martedì 1 marzo 2016

29 febbraio 2016


preghiera degli adolescenti e dei giovani nella nostra parrocchia: 29.02.2016

Ti salutiamo, Croce di Cristo,
legno che ha portato il suo corpo donato per noi
nuova arca della nuova ed eterna alleanza
trono e altare dove Cristo, re e sacerdote regna per sempre

Ti salutiamo, Croce di Cristo
e ti preghiamo per tutti i giovani
che vivranno in queste settimane un momento di grazia
nel loro cammino di fede
e nel cammino verso la Giornata mondiale della Gioventù

Ti salutiamo, Croce di Cristo,
documento che sigilla e conferma
il riscatto che Cristo ha pagato per noi
per liberarci per sempre dal peccato

Ti salutiamo, Croce di Cristo,
dove viene immolato l’Agnello di Dio
colui che prende su di sé il nostro peccato
e lo estirpa dal mondo e dal cuore dell’uomo

Ti salutiamo, Croce di Cristo,
speranza di un’umanità nuova, liberata dal peccato
uomini e donne disposti a riconoscere come fratello e sorella
per la potenza di chi, su di te inchiodato, ha donato la vita

Ti salutiamo, Croce di Cristo,
che appari a noi spoglia, nuda, senza il Crocifisso
sei la conferma che lui è risorto, è vivo
sei la certezza che lui è il re vittorioso
donato dal Padre per redimere i fratelli

Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l'orecchio al mio lamento.
Io sono colmo di sventure, la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.

E' tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo e che la tua mano ha abbandonato.
Mi hai gettato nella fossa profonda, nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.

Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo; si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti? O sorgono le ombre a darti lode?
Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese dell'oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto?
Sono infelice e morente dall'infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato,
mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono.
Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi sono compagne solo le tenebre.

Guida
Il  passo che percorriamo è forse il più duro e difficile da accettare: la morte. Essa segna il fallimento più grande, la fine di tutto e nel caso di Gesù la fine più miserabile, ucciso come un maledetto. Salendo su quel patibolo, Gesù mostra ad ognuno di noi la necessità di passare per questa via. La croce fa parte di ogni credente, ed è nel segno della croce che tutti siamo legati, ricordando però che essa è solo un passaggio, non la conclusione di un cammino.

Quando una situazione umana ci chiede una totale rinuncia a noi stessi, noi, noi tutti, istintivamente cerchiamo il compromesso o semplicemente imbocchiamo la strada della fuga; ci acco­muniamo agli apostoli. che anch’essi sono fuggi­ti di fronte al realismo della Passione di Gesù.
La morte di Gesù sulla croce, mentre ci proclama che Dio ci vuole bene fino in fondo, mentre ci assicura che questa capacità di amare è dona­ta a ciascuno di noi, ci invita a rivedere con co­raggio e con lealtà i criteri che ispirano i nostri rapporti con gli altri, la nostra dedizione all'uomo, il nostro servizio di uomini.
E a tanti livelli e su tanti piani che dobbiamo cercare di smascherare le forme di fuga che ca­ratterizzano il nostro preteso “ servizio agli altri “ ..

Dal Vangelo secondo Luca (23, 33-37)

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

Guida
Gesù è inchiodato alla Croce e su di essa viene posta l’iscrizione INRI, viene scritto a chiare lettere il motivo della condanna: Gesù Nazareno Re dei Giudei: crocifisso in quanto Re dei Giudei.
Le Sacre Scritture ci invitano non a festeggiare il dolore, ma a festeggiare l'amore.

Lettore

Perché Gesù è morto?
Una prima risposta è questa: Gesù è morto perché non è stato capito e accolto, perché si è incontrato con cuori ostili e peccatori. Ma c'è una seconda risposta più profonda e decisiva: Gesù è morto perché non ha cessato di amare gli uomini, anche quando gli preparavano la croce e la morte.

Gesù non vuole il dolore, non inventa la croce. Come ogni uomo, egli vuole la vita, vuole la gioia. Incontra, però, il male, la sofferenza, la morte sul cammino, che egli percorre insieme con gli uomini. Egli vuole eliminare il male. Ma il modo di eliminazione ci sorprende.

Dio elimina il male non ignorandolo, aggirandolo, scavalcandolo, ma aggredendolo e trasfor­mandolo dal di dentro con la forza dell'amore. Stando insieme con gli uomini, accettandoli e perdonandoli anche quando gli preparano la croce e la morte, Gesù rivela fino a quale punto si spinge l'amore del Padre, a cui egli aderisce con obbedienza filiale: neppure la croce e la morte inducono Dio a stancarsi di amare l'uomo, a ritirarsi da lui, ad abbandonarlo al proprio destino.
Il dolore della croce diventa così un modo clamoroso, gridato di dire l'amore; libera insospettate e prodigiose potenzialità umane; diventa segno e occasiona di libertà, di coraggio, di amorosa obbedienza al Padre, di dedizione incondizionata all'uomo. La Risurrezione altro non farà che rive­lare la misteriosa e straripante vitalità che è na­scosta nella croce di Cristo.
La croce di Cristo è luminosa, ha il nome dell’amore, prepara, nella speranza la vittoria della vita e della Risurrezione.
Il cristiano, il discepolo di Cristo, riceve dal suo Maestro e Signore lo stesso compito: trasformare la croce dello uomo in croce di Cristo.

Testimonianza
«Convertiti all’islam o sarai decapitata».

«Sono nata cristiana e se per questo dovrò morire, preferisco morire cristiana». Così Khiria Al-Kas Isaac, 54 anni, cristiana irachena di Qaraqosh, fuggita dallo Stato islamico in Kurdistan, ha risposto agli islamisti che imprigionandola, frustandola e premendola una spada sulla gola le imponevano di convertirsi all’islam. La donna e il marito Mufeed Wadee’ Tobiya si sono ritrovati la mattina del 7 agosto in una città improvvisamente conquistata dai jihadisti. Fin da subito, i miliziani l’hanno minacciata così: «Convertiti all’islam o sarai decapitata». Essendosi rifiutata, insieme ad altre 46 donna è stata presa, separata dalla sua famiglia e imprigionata per dieci giorni. Durante la segregazione, le donne venivano ripetutamente frustate davanti a tutte le altre perché la sofferenza di una convincesse tutte a convertirsi. «Ho risposto loro immediatamente che preferivo morire cristiana e poi ho citato il Vangelo di san Matteo (10,33). Gesù disse: “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”». Durante le frustate, «piangevamo tutte ma tutte ci siamo rifiutate di convertirci».Un giorno un terrorista, frustandola, disse a Khiria: «Convertiti o ti farò ancora più male». Ma lei gli ha risposto: «Sono una donna vecchia e malata. Non ho figlie o figli che possano incrementare il numero dei musulmani o seguirvi, che vantaggio ne avrete se mi convertirò?». Non ottenne risposta. Ma l’ultimo giorno «un terrorista mi ha premuto la spada sul collo davanti a tutte le altre e mi ha detto: “Convertiti o sarai decapitata”. Io gli ho risposto: “Sarò felice di essere una martire”».Dopo aver dato l’ennesima testimonianza della propria fede, Khiria è stata derubata di tutto quello che aveva, compresi i soldi messi da parte per un’operazione al rene, e rilasciata. Il 4 settembre, alla donna è stato permesso di scappare e ha così potuto raggiungere gli altri sfollati cristiani ad Ankawa insieme al marito e due altre donne. Il giorno successivo, altre 14 persone sono state rilasciate. Non è chiaro cosa sia successo agli altri cristiani. (www.tempi.it settembre 2014 )

Testimonianza

Papa Francesco ai cristiani ad Erbil

Vi ringrazio della testimonianza che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testimonianza. Grazie! Sembra che lì non vogliano che ci siano i cristiani, ma voi date testimonianza di Cristo. Penso alle piaghe, ai dolori delle mamme con i loro bambini, degli anziani, degli sfollati, alle ferite di chi è vittima di ogni tipo di violenza. […] Cristiani e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle loro case, hanno dovuto abbandonare ogni cosa per salvare la propria vita e non rinnegare la fede. La violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti, simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro. In qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti umani!Io oggi vorrei avvicinarmi a voi che sopportate questa sofferenza, esservi vicino… E penso a santa Teresa del Bambin Gesù, che diceva che lei e la Chiesa si sentiva come una canna: quando viene il vento, la tempesta, la canna si piega, ma non si rompe! Voi siete in questo momento questa canna, voi vi piegate con dolore, ma avete questa forza di portare avanti la vostra fede, che per noi è testimonianza. Voi siete le canne di Dio oggi! Le canne che si abbassano con questo vento feroce, ma poi sorgeranno! Fratelli e sorelle, la vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda.

Preghiera per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia 2016

“Dio, Padre misericordioso,
che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo”.
Ti affidiamo in modo particolare
i giovani di ogni lingua, popolo e nazione:
guidali e proteggili lungo gli intricati sentieri del mondo di oggi
e dona loro la grazia di raccogliere frutti abbondanti
dall’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia.

Padre Celeste,
rendici testimoni della Tua misericordia.
Insegnaci a portare la fede ai dubbiosi,
la speranza agli scoraggiati,
l’amore agli indifferenti,
il perdono a chi ha fatto del male
e la gioia agli infelici.
Fa’ che la scintilla dell’amore misericordioso
che hai acceso dentro di noi
diventi un fuoco che trasforma i cuori
e rinnova la faccia della terra.

Maria, Madre di Misericordia, prega per noi.
San Giovanni Paolo II, prega per noi.