sabato 27 giugno 2015

28 giugno

Letture - XIII domenica del T.O. - Anno B

Prima Lettura Sap 1,13-15; 2,23-24
Davanti al dolore e alla morte, un sapiente di Israele riflette sul perché della creazione. La meditazione sul senso della vita e della morte lo induce a credere nella bontà di Dio: il Creatore ha dato la vita ad ogni essere, ha creato l'uomo per l'immortalità; il male e la morte non possono venire da lui.
Dal libro della Sapienza
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c'è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

Salmo Responsoriale
Il salmo allarga il cuore al ringraziamento. Risparmiati dalla morte, anche noi andiamo incontro al Signore della vita con canti di gioia e di lode.
Dal Salmo 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Seconda Lettura 2 Cor 8,7.9.13-15
La comunità cristiana di Gerusalemme è colpita da una disastrosa carestia: Paolo sollecita la comunità di Corinto a provvedere, con una colletta, alle necessità di questi fratelli. Come la comunità di Gerusalemme ha arricchito della fede i Corinzi, così essi sono invitati a soccorrerla con la loro carità. Paolo pone a modello di ogni loro gesto di solidarietà il Signore Gesù che «da ricco che era si è fatto povero per arricchirli».
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest'opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

Vangelo Mc 5, 21-43
Gesù, ridonando la vita alla figlia di Giairo, rende visibile e tangibile il volto del Dio Creatore, fonte della vita. In lui trova pienezza l'intuizione dell'autore del libro della Sapienza. Egli, che ci ha creato per l'esistenza, si prodiga fino alla donazione del Figlio, affinché tutti abbiano la vita in abbondanza.
Dal vangelo secondo Marco
[In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.]
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando [dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.  Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.]

Storia - XIII domenica del T.O. - Anno B
La principessa Da "365 piccole storie per l'anima" - Bruno Ferrero © Elledici
C'era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza.

La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà».
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei.
La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.

Signore, quando ho fame mandami qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di acqua;
quando ho freddo, mandarmi qualcuno da riscaldare;
quando sono nella sofferenza, mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diviene pesante, dammi la croce di un altro da condividere;
quando sono povero, portami qualcuno che è nel bisogno;
quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per un momento;
quando mi sento scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando sento il bisogno di essere compreso, dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione;
quando vorrei che qualcuno si prendesse cura di me, mandami qualcuno di cui prendermi cura;
quando penso a me stesso, rivolgi i miei pensieri ad altri
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28 giugno - 13a domenica del tempo ordinario - anno B

Lunedì 29 giugno: SOLENNITA’ DEI SS. APOSTOLI PIETRO e PAOLO ….
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In questa domenica la Giornata per la “Carità del Papa”
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Lunedì 29 giugno: inizio del GREST (fino al 24 luglio)
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Lunedì 29 - ore 20.45 - incontro sull’ ISLAM,  proposto da “Spazio aperto”










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preghiera sul Vangelo
Ha fiducia in te quel padre che ti supplica di salvare sua figlia.Tu lo segui, ma gli chiedi di continuare a fidarsi di te, anche quando lo avvisano che la fanciulla è morta, perché nulla è irreparabile per te e non sarà certo la morte a pronunciare l'ultima parola nella lotta tremenda che hai ingaggiato con essa.
Proprio per questo tu sei venuto, Gesù: per strappare alle sue mani uomini e donne di ogni età, di ogni razza e condizione. l segni che offri non sono che l'anticipo di quanto accadrà alla fine dei tempi, quando finalmente scompariranno dalla faccia della terra la morte ed il suo triste corteo di pene e di sofferenze, di malattie e di disagi, di dolori e di lutti. ln quel giorno, Signore, parteciperemo ad una pienezza di gioia che nulla potrà più minacciare o mettere in pericolo.Ma fin d'ora tu ci vieni accanto e a noi, come alla figlia di Giairo,
prendendoci per mano, tu dici: ”Alzati” e ci doni la forza per andare avanti.
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Preghiera di Papa Francesco (sull’Enciclica “Laudato si’)

Dio onnipotente, che sei presente in tutto l'universo e nella più piccola delle tue creature, che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore, affinché ci prendiamo cura della vita  e  della bellezza.  Inondaci di pace, perché viviamo come, fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati  di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino  verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore, la pace.




sabato 20 giugno 2015

AscoltarTi è una festa - XII Domenica del Tempo Ordinario

21 giugno

Letture - XII domenica del T.O. - Anno B

Prima lettura Gb 38,1.8-11
Dio, a Giobbe sofferente che pretendeva spiegazioni a quanto gli stava accadendo, rivela la sua sovrana autorità e la sua costante presenza negli avvenimenti della storia. Egli accompagna l'uomo sia nel tempo della prosperità che in quello della prova. Per la creatura il dolore rimane un mistero a cui solo Cristo cercherà di dare risposta.
Dal libro di Giobbe
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all'uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: "Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde"?».

Salmo Responsoriale
Il salmo riprende e sviluppa l'immagine del mare evocata nella prima lettura. La paura, l'angoscia e le forze del male sono ricomposte nella fiduciosa protezione del Signore. Egli calma le tempeste, fa tacere i flutti, è onnipotente e misericordioso con i suoi figli.
Dal Salmo 106
Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.
Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.
Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.
Nell'angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.

Seconda lettura 2 Cor 5,14-17
Cristo è morto per tutti. Sul suo esempio il discepolo è chiamato a donare la vita per amore di Colui che è entrato definitivamente nell'esistenza di ogni uomo. Chi ha conosciuto Cristo secondo lo Spirito si dona ai fratelli e li aiuta a passare dalla morte alla vita. 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, l'amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Vangelo Mc 4,35-41
La fede è il tema centrale del brano evangelico. La reazione dei discepoli, di fronte al fatto che Gesù dorme mentre loro sono in pericolo, è dettata dall'impotenza e dalla paura che l'uomo sperimenta nelle difficoltà e di fronte al silenzio di Dio. I discepoli non credono ancora che Gesù è Dio, capace di dominare le potenze del male e di placare le tempeste che si agitano nel cuore dell'uomo. Non sanno attraversare la tempesta con lui. Rimanere uniti a lui è vivere.
Dal Vangelo secondo Marco

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».  E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
una storia: Il naufrago
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Da "Il segreto dei pesci rossi" - Bruno Ferrero © Elledici
Un povero naufrago arrivò sulla spiaggia di un'isoletta deserta aggrappato ad un piccolo relitto della barca su cui stava viaggiando, dopo una terribile tempesta. L'isola era poco più di uno scoglio, aspra e inospitale.
Il pover'uomo cominciò a pregare. Chiese a Dio, con tutte le sue forze, di salvarlo e ogni giorno scrutava l'orizzonte in attesa di veder sopraggiungere un aiuto, ma non arrivava nessuno.Dopo qualche giorno si organizzò. Sgobbando e tribolando fabbricò qualche strumento per cacciare e coltivare, sudando sangue riuscì ad accendere il fuoco, si costruì una capanna e un riparo contro le violente bufere.
Passò qualche mese. Il pover'uomo continuava la sua preghiera,
ma nessuna nave appariva all'orizzonte.
Un giorno, un colpo di brezza sul fuoco spinse le fiamme a lambire la stuoia del naufrago. In un attimo tutto s'incendiò. Dense volute di fumo si alzarono verso il cielo. Gli sforzi di mesi, in pochi istanti, si ridussero a un mucchietto di cenere.
Il naufrago, che invano aveva tentato di salvare qualcosa, si buttò piangendo nella sabbia.
«Perché, Signore? Perché anche questo?». Qualche ora dopo, un grossa nave attraccò vicino all'isola. Vennero a prenderlo con una scialuppa.
«Ma come avete fatto a sapere che ero qui?» chiese il naufrago, quasi incredulo. «Abbiamo visto i segnali di fumo» gli risposero.
Le tue difficoltà di oggi sono segnali di fumo per la grazia futura.
 Dio verrà a salvarti.
21  giugno - 12a domenica del tempo ordinario - anno B
preghiera sul Vangelo

Signore Gesù, dominatore del vento e di ogni mare in burrasca, ci consola il sapere che Tu sei con noi in questa traversata che è Ia vita e la storia dei nostri giorni. Ci consola, anche se a volte non badiamo alla tua presenza, tutti presi come siamo dalla presunzione di sfruttare con intelligenza tutte le nostre risorse e le nostre sicurezze...
E quando esse si rivelano esaurite o insufficienti, ci ricordiamo di Te, nostra sicurezza e nostra fortezza. Spesso, Signore, ci deludi: sembri addormentato, incurante di noi,
silenzioso o addirittura assente dalla nostra vita.
Sei così discreto nel tuo stare con noi, che solo dinanzi al grave pericolo  siamo tentati di ricordarci di Te. Ti cerchiamo, stizziti e impauriti, perché ti sottrai ai nostri calcoli, alle nostre scadenze. Tu ci educhi alla fede, o Signore. E ci provochi con la tua imperturbabile calma, mentre il mare irrompe su di noi... E ti lasci, a tua volta, provocare dalla nostra angoscia. Grazie, Gesù, per la tua meravigliosa pedagogia di Maestro: portaci alla fede vera, al di là di tutte le paure. Amen
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Preghiere di Papa Francesco
(sull’Enciclica “Laudato si’)
Dio onnipotente, che sei presente in tutto l'universo e nella più piccola delle tue creature, che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore, afinché ci prendiamo cura della vita  e  della bellezza.  Inondaci di pace, perché viviamo come, fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati  di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino  verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore, la pace.
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Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente.
Sono tue e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza. Laudato si’! '
Figlio di Dio, Gesù, da te sono state create tutte le cose,
Hai preso forma nel seno materno di Maria, ti sei fatto parte di questa terra,
e  hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura con la tua gloria di risorto. Laudato si' !
Spirito Santo, che con la tua luce orienti questo mondo verso l'amore del Padre
e accompagni il gemito della creazione, tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene. Laudato si’! -
Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito,
insegnaci a contemplarti nella bellezza dell’universo,
dove tutto ci parla di te.  Risveglia  la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato. Donaci  la grazia di sentirci uniti con tutto ciò che esiste.
Dio di amore, mostraci il nostro posto in questo mondo
come strumenti del tuo affetto per  gli esseri di questa terra,  
perché , nemmeno uno di essi è dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro perché non cadano
nel peccato dell'indifferenza, amino il  comune, promuovano i deboli,
e, abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando: Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita, per preparare un futuro migliore,
affinché venga il tuo Regno di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.

Laudato si’.  Amen.