Letture - XIII domenica del T.O. -
Anno B
Prima Lettura
Sap 1,13-15; 2,23-24
Davanti al dolore e alla
morte, un sapiente di Israele riflette sul perché della creazione. La
meditazione sul senso della vita e della morte lo induce a credere nella bontà
di Dio: il Creatore ha dato la vita ad ogni essere, ha creato l'uomo per
l'immortalità; il male e la morte non possono venire da lui.
Dal libro della Sapienza
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina
dei viventi.
Egli infatti ha creato
tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono
portatrici di salvezza,
in esse non c'è veleno di
morte,
né il regno dei morti è
sulla terra.
La giustizia infatti è
immortale.
Sì, Dio ha creato l'uomo
per l'incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della
propria natura.
Ma per l'invidia del
diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza
coloro che le appartengono.
Salmo Responsoriale
Il salmo allarga il cuore
al ringraziamento. Risparmiati dalla morte, anche noi andiamo incontro al
Signore della vita con canti di gioia e di lode.
Dal Salmo 29
Ti esalterò, Signore,
perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore,
perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei
nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto
risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere
perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o
suoi fedeli,
della sua santità
celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura
un istante,
la sua bontà per tutta la
vita.
Alla sera ospite è il
pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi
pietà di me,
Signore, vieni in mio
aiuto!
Hai mutato il mio lamento
in danza,
Signore, mio Dio, ti
renderò grazie per sempre.
Seconda Lettura
2 Cor 8,7.9.13-15
La comunità cristiana di
Gerusalemme è colpita da una disastrosa carestia: Paolo sollecita la comunità
di Corinto a provvedere, con una colletta, alle necessità di questi fratelli.
Come la comunità di Gerusalemme ha arricchito della fede i Corinzi, così essi
sono invitati a soccorrerla con la loro carità. Paolo pone a modello di ogni
loro gesto di solidarietà il Signore Gesù che «da ricco che era si è fatto povero
per arricchirli».
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, come siete
ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e
nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest'opera
generosa.
Conoscete infatti la
grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per
voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere
in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il
momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la
loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta
scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non
ebbe di meno».
Vangelo Mc 5,
21-43
Gesù, ridonando la vita
alla figlia di Giairo, rende visibile e tangibile il volto del Dio Creatore,
fonte della vita. In lui trova pienezza l'intuizione dell'autore del libro
della Sapienza. Egli, che ci ha creato per l'esistenza, si prodiga fino alla
donazione del Figlio, affinché tutti abbiano la vita in abbondanza.
Dal vangelo secondo Marco
[In quel tempo, essendo
Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta
folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome
Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con
insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché
sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva
intorno.]
Ora una donna, che aveva
perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti
medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto
peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo
mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò
salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che
era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi
reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi
ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che
si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». Egli guardava
attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e
tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli
disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata.
Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando,
quando [dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta.
Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al
capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno
di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed
egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro:
«Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo
deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre
della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la
mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti
dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici
anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che
nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.]
Storia - XIII domenica del T.O. - Anno B
C'era una volta un re che aveva una figlia di grande
bellezza e straordinaria intelligenza.
La principessa soffriva però di una misteriosa malattia.
Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre
vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva
che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a
chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un
cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura.
Ti guarirà».
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio,
ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un
bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei.
La principessa lasciò crescere nel suo cuore la
compassione. Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a
curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino.
Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava
teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un
mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese
in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come
non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.
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28
giugno - 13a domenica del tempo ordinario - anno B
Lunedì 29 giugno: SOLENNITA’ DEI SS. APOSTOLI
PIETRO e PAOLO ….
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In questa domenica la Giornata per la “Carità
del Papa”
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Lunedì 29 - ore 20.45 - incontro sull’ ISLAM, proposto da “Spazio aperto”
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preghiera sul Vangelo
Ha fiducia in te quel padre che ti supplica di salvare
sua figlia.Tu lo segui, ma gli chiedi di continuare a fidarsi di
te, anche quando lo avvisano che la fanciulla è morta, perché nulla è
irreparabile per te e non sarà certo la morte a pronunciare l'ultima parola
nella lotta tremenda che hai ingaggiato con essa.
Proprio per questo tu sei venuto, Gesù: per strappare
alle sue mani uomini e donne di ogni età, di ogni razza e condizione. l segni
che offri non sono che l'anticipo di quanto accadrà alla fine dei tempi, quando
finalmente scompariranno dalla faccia della terra la morte ed il suo triste
corteo di pene e di sofferenze, di malattie e di disagi, di dolori e di lutti. ln
quel giorno, Signore, parteciperemo ad una pienezza di gioia che nulla potrà
più minacciare o mettere in pericolo.Ma fin d'ora tu ci vieni accanto e a noi, come alla
figlia di Giairo,
prendendoci per mano, tu dici: ”Alzati” e ci doni la
forza per andare avanti.
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Preghiera
di Papa Francesco (sull’Enciclica
“Laudato si’)
Dio onnipotente, che sei presente in tutto l'universo
e nella più piccola delle tue creature, che circondi con la tua tenerezza tutto
quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore, affinché ci prendiamo
cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come,
fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra che
tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il
mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e
distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e
della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con
stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel
nostro cammino verso la tua luce
infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la
giustizia, l’amore, la pace.