Ti salutiamo, Croce di
Cristo,
legno che ha portato il
suo corpo donato per noi
nuova arca della nuova ed
eterna alleanza
trono e altare dove
Cristo, re e sacerdote regna per sempre
Ti salutiamo, Croce di
Cristo
e ti preghiamo per tutti i
giovani
che vivranno in queste
settimane un momento di grazia
nel loro cammino di fede
e nel cammino verso la
Giornata mondiale della Gioventù
Ti salutiamo, Croce di
Cristo,
documento che sigilla e
conferma
il riscatto che Cristo ha
pagato per noi
per liberarci per sempre
dal peccato
Ti salutiamo, Croce di
Cristo,
dove viene immolato
l’Agnello di Dio
colui che prende su di sé
il nostro peccato
e lo estirpa dal mondo e
dal cuore dell’uomo
Ti salutiamo, Croce di
Cristo,
speranza di un’umanità
nuova, liberata dal peccato
uomini e donne disposti a
riconoscere come fratello e sorella
per la potenza di chi, su
di te inchiodato, ha donato la vita
Ti salutiamo, Croce di
Cristo,
che appari a noi spoglia,
nuda, senza il Crocifisso
sei la conferma che lui è
risorto, è vivo
sei la certezza che lui è
il re vittorioso
donato dal Padre per
redimere i fratelli
Signore,
Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia
preghiera, tendi l'orecchio al mio lamento.
Io
sono colmo di sventure, la mia vita è vicina alla tomba.
Sono
annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono
come un morto ormai privo di forza.
E'
tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei
quali tu non conservi il ricordo e che la tua mano ha abbandonato.
Mi
hai gettato nella fossa profonda, nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Pesa
su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
Hai
allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore.
Sono
prigioniero senza scampo; si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto
il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani.
Compi
forse prodigi per i morti? O sorgono le ombre a darti lode?
Si
celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi?
Nelle
tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese
dell'oblio?
Ma
io a te, Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché,
Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto?
Sono
infelice e morente dall'infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra
di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato,
mi
circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono.
Hai
allontanato da me amici e conoscenti, mi sono compagne solo le tenebre.
Guida
Il
passo che percorriamo è forse il più
duro e difficile da accettare: la morte. Essa segna il fallimento più grande,
la fine di tutto e nel caso di Gesù la fine più miserabile, ucciso come un
maledetto. Salendo su quel patibolo, Gesù mostra ad ognuno di noi la necessità
di passare per questa via. La croce fa parte di ogni credente, ed è nel segno
della croce che tutti siamo legati, ricordando però che essa è solo un
passaggio, non la conclusione di un cammino.
Quando una situazione umana ci chiede una totale
rinuncia a noi stessi, noi, noi tutti, istintivamente cerchiamo il compromesso
o semplicemente imbocchiamo la strada della fuga; ci accomuniamo agli
apostoli. che anch’essi sono fuggiti di fronte al realismo della Passione di
Gesù.
La morte di Gesù sulla croce, mentre ci proclama
che Dio ci vuole bene fino in fondo, mentre ci assicura che questa capacità di
amare è donata a ciascuno di noi, ci invita a rivedere con coraggio e con
lealtà i criteri che ispirano i nostri rapporti con gli altri, la nostra
dedizione all'uomo, il nostro servizio di uomini.
E a tanti livelli e su tanti piani che dobbiamo
cercare di smascherare le forme di fuga che caratterizzano il nostro preteso “
servizio agli altri “ ..
Quando
giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a
destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno
quello che fanno». Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano
dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo
eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli
dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era
anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
Guida
Gesù è inchiodato
alla Croce e su di essa viene posta l’iscrizione INRI, viene scritto a chiare
lettere il motivo della condanna: Gesù Nazareno Re dei Giudei: crocifisso in
quanto Re dei Giudei.
Le Sacre Scritture ci
invitano non a festeggiare il dolore, ma a festeggiare l'amore.
Lettore
Perché Gesù è morto?
Una prima risposta è
questa: Gesù è morto perché non è stato capito e accolto, perché si è incontrato
con cuori ostili e peccatori. Ma c'è una seconda risposta più profonda e
decisiva: Gesù è morto perché non ha cessato di amare gli uomini, anche quando
gli preparavano la croce e la morte.
Gesù non vuole il
dolore, non inventa la croce. Come ogni uomo, egli vuole la vita, vuole la
gioia. Incontra, però, il male, la sofferenza, la morte sul cammino, che egli
percorre insieme con gli uomini. Egli vuole eliminare il male. Ma il modo di
eliminazione ci sorprende.
Dio elimina il male non ignorandolo, aggirandolo, scavalcandolo, ma
aggredendolo e trasformandolo dal di dentro con la forza dell'amore. Stando
insieme con gli uomini, accettandoli e perdonandoli anche quando gli preparano la croce e la morte, Gesù
rivela fino a quale punto si spinge l'amore del Padre, a cui egli aderisce con
obbedienza filiale: neppure la croce e la morte inducono Dio a stancarsi di
amare l'uomo, a ritirarsi da lui, ad abbandonarlo al proprio destino.
Il dolore della croce diventa così un modo clamoroso, gridato di
dire l'amore; libera insospettate e prodigiose potenzialità umane; diventa
segno e occasiona di libertà, di coraggio, di amorosa obbedienza al Padre, di
dedizione incondizionata all'uomo. La
Risurrezione altro non farà che rivelare la misteriosa e straripante vitalità
che è nascosta nella croce di Cristo.
La croce di Cristo è luminosa, ha il nome dell’amore, prepara, nella
speranza la vittoria della vita e della Risurrezione.
Il cristiano, il discepolo di Cristo, riceve dal suo Maestro e Signore lo
stesso compito: trasformare la croce dello uomo in croce di Cristo.
Testimonianza
«Convertiti all’islam o sarai decapitata».
«Sono nata cristiana
e se per questo dovrò morire, preferisco morire cristiana». Così Khiria
Al-Kas Isaac, 54 anni, cristiana irachena di Qaraqosh, fuggita dallo Stato islamico in Kurdistan, ha risposto agli islamisti che imprigionandola,
frustandola e premendola una spada sulla gola le imponevano di convertirsi
all’islam. La donna e il marito Mufeed Wadee’ Tobiya si sono ritrovati la mattina del 7 agosto in una città improvvisamente conquistata dai
jihadisti. Fin da subito, i miliziani l’hanno minacciata così: «Convertiti
all’islam o sarai decapitata». Essendosi rifiutata, insieme ad altre 46 donna è
stata presa, separata dalla sua famiglia e imprigionata per dieci giorni.
Durante la segregazione, le donne venivano
ripetutamente frustate davanti a tutte le altre perché la sofferenza di una
convincesse tutte a convertirsi. «Ho risposto loro immediatamente che preferivo
morire cristiana e poi ho citato il Vangelo di san Matteo (10,33). Gesù disse:
“Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre
mio che è nei cieli”». Durante le frustate, «piangevamo tutte ma tutte ci siamo
rifiutate di convertirci».
Un
giorno un terrorista, frustandola, disse a Khiria: «Convertiti o ti farò ancora
più male». Ma lei gli ha risposto: «Sono una donna vecchia e malata. Non ho
figlie o figli che possano incrementare il numero dei musulmani o seguirvi, che
vantaggio ne avrete se mi convertirò?». Non ottenne risposta. Ma l’ultimo
giorno «un terrorista mi ha premuto la spada sul collo davanti a tutte le altre
e mi ha detto: “Convertiti o sarai decapitata”. Io gli ho risposto: “Sarò
felice di essere una martire”».
Dopo
aver dato l’ennesima testimonianza della propria fede, Khiria è stata
derubata di tutto quello che aveva, compresi i soldi messi da parte per
un’operazione al rene, e rilasciata. Il 4 settembre, alla donna è stato
permesso di scappare e ha così potuto raggiungere gli altri sfollati cristiani ad Ankawa insieme al marito e due altre donne.
Il giorno successivo, altre 14 persone sono state rilasciate. Non è chiaro cosa
sia successo agli altri cristiani. (www.tempi.it settembre 2014 )
Testimonianza
Papa
Francesco ai cristiani ad Erbil
Vi ringrazio della
testimonianza che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testimonianza.
Grazie! Sembra che lì non vogliano che ci siano i cristiani, ma voi date
testimonianza di Cristo. Penso alle piaghe, ai dolori delle mamme con i loro
bambini, degli anziani, degli sfollati, alle ferite di chi è vittima di ogni
tipo di violenza. […] Cristiani e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle
loro case, hanno dovuto abbandonare ogni cosa per salvare la propria vita e non
rinnegare la fede. La violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti,
simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler cancellare ogni
traccia, ogni memoria dell’altro. In qualità di
capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violazioni della
dignità e dei diritti umani!Io oggi vorrei avvicinarmi a voi che sopportate
questa sofferenza, esservi vicino… E penso a santa Teresa del Bambin Gesù, che
diceva che lei e la Chiesa si sentiva come una canna: quando viene il vento, la
tempesta, la canna si piega, ma non si rompe! Voi siete in questo momento
questa canna, voi vi piegate con dolore, ma avete questa forza di portare
avanti la vostra fede, che per noi è testimonianza. Voi siete le canne di Dio
oggi! Le canne che si abbassano con questo vento feroce, ma poi sorgeranno!
Fratelli e sorelle, la vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda.
Preghiera per la
Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia 2016
“Dio, Padre
misericordioso,
che hai rivelato il Tuo
amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’hai riversato su di
noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i
destini del mondo e di ogni uomo”.
Ti affidiamo in modo
particolare
i giovani di ogni lingua,
popolo e nazione:
guidali e proteggili lungo
gli intricati sentieri del mondo di oggi
e dona loro la grazia di
raccogliere frutti abbondanti
dall’esperienza della
Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia.
Padre Celeste,
rendici testimoni della
Tua misericordia.
Insegnaci a portare la
fede ai dubbiosi,
la speranza agli
scoraggiati,
l’amore agli indifferenti,
il perdono a chi ha fatto
del male
e la gioia agli infelici.
Fa’ che la scintilla
dell’amore misericordioso
che hai acceso dentro di
noi
diventi un fuoco che
trasforma i cuori
e rinnova la faccia della
terra.
Maria, Madre di
Misericordia, prega per noi.
San Giovanni Paolo II,
prega per noi.