NB: I testi seguenti sono presi dal libretto curato da "Spazio Aperto" per la serata...
I DIPINTI
I DIPINTI
"La Natività” (2005)
di Petru Vasi, icona situata nella chiesa Veronese dei Santi Elia e Zeno,
legata al culto ortodosso rumeno. L’icona (il nome significa propriamente immagine”)
è una raffigurazione sacra (che può rappresentare il Cristo, La Vergine, uno o
più Santi) dipinta su tavola o lastra di metallo, spesso decorata d'oro,
La realizzazione di
un'icona è un procedimento complesso che richiede competenze ed uno
specialissimo atteggiamento spirituale.
Tecnicamente si va dalla
scelta della tavola di legno (tiglio, pioppo, betulla gessatura e
doratura della stessa
tavola, alla vera e propria "scrittura” (si chiama così l'esecuzione deldipinto) dei diversi
soggetti con tempera all'uovo e pigmenti colorati. Finitura con vernice. Sono tutte operazioni di
alta abilità, ma al tempo stesso atti di meditazione e di preghiera, con forte valore
simbolico. Al pittore di icone non interessa di imitare la realtà, ma svelare
la sostanza, attraverso simboli. Qualche esempio: hanno un valore simbolico i
diversi colori (rosso= umanità, azzurro =divinità. . .); un valore simbolico ha
pure la lumeggiatura delle figure, dei volti; (indica il cammino dell’uomo
verso l’essere ”nuova creatura” nella luce di Dio.
"La Natività”
(1304-1306) di Giotto è uno dei grandi riquadri ad affresco delle Storie di
Cristo, dipinte dal pittore fiorentino nella Cappella padovana detta ” degli
Scrovegni”, dal nome della ricca famiglia di banchieri che finanziò, almeno per
la più parte, l'opera.
Un linguaggio nuovo
quello di Giotto, ad inizio 1300, che avrebbe fatto scuola.
Dice don Scattolini:
“…con eccezionale regia che rispecchia anche il mondo delle ”Laudi” e delle
”Sacre rappresentazioni”, [. . ’.] sa farci toccare con mano, oltre che con gli
occhi, la verità delle cose senza sacralità, consegnandoci un'umanità laica,
feriale, eppure grandiosa e nobilissima .
E a noi, cosa dice
quest'
opera? ‘" I pastori e dipinti, - osserva ancora don Scattolini - sono
dunque i primi partecipi; loro sono posti di fronte a questo presepio,
spettatori e protagonisti
allo stesso tempo. E' così, allo o stesso
modo, che può essere spettatrice e protagonista ogni persona che guarda
l'immagine e accoglie il messaggio di umanità e di fede. Giotto riesce a fare
vera aprte sacra peri ricchi Scrovegni ma anche per il popolo di Dio".
IL CORALE
Viene proposto
all'ascolto un corale Johann Sebastian
Bach (1685-1750). Compositore tedesco, un genio, uno dei massimi della
musica.
La sua opera è vastissima: cantate da chiesa per
il culto protestante, messe per il culto cattolico le famose
"Passioni", e poi music ai per orchestra, per organo, i per
clavicembalo, per violino. I contemporanei apprezzarono il suo virtuosismo di
organista e di clavicembalista.
Il corale è un tipico
canto sacro, a più voci, proprio della Chiesa protestante tedesca. Si
‘diffuse
al tempo della Riforma, su testi in lingua nazionale e melodie frequentemente
di origine popolare. Lutero stesso autore di melodie e testi, che poi Bach
avrebbe utilizzato.********************************************************************************
Un'opera "francescana" commentata nella stessa serata...
L'arpista Chiara Isepato |