Via Mantova, 44- 37019 Peschiera (d.G.). Tel. 045.75. 51.400 parroco: don Attilio Bonato (ottobre 2009).
sabato 5 settembre 2015
6 settembre 2015
Letture - XXIII domenica del T.O. - Anno B
Prima Lettura Is 35, 4-7
È un inno
di gioia per il ritorno a casa dei riscattati. L'intensità della gioia è
proporzionale alla grandezza della liberazione che presenta i tratti della
liberazione dell'Esodo. Dio si è impegnato a favore del suo popolo. La gioia,
toccando l'uomo nella sua corporeità, fa nascere l'umanità nuova. Il
rinnovamento coinvolgerà il mondo, trasformando il deserto con il dono
dell'acqua.
Autore di tutto è Dio. La certezza e la speranza che la nuova
creazione troverà compimento sono così sicure che Isaia invita fin da adesso
alla gioia.
Dal libro del profeta Isaia
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta, la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d'acqua.
Salmo
Responsoriale
I
versetti del salmo amplificano il messaggio di Isaia. Celebrano la lode di Dio
perché apre gli occhi ai ciechi, ma anche perché rende giustizia, sazia,
libera, protegge e sostiene chi è infelice.
Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai
ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione
in generazione.
Seconda Lettura Gc 2, 1-5
Giacomo
si sofferma sul comportamento dei cristiani che professano la loro fede in
Gesù. Essi non possono ammettere alcun favoritismo personale o verso i ricchi.
Perché l'esortazione non sia teorica, l'apostolo presenta un caso concreto.
Esso evidenzia la contraddizione di un simile comportamento con la fede
cristiana. La scelta preferenziale di Dio per i poveri deve diventare il
criterio di giudizio e di azione del cristiano.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Fratelli miei, la vostra fede nel
Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi
personali.
Supponiamo che, in una delle vostre
riunioni, entri qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito lussuosamente, ed
entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito
lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu
mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non
fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi:
Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella
fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
Vangelo Mc 7, 31-37
La
guarigione del sordomuto appare come il segno dell'opera messianica di Gesù.
Esso fa parte di un insieme di racconti ambientati in terra pagana, «impura»:
cioè l'umanità accomunata da una medesima incapacità di udire e di parlare.
Marco precisa la scena in modo realistico, articolando le azioni di Gesù: trarsi
in disparte, porre le dita negli occhi, toccare con la saliva la lingua,
guardare verso il cielo, emettere un sospiro, pronunciare una parola. E non c'è
un'intenzione pittoresca.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro,
passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della
Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli
la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli
orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo,
emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si
aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava
correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli
lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto
bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
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6 settembre 2015 - 23a domenica tempo ordinario
Calendario liturgico
7 - Lunedì
- 23.a Tempo Ordinario - In Dio è la mia salvezza e la mia gloria
Liturgia: Col 1,24 - 2,3; Sal 61; Lc 6,6-11
8 - Martedì
- 23.a Tempo Ordinario - NATIVITÀ DELLA B.V. MARIA (f) -
Gioisco pienamente nel SignoreLiturgia: Mi 5,1-4a opp. Rm 8,28-30;
Sal 12; Mt 1,1-16.18-23
9 -
Mercoledì - 23.a Tempo Ordinario - Buono è il Signore verso tutti
Liturgia: Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26 –
10 - Giovedì
- 23.a Tempo Ordinario - Ogni vivente dia lode al SignoreLiturgia: Col
3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38
11 - Venerdì
- 23.a Tempo Ordinario - Tu sei, Signore, mia parte di eredità
Liturgia: 1Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42
12 - Sabato
- 23.a Tempo Ordinario - Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per
sempre. Liturgia: 1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49
Avvisi
In questa domenica prossima 6
settembre la nostra chiesa ospita l’immagine
della Madonna del Frassino dalle ore 8,00 alle ore 12.00
(al termine della S. Messa) in preparazione alla Celebrazione
della “Regina del Garda” prevista
per domenica prossima 13 settembre con
il seguente programma:
ore 17.00 Processione con la Madonna dalla chiesa
di S.Martino
ore 17.30: Messa concelebrata al Porto.
(v.
manifesto in bacheca e volantini sul tavolo degli avvisi).
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* Venerdì 11 settembre: Consiglio pastorale
parrocchiale
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Preghiera sul Vangelo
Tu
non guarisci da lontano, Gesù, a distanza di sicurezza, ma
accetti un contatto fisico con la malattia, con l'handicap, per
portare alla guarigione. Tu non agisci in modo plateale, per far crescere la
tua popolarità, per
destare l'ammirazione della folla, ma prendi in disparte il sordomuto
per
sottrarlo all’ingerenza della gente.Tu prendi a cuore la sofferenza di chi non
riesce a comunicare perché non può sentire e non riesce a parlare e decidi di aprirlo alla relazione con quanti gli stanno
attorno.
Mostra anche a me, Gesù, la stessa compassione che ti ha
condotto
a guarire il sordomuto e liberami da quanto ostacola, o
riduce
la mia capacità di ascoltare gli altri, di intendere i loro
problemi,
di interpretare le loro richieste.
Strappami all’egoismo e alla durezza del cuore perché le
parole
che escono dalla mia bocca non siano deturpate
dal veleno della gelosia o dell’invidia, ma siano limpide e
benevole.
lnsegnami le parole sincere, quelle che portano con sé
il sapore della fraternità, il profumo della misericordia.
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Messaggio per la 10ª Giornata per la custodia del creato
( 1.09. 2015).
Un umano rinnovato, per
abitare la terra
- Leggere i segni, per comprendere i tempi
“Quando si fa sera, voi dite: ‘Bel tempo, perché il cielo
rosseggia’; e al mattino: ‘Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo’. Sapete
dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i
segni dei tempi?” (Mt 16,2-3). La risposta di Gesù ai farisei e sadducei invita a
leggere i segni – quelli nel cielo come quelli nella storia – per vivere il
tempo con saggezza, cogliendo, nella sequenza dei momenti, il kairòs – il tempo
favorevole – in cui il Signore chiama a seguirlo.
Quest’anno, a dare un particolare significato alla Giornata
per la custodia del creato, vengono a convergere tanti elementi, a partire
dall’Enciclica Laudato si’ che Papa Francesco ha dedicato alla questione
ambientale. Assume poi un forte rilievo il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale
(“In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”, Firenze, 9-13 novembre 2015), così come
il Giubileo della misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015. Uno sguardo
credente cercherà di cogliere nei momenti evidenziati i legami che lo Spirito
intesse, con una lettura in profondità dei segni dei tempi, secondo
l’indicazione formulata proprio cinquant’anni fa dalla Costituzione conciliare Gaudium et spes. In questa
direzione, vorremmo riscoprire in questo Messaggio una “sapienza dell’umano”,
capace di amare la terra, per abitarla con sobria leggerezza.
- Per un umano rinnovato
L’orizzonte del Convegno Ecclesiale di Firenze orienta la
Chiesa italiana ad una rinnovata meditazione dello stile di umanità che
scaturisce dalla contemplazione di Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo. Come ci
ricorda il Papa, Gesù “invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha
con tutte le creature e ricordava loro con una commovente tenerezza come
ciascuna di esse è importante ai suoi occhi” . Un creato, dunque, da gustare in
tutta la sua bellezza ed in rendimento di grazie, da abitare con coraggio,
sobrietà e in solidarietà con i poveri, entro la grande comunione delle
creature. Un creato riconosciuto, alla luce della Pasqua, come la grande opera
del Dio unitrino, vivificata e condotta a compimento dallo Spirito creatore
(cf. Rm 8,19ss): costituito “secondo il modello divino”, è quindi esso stesso
“una trama di relazioni” .
La creazione appare così come spazio da abitare nella pace,
coltivandolo e custodendolo, per costruirvi una vita buona condivisa.
L’esperienza di tante generazioni credenti si fa così invito per noi, perché
impariamo anche oggi a vivere in tale orizzonte la nostra umanità, abitando la
terra con una sapienza capace di custodirla come casa della famiglia umana, per
questa e per le prossime generazioni. ...
COMMISSIONE EPISCOPALE PER L´ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL
LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE
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