sabato 5 gennaio 2019

Concerto del 1°gennaio 2019





















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 EPIFANIA
Prima Lettura  Is 60,1-6
 La gloria del Signore brillasopra di te

Dal libro del profeta Isaia
  Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,

 la gloria del Signore brilla sopra di te.
 Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
 nebbia fitta avvolge i popoli;
 ma su di te risplende il Signore,
 la sua gloria appare su di te.
 Cammineranno le genti alla tua luce,
 i re allo splendore del tuo sorgere.
 Alza gli occhi intorno e guarda:
 tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
 I tuoi figli vengono da lontano,
 le tue figlie sono portate in braccio.
 Allora guarderai e sarai raggiante,
 palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,

 perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
 verrà a te la ricchezza delle genti.
 Uno stuolo di cammelli ti invaderà,

 dromedari di Màdian e di Efa,
 tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
 e proclamando le glorie del Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
dal Salmo 71
: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
 
O Dio, affida al re il tuo diritto,
 al figlio di re la tua giustizia;
 egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
 e i tuoi poveri secondo il diritto.

 Nei suoi giorni fiorisca il giusto
 e abbondi la pace,
 finché non si spenga la luna.
 E dòmini da mare a mare,

 dal fiume sino ai confini della terra.
 I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
 i re di Saba e di Seba offrano doni.
 Tutti i re si prostrino a lui,
 lo servano tutte le genti.

 Perché egli libererà il misero che invoca
 e il povero che non trova aiuto.
 Abbia pietà del debole e del misero

 e salvi la vita dei miseri.
Seconda Lettura  Ef 3,2-3a.5-6
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità. 
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.

Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio

Botticelli- Adorazione dei magi
Vangelo  Mt 2,1-12
 Siamo venuti dall'oriente per adorare il re.
 
Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola del Signore
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Riportiamo la poesia Il viaggio dei Magi scritta da T. S. Eliot e pubblicata nel 1927.

Uno dei massimo poeti del Novecento, Thomas Stearns Eliot (1888-1965), Premio Nobel per la letteratura nel 1948, compose nel 1927 (poco dopo la sua conversione al cristianesimo) una poesia, Journey of the Magi, qui proposta nella traduzione italiana realizzata nel 2014 da Nicola D’Ugo, poeta, scrittore e traduttore.
Come nel racconto evangelico, i Magi seguono la stella sino al luogo dov’è nato il Salvatore, ma nella poesia tutto è metafora della condizione umana di profondo bisogno, d’incompiutezza, di totale sproporzione rispetto al Dio che si fa uomo in un bimbo piccolissimo.
Il poeta colloca il viaggio in inverno, tra le mille difficoltà, e poi trova la meta nei disagi, grandi. E in più c’è tutt’attorno la gente, che cerca di scoraggiare la speranza dei cercatori. Ma poi finalmente ecco la visione di quel Pargolo divino, Colui che portando la nuova vita dà la morte al vecchio peccato per lasciare ancora una volta sulla Terra l’uomo non totalmente compiuto. Perché sì, non è qui, in questo mondo, il nostro approdo finale. Ecco cosa significativamente ci ricorda, tra l’altro, l’Epifania del Signore, cioè il Suo manifestarsi alle genti.
T. Eliot
«Fu una gelida venuta per noi,
Proprio il tempo peggiore dell’anno
Per un viaggio, e per un viaggio lungo come questo:
Le strade affondate e la stagione rigida,
Nel cuore fitto dell’inverno.»
E i cammelli irritati, gli zoccoli doloranti, restii,
Che si stendevano sulla neve che si andava sciogliendo.
Ci furono momenti in cui rimpiangemmo
I palazzi estivi sui pendii, le terrazze,
E le fanciulle di seta che portano i sorbetti.
Poi i cammellieri che sbottavano in bestemmie e lamentele
E se ne scappavano, e rivolevano i loro liquori e le loro donne,
E i falò notturni che si spegnevano, e l’assenza di ripari,

E le città inospitali, e ostili le cittadine,
E sporchissimi i paesini che vendevano a prezzi esosi:
Sono stati momenti durissimi per noi.
Alla fine preferimmo viaggiare intere nottate,
Dormendo a tratti,
Con le voci che ci cantavano nelle orecchie, che dicevano
Che era tutta una pazzia.
Poi all’alba scendemmo in una valle temperata,
Umida, sotto la coltre di neve, odorante di vegetazione,
Con un ruscello che scorreva ed un mulino ad acqua che picchiava il buio
E tre alberi davanti al cielo basso.
E un vecchio cavallo bianco galoppò via per i prati.

Poi arrivammo ad una bettola con dei pampini sulla volta,
Sei mani nel vano della porta si giocavano a dadi pezzi d’argento,

E i piedi scalciavano gli otri vuoti.
Ma di informazioni non ce n’erano, e così proseguimmo
E arrivammo di sera, senza un istante di anticipo
Trovando il luogo; fu (direste voi) una soddisfazione.
Tutto questo è successo molto tempo fa, lo ricordo,
E lo farei ancora, ma appuntatevi
Questo appuntatevi
Questo: siamo stati condotti per tutta quella strada per
Una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certamente,
Ne abbiamo avuto la prova e mai un dubbio. Avevo visto le nascite e le morti,
Ma avevo creduto che fossero diverse; questa Nascita fu
Una dura e amara agonia per noi, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo nei nostri possedimenti, in questi Regni,
Ma non più a nostro agio qui, coi vecchi ordinamenti,

Tra un popolo straniero aggrappato ai propri dèi.
Sarei lieto di un’altra morte.