sala parrocchiale Beato Andrea
PERCHE’ PARLARNE… (dall’opuscolo realizzato in occasione dell’incontro)
ll prossimo 4 dicembre saremo chiamati a
confermare (almeno) col nostro voto le riforme alla Costituzione, che il
Parlamento ha fatto diventare legge con un si o con un no secchi. Un voto a cui
sarà bene prepararsi, ponendosi qualche domanda preliminare.
a sin. il prof. Bresadola - al centro don Renzo Beghini a destra, l'avv. Corona |
Oscar
Luigi Scalfaro, già padre costituente e Presidente della Repubblica, ebbe ad
affermare che “… la Carta Costituzionale
non é intoccabile. L’ importante é che ogni modifica sia, sempre e soprattutto, a servizio e a
utilità del popolo italiano”. Se questa é
giustificazione del cambiamento, dobbiamo
chiederci: Queste riforme alla
Costituzione sono utili a noi concittadini? Rispondono, nel complesso e
coerentemente, a ridurrei problemi esistenti a livello di funzionalità I
governabilità, per cui sono state pensate?
il numeroso pubblico in sala... |
Aldo
Moro,
padre costituente e statista, ucciso dalle Brigate Rosse, (1978), si diceva
convinto che “uno Stato democratico [va]
inteso come società in sviluppo democratico”. Allora, se lo Stato
democratico non é costruito una volta per tutte, se é piuttosto una realtà “in
progress” dobbiamo aggiungere anche un’altra domanda: “Le nuove regole faranno crescere la democrazia, il livello di
partecipazione dei cittadini alla vita del Paese?” Nelle nostre mani di cittadini (di noi “popolo” a cui “appartiene la sovranità", come si esprime la nostra
Costituzione) sta una scelta che vale per il futuro.
il numeroso pubblico in sala... |
Prima di scegliere, informarsi. Prima di
prendere partito, valutare nel merito. Prima di collocarsi in una delle due
tifoserie, soppesare il progetto che vogliamo sostenere. Abbiamo letto di un
“partito dei riflessivi”. Si tratta piuttosto di un orientamento. Che non
aggrega gli
"indecisi; quelli che “tanto per me fa lo
stesso”, quelli a cui non va bene niente. Riguarda, piuttosto, coloro che si
prendono tempo per badare attentamente a come stanno i fatti, per poi valutarli
e assumere coerenti decisioni.
Perché hanno a cuore il bene comune. ll bene
delle future generazioni. Come fu nell’ età della prima Costituente. Vorremmo
essere tra questi, almeno per un po’. Offrendo un tempo e un luogo per
‘pensarci su’, ci sembra di proseguire nell’ impegno che il Gruppo Culturale si
è assunto, tredici anni fa, nei confronti della cittadinanza.
I Relatorl invitati ed il Moderatore, per
passione civica e per funzione professionale, hanno le carte in regola per
divulgare conoscenze puntuali, capaci di entrare nel merito e dare risposte
pertinenti. ln altri contesti ci sarà poi tempo (e giustamente) per prendere
posizione definitiva per il sì o per il noi e rendersi operativi. Ma questo non
ci compete.
Piuttosto come cristiani aggiungiamo altre
ragioni al nostro impegno socio-culturale. Perché la fede che professiamo non
ci esonera dal perseguire una “Città terrena” più giusta e più solidale.
Per questo abbiamo condiviso pienamente le
parole che Angelo Bagnasco, cardinale e Presidente della CEl, ha pronunciato
durante la conferenza-stampa al termine lavori del Consiglio Permanente (26-27,
settembre 2016): “Questo referendum é di
importanza unica perché riguarda la Costituzione. Speriamo che i cittadini si
rendano conto di questo e colgano l’ occasione di una partecipazione per
esprimere la volontà popolare, non accontentandosi dei sentito dire, ma
informandosi di persona. La prima
preoccupazione dei vescovi è che si possa votare con cognizione di causa [. .
.] è un esercizio di libertà che richiede responsabilità, che significa sapere
le cose il meglio possibile”.
E ci siamo dati da fare.