità di Dio nel mondo e sappia consegnare alla storia gesti di bontà e progetti di promozione umana; preghiamo.

 

Per tutti i cristiani, impegnati nel dare quotidianamente testimonianza della loro fede. Vivano con gioia la coerenza al Vangelo, per rendere credibili nel mondo i loro progetti di solidarietà e di pace; preghiamo.

 

Per tutti gli uomini di oggi. Sappiano sempre restare liberi da ogni condizionamento culturale, politico ed economico per rispondere alla coerenza della coscienza che li chiama ad obbedire a Dio prima che agli uomini; preghiamo.

 

Per questa nostra comunità: il tempo pasquale vissuto nell'impegno della fede ci aiuti a riscoprire il Signore risorto, come fondamento della nostra vita e come sostanza della nostra fede; preghiamo.

 

Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina. Continuiamo a sperare che si aprano le coscienze dei responsabili delle nazioni perché si cerchi con tenacia la volontà di uscire dall’orrore della guerra in tutti i modi possibili. Il Signore, Principe della pace, converta i cuori induriti. Preghiamo

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Ci prepariamo a vivere il mese di maggio

 

…con la recita del rosario. Vi invito a trovarci assieme in chiesa per l’inizio del mese mariano lunedì 2 maggio -alle 20,30- in chiesa.


 

Visto, ormai, che le restrizioni a causa del covid non riguardano più gli ambienti all’aperto, sarebbe bello riprendere la tradizione di ritrovarsi accanto ad un capitello o ad una immagine della Madonna per il rosario, come si faceva negli anni precedenti. C’è sempre una persona che può guidare la preghiera. Mettetevi d’ accordo per questa iniziativa in onore della Madonna. 

Qualche volta il rosario era proposta anche in casa di una famiglia che si rendeva disponibile per ospitare, soprattutto in caso di maltempo.





il rosario nelle varie zone.

  zona “Villaggio”, piazzetta di via Friuli

  Portovecchio, piazzetta di via Marche

 in Chiesa parrocchiale

 Forte Laghetto, al capitello

 Parco giochi, al capitello zona Colombara (o in casa)

Via Cesare Battisti

 Parco giochi  di via Silvestro Lega

 Contrada Dolci (Capitello di Strada Peschiera, 55) 

martedì 26 aprile 2022

 un bell'incontro...

Sabato 23 aprile: una simpatica e interessante esperienza proposta ai ragazzi(e) di 5a elementare, in preparazione alla Messa di Prima Comunione del 15 maggio prossimo.

 Si tratta della…

 “STORIA DEL PANE

 

Con l’aiuto di Ivano, i ragazzi(e) hanno vissuto le varie fasi della lavorazione del pane, a cominciare dalle sementi … Poi la farina, il sale, l’acqua… e tutto il resto.

Ogni fase della lavorazione era spiegato a dovere, per capirne il significato.

 

Poi l’impasto, lavorato dai ragazzi stessi, manipolandolo con le mani, fino a formare il piccolo composto, “personalizzato” dai ragazzi(e) stessi… Un pane che verrà poi condiviso nel pranzo di famiglia… il 15 maggio! Per dire: “Vogliamo essere famiglia unita nell’amore!”.

Il segno di questo amore è lo stesso pane che noi spezziamo e che ci ricorda il gesto di Gesù che “ha spezzato se stesso” con il dono della sua vita, morendo in croce per noi! 

 

Perché questa attività? Per far capire che Gesù si è fatto pane per noi e che ci viene donato perché possiamo accoglierlo nella Comunione. Infatti Gesù ci ha detto: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo… Chi mangia questo pane, vivrà in eterno”.

Gesù, quindi, per essere vicino a noi e offrire la sua amicizia a ciascuno di noi, ha voluto farsi un pane. Se Gesù  entra in noi come cibo che ci nutre, allora ci dona i suoi pensieri, il suoi sentimenti, le sue parole e i suoi gesti di amore! 

E noi impariamo da Lui a farci dono per gli altri, a spezzare anche noi il pane della nostra vita per cercare di amare come ha fatto Lui. Perché senza di Lui, non riusciamo ad essere simili a Lui! 






























sabato 23 aprile 2022

 24 aprile 2022 - 2a domenica di Pasqua



Dagli Atti degli Apostoli -At 5,12-16
 

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.


Salmo Responsoriale -Dal Salmo 117 (118)

R. Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. 
Oppure: R. R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». 
R.
 
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! 
R.
 
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina. 
R.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 1,9-11a.12-13.17-19 

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».


Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,19-31


La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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2a Pasqua C 2022 - omelia

 

Il racconto di Giovanni (20,19-29) dell'apparizione di Gesù risorto ai discepoli è particolarmente ricco di spunti interessanti.

Ne scegliamo tre: la vittoria sulla paura, la pace e la gioia.

L'evangelista annota che le porte del luogo dove si trovavano i discepoli erano «chiuse per paura dei giudei». C'è la paura della folla che non osa parlare in pubblico di Gesù (7,13), la paura dei genitori del cieco guarito che temono le reazioni delle autorità (9,22), la paura di alcuni notabili che non hanno il coraggio di dichiararsi nel timore di essere espulsi dalla sinagoga (12,42). Naturalmente la paura proviene dall'esterno, ma se può entrare nel cuore dell'uomo. Non serve chiudere le porte. La paura entra nel profondo. E’  allora che interviene Gesù.

Sempre il Signore tiene conto delle nostre fatiche e viene a visitarci. Sta in mezzo, cioè legge nel cuore e ci rassicura. E’ una presenza stabile e continua. La visita di Gesù ci prende lì dove siamo, non rimprovera, non accusa, ma sostiene. “Pace a voi” dice il Signore. Si tratta di una pace che Gesù ha già promesso nei discorsi di testamento: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come il mondo la dà» (14,27). La pace di cui parla Gesù è diversa dalla pace del mondo. Diversa perché dono di Dio. Diversa, perché va alla radice, là dove l'uomo decide le scelta più importanti…

Perchè non è assenza di conflitti, ma risanamento di un cuor e riconciliato. Gesù, poi, mostra le ferite delle mani e del fianco. Non solo per dire: “Sono proprio io il Crocifisso che avete visto morire… ma per far capire che le sue ferite sono le ferite dell’amore, della donazione piena. E’ come se Gesù dicesse: “Vi amo ancora nonostante il vostro tradimento e le vostre debolezze. Sono qui con voi per riprendere una storia che la mia morte non ha interrotto..”

Secondo la lettura dell’Apocalisse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente!”

 

I discepoli «si rallegrarono al vedere il Signore». Anche la gioia è un dono che Gesù ha già promesso (15,11). Si tratta sempre di una gioia che affonda le sue radici nell'amore («rimanete nel mio amore»). Non è solo l’ emozione di un momento, per quanto significativo… ma il frutto della scelta di chi ha accolto il Signore e gode per questa decisione senza rimpianti. “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi..”

Chiamati, dunque, ad essere cristiani più gioiosi, non con la testa bassa di chi ha solo ripensamenti e malumori… 

 

L’incontro con Tommaso, fratello nostro anche nel dubbio della fede!

Gesù rispetta la sua fatica e i suoi dubbi; rispetta i tempi di ciascuno e la complessità del vivere. Non si scandalizza, si ripropone con le sue ferite aperte. 

“Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” Ecco una beatitudine che sentiamo nostra. Una beatitudine per tutti, per chi fa fatica, per chi cerca a tentoni, per chi non vede, per chi ricomincia. Beati voi... grazie a tutti quelli che credono senza necessità di segni, anche se hanno mille dubbi, come Tommaso. Sono quelli che se una volta potessero toccare Gesù da vicino - vedere il volto, toccare il volto - se una volta potranno vederlo, ma in noi, anch'essi diranno: Mio Signore e mio Dio!

Tommaso si arrende alla pace, la prima parola che accompagna il Risorto: Pace a voi! Non un augurio, non una semplice promessa, ma un dono stabile: la pace è qui, è in voi, è iniziata.

 

S. Paolo VI nel documento “Gaudete in Domino: 

”Soffermiamoci ora a contemplare la persona di Gesù, nel corso della sua vita terrena. Nella sua umanità, egli ha fatto l'esperienza delle nostre gioie. Egli ha manifestamente conosciuto, apprezzato… tutta una gamma di gioie umane, di quelle gioie semplici e quotidiane, alla portata di tutti. Egli ammira gli uccelli del cielo e i gigli dei campi. Egli richiama tosto lo sguardo di Dio sulla creazione all'alba della storia. Egli esalta volentieri la gioia del seminatore e del mietitore, quella dell'uomo che scopre un tesoro nascosto, quella del pastore che ritrova la sua pecora o della donna che riscopre la dramma perduta, la gioia degli invitati al banchetto, la gioia delle nozze, quella del padre che accoglie il proprio figlio al ritorno da una vita di prodigo e quella della donna che ha appena dato alla luce il suo bambino…

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2a domenica di Pasqua 

Dio della misericordia, ascoltaci!

 

Padre, apri gli occhi della tua Chiesa: 

ogni cristiano impari a coltivare nel proprio cuore un intenso rapporto con il tuo Figlio, specialmente coloro che tu hai chiamati a confermare e accompagnare la fede del tuo popolo. Preghiamo.


Padre, apri gli occhi di tutti quelli che ancora faticano a credere in te e nel tuo amore: dona loro sinceri testimoni del tuo Vangelo. Aprano il loro cuore alla fede in Gesù Cristo. Preghiamo.

 

Padre, apri gli occhi dei governanti della terra: fa’ che non siano mai distaccati dal vissuto dei loro popoli e si impegnino con coraggio nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Preghiamo.

 

Padre, apri gli occhi di tutti i malati, bisognosi non solo di cure, ma di 

vicinanza e di solidarietà: dona loro la gioia di incontrarti nelle persone che si accostano a loro con compassione. Preghiamo.

 

Padre, apri gli occhi della nostra comunità, perché possiamo essere una vera manifestazione di unità e carità fraterna, che ci aiuti a camminare lungo la via della tua Parola. Preghiamo. 

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È per noi, Gesù, la tua pace, una pace guadagnata a caro prezzo,

grazie all’offerta della tua vita, una pace da non confondere

con la tranquillità e il compromesso che spesso mascherano situazioni

in cui i problemi sono ignorati e la giustizia è stata calpestata

per cedere agli interessi del più forte.

È per noi, Gesù, la tua misericordia, il tuo perdono donato a dismisura

a tutti coloro che l’invocano e sono disposti a cambiare vita.

È per noi, Gesù, la gioia generata dalla tua presenza tra noi,

un dono che rincuora e sostiene, nella nostra ricerca quotidiana

in mezzo alle prove e alle difficoltà.

È questa gioia che abita la nostra esistenza anche quando ci chiedi di misurarci

con le ostilità e con i soprusi

e di amare anche quelli che ci fanno del male, proprio come hai fatto tu.

È per noi, Gesù, la beatitudine che tu proclami davanti a Tommaso,

per noi che crediamo in te anche se non abbiamo la possibilità

di vederti e di toccarti.

E tuttavia ti abbiamo affidato la nostra vita, sicuri di averla messa 

in buone mani, le mani segnate dai chiodi

e divenute per sempre strumento della tua tenerezza e della tua compassione.

 

 

 

domenica 17 aprile 2022

Veglia di Pasqua

sabato 9 aprile 2022



 
10 aprile 2022

 Domenica delle Palme


Prima Lettura - Dal libro del profeta Isaìa - s 50,4-7

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

 

Salmo Responsoriale - Dal Sal 21 (22)

 

R. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R.

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. R.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d'Israele. R.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 2,6-11

Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo  Luca (Forma breve) - Lc 23,1-49


In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.


Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.


Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.


Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.


Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».

Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.


Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».


Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».


Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, 

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

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Parrocchia BEATO ANDREA DA PESCHIERA 

 

SETTIMANA SANTA TRIDUO PASQUALE 2022 

 

Domenica delle Palme e della PASSIONE DEL SIGNORE

 

S. Messe ore 8.00- 9.30- 11.00

 

In questa domenica delle Palme alcuni volontari(e) mettono  a disposizione dei rami d’ulivo. E’ un segno di augurio pasquale a tutta la Comunità, con la possibilità, per chi lo desidera, di sostenere iniziative di solidarietà e di carità nella nostra parrocchia e per la Caritas di Sona-Sommacampagna.

 

Lunedi - Martedì e Mercoledì santo - S.Messa ore 8.00 

 

MARTEDÌ 12 APRILE DALLE 18.00 ALLE 19.30: 

Celebrazione della Riconciliazione/Confessione.

Saranno presenti alcuni sacerdoti per offrire questo servizio. 

A questo appuntamento importante sono invitati i ragazzi del catechismo (elementari e medie e gli adulti che lo desiderano. Alle ore 18.00 una breve momento di preghiera introduttivo.  


GIOVEDI SANTO (14 aprile) ore 9.30: S.Messa del Crisma in Cattedrale 


ore 20.30 - S. Messa nella Cena del Signore - (con il rito della lavanda dei piedi). A questa S. Messa sono invitate, in particolare, le famiglie dei ragazzi di 4a e 5a elementare. 


 

VENERDI SANTO  (15 aprile). 

Giorno di digiuno e di astinenza. 

Colletta pro Terra Santa


ore 8.30 Preghiera di Lodi. 

ore 15.00 Celebrazione della Passione 

ore 20.30 Via Crucis (in loc. Portovecchio)

 

Le famiglie che si trovano nella zona sono invitate a mettere dei segni di devozione al passaggio della Via Crucis. (In caso di cattivo tempo la VIA CRUCIS sarà in chiesa, alla stessa ora) 

 


SABATO SANTO (16  aprile) ore 8.30 Lodi. 

Le Confessioni: 16.00 alle 19.00 


ore 21.00: Solenne VEGLIA PASQUALE
E’ la Celebrazione più importante dell’anno liturgico, alla quale tutti siete invitati 


PASQUA (17 aprile)


Orario delle Messe:

 8.00 - 9.30 - 11.00. 

Lunedì dell’Angelo (18 aprile): S. Messa 9.30 


È ancora notte quando Maria viene al tuo sepolcro, Gesù, e lo trova spalancato e vuoto. E non le resta che pensare al furto del tuo corpo senza vita. È ancora buio fuori e dentro di lei: sono le tenebre che avvolgono il suo cuore da quando ha visto il succedersi di avvenimenti drammatici, culminati nella tua morte sulla croce. L'oscurità avvolge anche gli animi dei due discepoli che corrono alla tua tomba per constatare di persona. I teli e il sudario sono lì a testimoniare che tu non ne hai più bisogno, perché la morte è stata sconfitta e tu ora vivi, risorto, nella gloria. Ed è proprio lì, dentro il luogo in cui avrebbero voluto seppellire ogni tua parola e ogni tuo gesto, che il discepolo si apre alla luce della fede. È grazie a quella luce che tutto acquista senso e la croce appare nel fulgore della tua risurrezione. È grazie a quella luce che il dolore e la tristezza si mutano in gioia e una nuova audacia percorre il cuore. 

Buona Pasqua ! 


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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA 


GIUSTIZIA E PACE SI BACERANNO  -PREGHIERA PER LA PAC



Domenica delle Palme, 10 aprile 2022

Il Presidente 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 

R. Amen.
Il Presidente 

La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo
siano con tutti voi. 
(Cf ıCor ı,3)
R. 
E con il tuo spirito. 

 

Il Presidente 

Fratelli e sorelle, siamo raccolti per pregare per tutti i cristiani e per tutti i fratelli e le sorelle la cui vita è segnata in questi tempi dal terrore della guerra, da tanta sofferenza e morte. Il nostro pensiero va a tutte quelle donne, quegli anziani e quei bambini costretti a emigrare, a lasciare il Paese dove sono nati e dove desiderano tornare a vivere e a tutti quegli uomini che si ritrovano a combattere ma nel loro cuore vorrebbero che tacessero le armi. Con loro e per loro invochiamo l’infinita misericordia del Padre, domandando al Signore di proteggere la loro vita, perché cessi subito ogni violenza ed inizi un tempo nuovo, di pace e di resurrezione. 

Lettore

Dalla Lettera enciclica, Fratelli tutti, di papa Francesco (10-11)


Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si è sviluppato il sogno di un’Europa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversità che la abita. Ricordiamo «la ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente». Ugualmente ha preso forza l’aspirazione ad un’integrazione latinoamericana e si è incominciato a fare alcuni passi. In altri Paesi e regioni vi sono stati tentativi di pacificazione e avvicinamenti che hanno portato frutti e altri che apparivano promettenti.
Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. E questo ci ricorda che «ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. È il cammino. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti» 

 

SALMO 85 

 

Supplica per la pace e la giustizia 

Sei stato buono, Signore, con la tua terra, hai ristabilito la sorte di Giacobbe.
Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. 

Hai posto fine a tutta la tua collera, ti sei distolto dalla tua ira ardente. Ritorna a noi, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. 

Forse per sempre sarai adirato con noi, di generazione in generazione riverserai la tua ira? Non tornerai tu a ridarci la vita, perché in te gioisca il tuo popolo? 

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. 

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia. 

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. 

Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. 

Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. 

 

ORAZIONE - Il Presidente 

 

O Dio, creatore del mondo, che guidi il corso dei secoli secondo la tua volontà, ascolta con bontà le nostre preghiere, e concedi serenità e pace ai nostri giorni, perché con gioia incessante lodiamo la tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore. 
(MR p. 895) R. Amen. 

 

CANTO E INTRONIZZAZIONE DELLA CROCE 

 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto:
« Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34) R. accordaci la tua misericordia. 

Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto:
« oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43) R. prepara per noi un posto nel tuo regno. 

Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto al discepolo:
«Ecco tua madre» e a tua madre «Donna ecco tuo figlio» (Cf Gv 19,26-27) R. conferma la tua Chiesa quale madre di ogni credente. 

Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto: «Ho sete» (Gv 19,28)
R. 
dona anche a noi la sete del Dio vivente. 

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Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto:«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46) R. rendici capaci di sopportare il silenzio di Dio. 

 

Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto: «È compiuto» (Gv 19,30)
R. 
concedici di compiere la nostra vocazione fino alla morte. 

Presidente 

Signore Gesù, tu che sulla croce hai detto:
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46)
R. 
insegnaci ad abbandonarci in Dio nell’ora della morte. 

 

PREGHIERA SILENZIOSA DAVANTI ALLA CROCE 

ACCLAMAZIONE AL VANGELO VANGELO 

 

Il Presidente o il diacono 

Dal vangelo secondo Giovanni (15, 9-10.12-17)


Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Parola del Signore.
R. Lode a te, o Cristo. 

 

Lettore
Dalla Lettera enciclica, Fratelli tutti, di papa Francesco (25-27)


Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno «moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”».
Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unità, perché in ogni guerra ciò che risulta distrutto è «lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana», per cui «ogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamento». Così, il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di «garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia».
Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dell’antica città c’è l’abisso, il territorio dell’ignoto, il deserto. Ciò che proviene di là non è affidabile, perché non è conosciuto, non è familiare, non appartiene al villaggio. È il territorio di ciò che è “barbaro”, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, così che non esiste più il mondo ed esiste unicamente il “mio” mondo, fino al punto che molti non vengono più considerati esseri umani con una dignità inalienabile e diventano semplicemente “quelli”. Riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità» 

 

RICHIESTA DI PERDONO 

 

Il Presidente 

Il cammino della Quaresima sta per concludersi, mentre si aprono davanti a noi i giorni santi della redenzione. Davanti alla croce tutta la nostra vita è contestata e rinnovata. Quell’amore così grande svela i nostri egoismi e rinnova il nostro cuore, per questo disponiamoci a chiedere perdono per i nostri peccati. 

 

Lettore 

 

Signore Gesù, sei stato quaranta giorni nel deserto per lottare contro il tentatore e rinnovare la tua fede al Padre. Ma noi abbiamo continuato a camminare nelle nostre strade, nelle tenebre, spesso senza amore e senza pace. Ci siamo affidati ai nostri calcoli, più che alla tua Parola. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. 

R. Kyrie eleison. 

 

Lettore 

Signore Gesù, prima di incamminarti verso Gerusalemme, ti sei trasfigurato davanti ai tuoi discepoli, mostrando loro che solo attraverso la croce si può giungere alla novità della risurrezione. Ma noi abbiamo cercato di affermare la nostra gloria e il nostro potere facendoci grandi davanti agli altri, cercando di dominare e di essere primi ad ogni costo. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. R. Kyrie eleison. 

Lettore 

Signore Gesù, hai manifestato la pazienza del Padre e nella tua croce hai riconciliato ogni uomo con lui. Noi invece ci siamo adirati con Dio per le nostre sofferenze e non ci siamo impegnati a portare i frutti attesi e desiderati. Non abbiamo costruito la pace. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
R. Kyrie eleison. 

Lettore 

Signore Gesù, tu ci hai rivelato il volto e il nome di Dio, Padre di misericordia, e con l’offerta della tua vita ci hai indicato la via del ritorno nella sua casa. Ma noi continuiamo a vagare lontani, a sperperare l’amore, a giudicare il prossimo. Non abbiamo perdonato e non abbiamo cercato il dialogo con i fratelli. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. 

R. Kyrie eleison. 

Lettore 

Signore Gesù, hai condannato il peccato ma non il peccatore, hai mostrato misericordia alla misera e al misero, ci hai amati fino a donare te stesso per noi. Ma noi abbiamo svilito questa chiamata all’amore e abbiamo vissuto per noi stessi, preoccupandoci prima dei nostri interessi, cercando il nostro bene. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. 

R. Kyrie eleison. 

PREGHIERA DEL SIGNORE 

Presidente 

E ora, con le parole di Cristo nostro Signore, rivolgiamoci a Dio nostro Padre, perché rimetta i nostri peccati e ci liberi da ogni male.
R. Padre nostro... 

ORAZIONE 

Il Presidente 

O Dio, che hai insegnato alla Chiesa
a osservare i tuoi precetti nell’amore verso te e verso i fratelli, donaci uno spirito di pace e di grazia,
perché l’intera tua famiglia ti serva con tutto il cuore
e con purezza di spirito viva concorde nella pace.
Per Cristo nostro Signore. 
(MR p. 875)
R. 
Amen. 

BENEDIZIONE E CONGEDO 

Il Presidente 

Il Signore vi benedica e vi custodisca. 

R. Amen.
Il Presidente 

Faccia risplendere per voi il suo volto e vi faccia grazia.
R. Amen. 

Il Presidente 

Rivolga a voi il suo volto e vi conceda la sua pace. R. Amen. 

Il Presidente 

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre. 
R. Amen. 

Il Presidente 

Nel nome del Signore, andate in pace. 

R. Rendiamo grazie a Dio. C