Prima Lettura
Ap 7,2-4.9-14- Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni,
vidi salire dall'oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E
gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare
la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non
avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il
numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila
segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele.
Dopo queste
cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni
nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e
davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle
loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio,
seduto sul trono, e all'Agnello».
E tutti gli
angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e
si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
«Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al
nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».Uno degli anziani allora si rivolse a
me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?».
Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla
grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel
sangue dell'Agnello».
Dal Salmo 23- Ecco
la generazione che cerca il tuo volto, Signore.
Del Signore è
la terra e quanto contiene:
il mondo, con i
suoi abitanti.
È lui che l'ha
fondato sui mari
e sui fiumi
l'ha stabilito.
Chi potrà
salire il monte del Signore?
Chi potrà stare
nel suo luogo santo?
Chi ha mani
innocenti e cuore puro,
chi non si
rivolge agli idoli.
Egli otterrà
benedizione dal Signore,
giustizia da
Dio sua salvezza.
Ecco la
generazione che lo cerca,
che cerca il
tuo volto, Dio di Giacobbe.
Seconda Lettura
1 Gv 3,1-3 - Dalla lettera prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi,
vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio,
e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha
conosciuto lui.
Carissimi, noi
fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.
Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui,
perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha
questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Dal vangelo
secondo Matteo
In quel tempo,
vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui
i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri
in spirito, perché di essi
è il regno dei cieli.
Beati quelli
che sono nel pianto, perché saranno
consolati.
Beati i miti, perché avranno
in eredità la terra.
Beati quelli
che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno
saziati.
Beati i
misericordiosi, perché
troveranno misericordia.
Beati i puri di
cuore, perché vedranno
Dio.
Beati gli
operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio.
Beati i
perseguitati per la giustizia, perché di essi
è il regno dei cieli.
Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la
vostra ricompensa nei cieli
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Hanno detto della santità...
Dio
crea dal nulla. «Meraviglioso!», dici tu. Sì, ma Dio fa una cosa ancor più
meravigliosa: crea i santi dai peccatori. Sören Kierkegaard
La santità, vera aristocrazia del cristiano, può
essere accessibile a tutti: può essere, per così dire, democratica. Paolo VI
Fare
i santi è lo scopo della Chiesa. Guillaume Pouget
Un
santo sarà sempre più utile alla Chiesa di un‘armata di Gesuiti.
Padre Pedro
Arrupe (Superiore Generale dei Gesuiti)
Non
è la violenza che fa le rivoluzioni, ma la santità. Emmanuel Mounier
I
santi sono tutti lavoratori: diedero il primo posto al lavoro interiore, questo
sbocciò nell‘operosità esterna, meravigliosa, umanitaria, fruttuosa.
Beato
Giacomo Alberione
Non
accontentatevi di piccole cose, perché Iddio si aspetta da voi cose grandi.
Santa Caterina da Siena
La
vera santità consiste nel compiere la volontà di Dio con il sorriso.
Teresa
di Calcutta
La
santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente
bene le cose ordinarie. Beato Luigi Monza
Il
miglior modo di onorare i santi è imitarli. Erasmo da Rotterdam Bisogna andare a Dio diritti
come una schioppettata. Saint Jean-Baptiste Vianney °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
AVVISI DOMENICALI
Oggi- 1° novembre è la SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI. Nel pomeriggio- alle ore 14.30 - ci troviamo al santuario del Frassino per il Rosario e poi, in processione, ci rechiamo al Cimitero per la preghiera per i defunti
Il 1° novembre - alle ore 19.30 - nella nostra parrocchia si tiene il primo incontro per i giovani di tutto il vicariato del lago veronese. E’ la proposta di momenti formativi per loro, seguendo un preciso calendario.
Questo incontro è animato da don PIERPAOLO BATTISTOLI.
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Lunedì 2 novembre, alle ore 15.00 - Commemorazione di tutti i fedeli defunti, al Santuario del Frassino, con la S. Messa concelebrata dai tre parroci di Peschiera. Rimane la Messa delle ore 18.00 in parrocchia.
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Preghiera sul Vangelo
Le tue parole, Gesù, sono per noi, oggi.
E sono un invito alla gioia perché Dio, il Padre tuo, mantiene le promesse e beati sono tutti i destinatari del mondo nuovo che ci prepara.
Siamo poveri se non approfittiamo del nostro denaro, del nostro potere, della nostra cultura per far pressione ed ottenere una situazione di privilegio.
Siamo poveri solo perché vogliamo contare solo sull' amore di Dio
e su quello dei fratelli. Il regno dei cieli Dio lo darà a noi,
non a quelli che hanno accumulato, accaparrato beni su beni,
non a quelli che hanno approfittato
della loro posizione per avere vantaggi,
per opprimere ed ingannare, per tradire ed umiliare.
Siamo miti se non fomentiamo conflitti e controversie
e invece cerchiamo le ragioni del dialogo, del confronto civile e corretto. Abbiamo un cuore ed uno sguardo puro a condizione che leggiamo la realtà che ci circonda
senza malizia, senza cattiveria.
Siamo costruttori di pace a costo di non essere capiti
"Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele".
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».
Dal Salmo 125 - Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Dalla lettera agli Ebrei
Ogni sommo sacerdote
è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che
riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di
sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore,
essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire
sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce
a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello
stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma
colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì
come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine
di Melchìsedek».
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Avvisi parrocchiali
Questa domenica 25 ottobre - alle ore 11.00 - CELEBRAZIONE DELLA CRESIMA per 22 ragazzi(e) di 3a media.
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Il venerdì di ogni settimana, - a partire dalle 14,30 - in parrocchia abbiamo già iniziato ad ospitare gli adulti - anziani che vogliono trascorrere il pomeriggio in compagnia e amicizia.
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Il 1° novembre - alle ore 19.30 - nella nostra parrocchia si tiene il primo incontro per i giovani di tutto il vicariato del lago veronese. E’ la proposta di momenti formativi per loro, seguendo un calendario che sarà preparato.
Questo incontro è animato da don PIERPAOLO BATTISTOLI.
La scorsa domenica 18 ottobre, nella GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE, abbiamo raccolto € 700. Un grazie sentito dal Centro missionario diocesano.
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Il Vescovo invita tutti i sacerdoti, i consigli pastorali, i religiosi e le religiose, i movimenti e le associazioni e tutte le persone impegnate in attività pastorali, all’incontro di presentazione degli orientamenti pastorali per l’anno del Giubileo della Misericordia che sarà venerdì 30 ottobre 2015 alle ore 20,45 presso l’Auditorium della Fiera di Verona. L’auditorium di trova nel palazzo di ingresso della Fiera in viale del Lavoro 8, davanti al quale si può parcheggiare liberamente.
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La prossima domenica 1° novembre è la SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI. Le Messe hanno il solito orario festivo.
Nel pomeriggio del giorno 1° nov. - alle ore 14.30 - ci troviamo al santuario del Frassino per il Rosario e poi, in processione, ci rechiamo al Cimitero per la preghiera per i defunti.
Lunedì 2 novembre, alle ore 15.00 - Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nel Santuario del Frassino, con la S. Messa concelebrata dai tre parroci di Peschiera. Rimane la Messa delle ore 18.00 in parrocchia.
Preghiera sul Vangelo
La storia di Bartimeo, il cieco di Gerico, è in fondo anche la mia storia, Gesù.
Storia di uno che non ci vedeva e i suoi occhi non riuscivano a scorgere la luce che guida il cammino. Tu sei passato per la mia strada,
hai attraversato la città e pur in mezzo al frastuono, a mille voci e a mille rumori, io ho avvertito la tua presenza. No, tu non eri uno come tanti.
E allora ho gridato con tutte le mie forze, ti ho chiamato per dirti che credo veramente che tu sia il Messia, l’ inviato di Dio. Non mi sono vergognato di dichiarare la mia situazione penosa.
Tu ti sei accorto di me. Tu hai udito la mia voce e mi hai fatto chiamare.
Io ho lasciato di colpo il mio mantello e tutto ciò che, in qualche modo, mi tratteneva. Tu ti sei avvicinato e mi hai chiesto che cosa potevi fare per me. Solo dopo aver sentito la mia risposta, mi hai dato la vista e mi hai permesso di seguirti lungo la strada, diventando tuo discepolo.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Salmo Responsoriale
Nella meditazione della parola del Signore siamo chiamati a fare esperienza concreta della vicinanza di Dio e del suo vegliare su chi lo teme. Lasciamoci impregnare dalla Parola, per noi sarà salvezza e grazia.
Dal Salmo 32- Donaci, Signore, il tuo amore:
in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L'anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Lunedì 19 - ore 20.30 - incontro per i genitori dei cresimandi tenuto da don Alessandro Bonetti
catechismo: sabato 24 (ore 10.00): 2a e 4a elementare
giovedì (2a media) e venerdi (1° media)
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Domenica prossima 25 ottobre - alle ore 11.00 - CELEBRAZIONE DELLA CRESIMA. (Chi viene abitualmente alla S.Messa delle 11.00, è pregato di scegliere un’altra Messa di orario, per favorire la presenza dei familiari dei cresimandi)
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mercoledì 21 - ore 15.00 - incontro “gruppo della carità”
Il venerdì di ogni settimana, - a partire dalle 14,30 - in parrocchia abbiamo già iniziato ad ospitare gli adulti - anziani che vogliono trascorrere il pomeriggio in compagnia e amicizia.
Il 1° novembre - alle ore 19.30 - nella nostra parrocchia si tiene il primo incontro per i giovani di tutto il vicariato del lago veronese. E’ la proposta di momenti formativi per loro, seguendo un calendario che sarà preparato.
Questo incontro è animato da don PIERPAOLO BATTISTOLI (che risiede nella parrocchia di Garda ed è il responsabile delle attività formative per adolescenti e giovani del nostro territorio).
Questa domenica 18 ottobre: GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Messaggio nella GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2015
Cari fratelli e sorelle,
la Giornata Missionaria Mondiale 2015 avviene sullo sfondo dell’Anno della Vita Consacrata e ne riceve uno stimolo per la preghiera e la riflessione. Infatti, se ogni battezzato è chiamato a rendere testimonianza al Signore Gesù annunciando la fede ricevuta in dono, questo vale in modo particolare per la persona consacrata, perché tra la vita consacrata e la missione sussiste un forte legame. La sequela di Gesù, che ha determinato il sorgere della vita consacrata nella Chiesa, risponde alla chiamata a prendere la croce e andare dietro a Lui, ad imitare la sua dedicazione al Padre e i suoi gesti di servizio e di amore, a perdere la vita per ritrovarla. E poiché tutta l’esistenza di Cristo ha carattere missionario, gli uomini e le donne che lo seguono più da vicino assumono pienamente questo medesimo carattere.
La dimensione missionaria, appartenendo alla natura stessa della Chiesa, è intrinseca anche ad ogni forma di vita consacrata, e non può essere trascurata senza lasciare un vuoto che sfigura il carisma. La missione non è proselitismo o mera strategia; la missione fa parte della «grammatica» della fede, è qualcosa di imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra «vieni» e «vai». Chi segue Cristo non può che diventare missionario, e sa che Gesù «cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 266).
La missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è passione per la gente. Quando sostiamo in preghiera davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo la grandezza del suo amore che ci dà dignità e ci sostiene; e nello stesso momento percepiamo che quell’amore che parte dal suo cuore trafitto si estende a tutto il popolo di Dio e all’umanità intera; e proprio così sentiamo anche che Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato (cfr ibid., 268) e a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Nel comando di Gesù: “andate” sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa. In essa tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo con la testimonianza della vita; e in modo speciale ai consacrati è chiesto di ascoltare la voce dello Spirito che li chiama ad andare verso le grandi periferie della missione, tra le genti a cui non è ancora arrivato il Vangelo.
Il cinquantesimo anniversario del Decreto conciliare Ad gentes ci invita a rileggere e meditare questo documento che suscitò un forte slancio missionario negli Istituti di vita consacrata. Nelle comunità contemplative riprese luce ed eloquenza la figura di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, quale ispiratrice dell’intimo legame della vita contemplativa con la missione. Per molte congregazioni religiose di vita attiva l’anelito missionario scaturito dal Concilio Vaticano II si attuò con una straordinaria apertura alla missione ad gentes, spesso accompagnata dall’accoglienza di fratelli e sorelle provenienti dalle terre e dalle culture incontrate nell’evangelizzazione, tanto che oggi si può parlare di una diffusa interculturalità nella vita consacrata. Proprio per questo è urgente riproporre l’ideale della missione nel suo centro: Gesù Cristo, e nella sua esigenza: il dono totale di sé all’annuncio del Vangelo. Non vi possono essere compromessi su questo: chi, con la grazia di Dio, accoglie la missione, è chiamato a vivere di missione. Per queste persone, l’annuncio di Cristo, nelle molteplici periferie del mondo, diventa il modo di vivere la sequela di Lui e ricompensa di tante fatiche e privazioni. Ogni tendenza a deflettere da questa vocazione, anche se accompagnata da nobili motivazioni legate alle tante necessità pastorali, ecclesiali o umanitarie, non si accorda con la personale chiamata del Signore a servizio del Vangelo. Negli Istituti missionari i formatori sono chiamati sia ad indicare con chiarezza ed onestà questa prospettiva di vita e di azione, sia ad essere autorevoli nel discernimento di autentiche vocazioni missionarie. Mi rivolgo soprattutto ai giovani, che sono ancora capaci di testimonianze coraggiose e di imprese generose e a volte controcorrente: non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di Gesù che implichi il dono totale di sé. Nel segreto della vostra coscienza, domandatevi quale sia la ragione per cui avete scelto la vita religiosa missionaria e misurate la disponibilità ad accettarla per quello che è: un dono d’amore al servizio dell’annuncio del Vangelo, ricordando che, prima di essere un bisogno per coloro che non lo conoscono, l’annuncio del Vangelo è una necessità per chi ama il Maestro.
Oggi, la missione è posta di fronte alla sfida di rispettare il bisogno di tutti i popoli di ripartire dalle proprie radici e di salvaguardare i valori delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e rispettare altre tradizioni e sistemi filosofici e riconoscere ad ogni popolo e cultura il diritto di farsi aiutare dalla propria tradizione nell’intelligenza del mistero di Dio e nell’accoglienza del Vangelo di Gesù, che è luce per le culture e forza trasformante delle medesime.
All’interno di questa complessa dinamica, ci poniamo l’interrogativo: “Chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico?”. La risposta è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti (cfr Lc 14,13-14). L’evangelizzazione rivolta preferenzialmente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare: «Esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 48). Ciò dev’essere chiaro specialmente alle persone che abbracciano la vita consacrata missionaria: con il voto di povertà si sceglie di seguire Cristo in questa sua preferenza, non ideologicamente, ma come Lui identificandosi con i poveri, vivendo come loro nella precarietà dell’esistenza quotidiana e nella rinuncia all’esercizio di ogni potere per diventare fratelli e sorelle degli ultimi, portando loro la testimonianza della gioia del Vangelo e l’espressione della carità di Dio.
Per vivere la testimonianza cristiana e i segni dell’amore del Padre tra i piccoli e i poveri, i consacrati sono chiamati a promuovere nel servizio della missione la presenza dei fedeli laici. Già il Concilio Ecumenico Vaticano II affermava: «I laici cooperino all’opera evangelizzatrice della Chiesa, partecipando come testimoni e come vivi strumenti della sua missione salvifica» (Ad gentes, 41). È necessario che i consacrati missionari si aprano sempre più coraggiosamente nei confronti di quanti sono disposti a collaborare con loro, anche per un tempo limitato, per un’esperienza sul campo. Sono fratelli e sorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insita nel Battesimo. Le case e le strutture delle missioni sono luoghi naturali per la loro accoglienza e il loro sostegno umano, spirituale ed apostolico.
Le Istituzioni e le Opere missionarie della Chiesa sono totalmente poste al servizio di coloro che non conoscono il Vangelo di Gesù. Per realizzare efficacemente questo scopo, esse hanno bisogno dei carismi e dell’impegno missionario dei consacrati, ma anche i consacrati hanno bisogno di una struttura di servizio, espressione della sollecitudine del Vescovo di Roma per garantire la koinonia, così che la collaborazione e la sinergia siano parte integrante della testimonianza missionaria. Gesù ha posto l’unità dei discepoli come condizione perché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Tale convergenza non equivale ad una sottomissione giuridico-organizzativa a organismi istituzionali, o ad una mortificazione della fantasia dello Spirito che suscita la diversità, ma significa dare più efficacia al messaggio evangelico e promuovere quell’unità di intenti che pure è frutto dello Spirito.
L’Opera Missionaria del Successore di Pietro ha un orizzonte apostolico universale. Per questo ha bisogno anche dei tanti carismi della vita consacrata, per rivolgersi al vasto orizzonte dell’evangelizzazione ed essere in grado di assicurare un’adeguata presenza sulle frontiere e nei territori raggiunti.
Cari fratelli e sorelle, la passione del missionario è il Vangelo. San Paolo poteva affermare: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). Il Vangelo è sorgente di gioia, di liberazione e di salvezza per ogni uomo. La Chiesa è consapevole di questo dono, pertanto non si stanca di annunciare incessantemente a tutti «quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi» (1 Gv 1,1). La missione dei servitori della Parola – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – è quella di mettere tutti, nessuno escluso, in rapporto personale con Cristo. Nell’immenso campo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chiamato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua personale situazione. Una risposta generosa a questa universale vocazione la possono offrire i consacrati e le consacrate, mediante un’intensa vita di preghiera e di unione con il Signore e col suo sacrificio redentore.
Mentre affido a Maria, Madre della Chiesa e modello di missionarietà, tutti coloro che, ad gentes o nel proprio territorio, in ogni stato di vita cooperano all’annuncio del Vangelo, di cuore invio a ciascuno la Benedizione Apostolica.
I due fratelli, Giacomo e Giovanni, in fondo ci hanno provato, Gesù.
Hanno avanzato la loro richiesta e hanno cercato di' assicurarsi' i due posti più prestigiosi: uno alla tua destra e uno alla tua sinistra. Contando sulla tua benevolenza, sarebbero riusciti a strapparti una promessa. Un piano che rivela una buona dose di ambizione, la voglia di primeggiare, di fare carriera: una scena che si ripete con frequenza in ogni ambiente della società, e naturalmente anche nella tua Chiesa. Ma quel giorno tu non ti sei lasciato imprigionare dal loro aspetto servizievole, né dalle loro parole pesate con attenzione, quel giorno tu hai afferrato l’occasione per spiegare una volta per tutte che nella tua chiesa le cose non funzionano così. .Non ci sono poltrone da spartire, onorificenze ,da distribuire.Non ci sono privilegi da ricevere, benemerenze da attribuire,
gradi da far valere sugli altri. No, chi ti ha capito veramente sa che l'unico segno di distinzione è mettersi al servizio di tutti
e svolgere le incombenze più umili, donare la propria esistenza fino in fondo proprio come hai fatto tu.
Preghiera per la famiglia
Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero; a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen. (Papa Francesco)
12 - Lunedì - 28.a Tempo OrdinarioIl
Signore si è ricordato del suo amore. Liturgia: Rm 1,1-7; Sal 97; Lc
11,29-32
13 - Martedì - 28.a Tempo Ordinario - I cieli narrano la gloria di Dio
Liturgia: Rm 1,16-25; Sal 18; Lc
11,37-41
14 - Mercoledì - 28.a Tempo Ordinario - Secondo le sue opere, Signore, tu ripaghi
ogni uomo. Liturgia: Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46
15 - Giovedì - 28.a Tempo Ordinario - S.
Teresa di Gesù
Con il
Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Liturgia: Rm 3,21-30a;
Sal 129; Lc 11,47-54
16 - Venerdì - 28.a Tempo Ordinario - Tu sei il mio rifugio, Signore. Liturgia:
Rm 4,1-8;
Sal 31; Lc 12,1-7
17 - Sabato - 28.a Tempo Ordinario - S.
Ignazio di Antiochia (m) - Il Signore
si è sempre ricordato della sua alleanza. Liturgia: Rm 4,13.16-18; Sal
104; Lc 12,8-12
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catechismo:
sabato 17 (ore 10.00): 3a e 5a elementare - giovedì e venerdi: ragazzi delle
medie
Giovedì 15 - ore 20.30: Celebrazione
penitenziale in preparazione alla Cresima per i ragazzi di 3a media della
nostra parrocchia, con i ragazzi della parrocchia di S.Martino. Sono invitati
anche i genitori.
Preghiera sul Vangelo
Nella
nostra esistenza, tu, Gesù, non vuoi essere quello che si chiama un optional:
prezioso, importante, ma non decisivo e indispensabile. Tu chiedi ai tuoi
discepoli di riconoscerti come l'unico, il solo Signore della loro esistenza,
davanti al quale ogni cosa e ogni persona passano in secondo piano. Ecco perché
la ricchezza rappresentauna sorta di
zavorra di cui, al momento debito, ci si deve sbarazzare se si vuol restare
fedeli al Vangelo. Perché arrivano momenti in cui scegliere te, Gesù, vuol dire
essere disposti a perdere qualunque altro bene. Perché, prima o poi, ci si
accorge che non è possibile conservare te
assieme
a mille altre realtà. Liberami, allora, Signore, da tutto ciò che rappresenta
una ricchezza: dai miei beni, da quello che ho accumulato, dalle mie qualità,
che considero un tesoro con cui procurarmi vantaggi, dalla voglia di imporre le
mie idee. E donami di abbandonarmi a te senza preclusioni e senza remore.
Preghiera per la famiglia
Gesù, Maria e Giuseppe, in
voi contempliamo lo splendore dell’amore vero; a voi con fiducia ci
rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi
di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole
Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia
esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o
scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di
Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la
consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua
bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la
nostra supplica. Amen.(Papa Francesco)
Letture - XXVIII domenica del T.O. - Anno B
Prima Lettura Sap 7, 7-11
Dal libro
della Sapienza
Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l'oro al suo confronto è come un po' di
sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l'argento.
L'ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Salmo Responsoriale
Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per
sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi
servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rendi salda.
Seconda Lettura Eb 4, 12-13
Dalla
lettera agli Ebrei
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di
ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima
e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i
pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a
Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo
rendere conto.
Vangelo Mc 10, 17-30
Dal vangelo
secondo Marco
[In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un
tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:
«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù
gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu
conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non
rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua
madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le
ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui,
lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo
ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole
egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti
beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi
discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare
nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù
riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È
più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel
regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?».
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile
agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».] Pietro allora
prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù
gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o
fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa
del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case
e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita
eterna nel tempo che verrà»