sabato 2 maggio 2015

AscoltarTi è una festa - V Domenica del Tempo ordinario

3 maggio 2015

V domenica di Pasqua - Anno B

Prima Lettura At 9, 26-31
Il libro degli Atti degli Apostoli, dopo aver posto in luce la difficoltà di Paolo ad essere accettato dalla comunità di Gerusalemme, si chiude con un piccolo sommario. La Chiesa è comunità di credenti uniti e in pace che, confortati dallo Spirito Santo, crescono e camminano nel timore del Signore ed annunciano con forza la sua risurrezione.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

Salmo responsoriale
Il perseguitato che ha sperimentato la morte, anticipa nel testo proclamato dalla liturgia, nella fede, la propria riconoscenza per essere stato esaudito e salvato. Il testo è canto di Cristo risorto e dei credenti.
Dal Salmo 21
A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea. Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre! Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli.
A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere. Ma io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: «Ecco l'opera del Signore!».

Seconda Lettura 1 Gv 3, 18-24
Credere e amare sono i frutti dell'azione dello Spirito Santo effuso nei nostri cuori dall'alto della croce. Questa presenza divina garantisce che il Cristo dimora in noi e ci insegna a rimanere fedeli ai suoi comandamenti: ad amare con i fatti e nella verità.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Vangelo Gv 15, 1-8
La vite e i tralci è un'immagine biblica che esprime il rapporto tra Dio e il popolo d'Israele. Gesù riprende questa immagine per indicare ai suoi discepoli l'intima comunione che esiste con il Padre. È rapporto di intimità, di amore e fedeltà al quale tutti i credenti, in lui, sono resi partecipi mediante l'ascolto attento della Parola, in profonda docilità allo Spirito Santo, segno della presenza di Cristo nella sua Chiesa.
Dal vangelo secondo Giovanni 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

AVVISI PARROCCHIALI
Da lunedì 4 maggio la S.Messa feriale è alle ore 8.00
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martedì 5 - alle 20.30 - in salone si tiene il 
1° incontro formativo per i lettori.
Terrà l’incontro fr. Vincenzo, Camaldolese.
Gli altri saranno il 12 e il 19 maggio.
Possono partecipare anche altri che intendessero offrirsi  in seguito come lettori (il gruppo è aperto…
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Siete invitati a partecipare alla preghiera del Rosario nei luoghi che conoscete (anche dagli altri anni) e che sono:
* in cappella (parrocchia)  * nella zona Colombara e in via Veneto,    presso una  famiglia  * al   capitello di via Marche
* al capitello in via Forte Laghetto        
 * al capitello in loc. Dolci
* al capitello al Villaggio, in via Friuli  
* via “traverse”, alla zona sportiva  
* capitello in loc. Marinoni     
* in via Cesare Battisti
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Lunedì 11 maggio le nostre tre parrocchie di Peschiera si uniranno per celebrare la S.Messa, preceduta dalla processione mariana che inizierà verso le 20.15 / 20.20. In seguito saranno precisati altri particolari 

Preghiera nella 5a domenica di Pasqua
Ognuno di noi, Gesù, desidera che la sua vita sia feconda e porti un frutto buono ed abbondante.Ognuno di noi vorrebbe sfuggire ad una sterilitàche mortifica e rende inutile la sua esistenza.
Ognuno di noi si attende di poter esprimere il meglio di se stesso,
quanto di più prezioso e nobile si porta dentro.
Eppure tutto questo non è possibile se non rimaniamo uniti a te,
se ci lasciamo afferrare dall' illusione di poter fare da soli,
contando unicamente sulle nostre forze. Liberami, dunque, Signore, dall'orgoglio che non mipermette di riconoscere le mie debolezze.
Liberami dalla presunzione di non aver bisogno di te e degli altri, della tua grazia e del loro aiuto. Donami la gioia di accogliere con rinnovata riconoscenza
la linfa vitale che tu immetti nel circuito della mia vita.
Donami la perseveranza che mi permette di rimanere attaccato a te anche quando arriva
il tempo doloroso della potatura e non solo la festa del raccolto.