sabato 14 giugno 2014

15 giugno 2014- SS.Trinità - A

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Gita-pellegrinaggio a Roma - 13-16 ottobre 2014
Si fa… con il programma già stabilito !
Ci sono ancora 10 posti disponibili…
Le  iscrizioni si possono prolungare fino alla fine del mese di giugno.  (con caparra di €uro 100  al momento dell’iscrizione…)
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altri  avvisi
* Lunedì 16 (20.30): riunione animatori Grest
* Giovedì 19: (20.30): Preghiera dfi adorazione in preparazione alla SOLENNITA’ DEL CORPO E DEL SANGUE DEL SIGNORE
(domenica 22 giugno)
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il Grest estivo va dal  30 giugno - 25 luglio.
Le iscrizioni sono già iniziate e possono essere prolungate anche nella prossima settimana
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 Preghiera alla SS.Trinità
C 'è un mistero d'amore che io non posso abbracciare con le mie esili braccia; c'è una comunione così profonda che io non posso scandagliare con il mio sguardo limitato. Per questo, o Santa Trinità, rinuncio a comprendere fino in fondo e preferisco abbandonarmi con la fiducia di un figlio alla tenerezza di un abbraccio che mi avvolge e supera da ogni parte.
Lo so: il mistero è stato rivelato nel Figlio fatto uomo per condividere la nostra vita, morto per la nostra salvezza, risorto per la nostra speranza.
In Lui noi possiamo decifrare le tappe di una storia di grazia
a cui apparteniamo. ln Lui noi riconosciamo il volto di un Padre buono
e ci liberiamo una volta per sempre di tutte le maschere
che gli hanno ingiustamente appiccicato.
In lui ci viene donato lo Spirito di consolazione,
di consiglio e di fortezza, bussola sicura per affrontare
le tempeste del mare aperto.

ln lui noi entriamo in una comunione che dilata il nostro cuore e la nostra mente.
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l'icona della Trinità del monaco russo Rublev
per un approfondimento 
attraverso il brano della Scrittura che l'ha ispirata
(Apparizione dei tre divini pellegrini ad Abramo e Sara)
Ciò che la Scrittura ci insegna con le parole è presentato in questa icona, dove ogni particolare non è lasciato alla libera fantasia dell'artista, ma ha un suo preciso e universale significato teologico.
Il testo biblico di riferimento è Genesi 18, 1-16. L'artista ha sintetizzato in un'unica immagine il racconto scegliendo il momento in cui tre misteriosi pellegrini, ospiti di Abramo, sono seduti a mensa davanti alla tenda del Patriarca, presso il querceto di Mamre. Questo episodio della Sacra Scrittura è sempre stato interpretato dai Padri della Chiesa come un preannuncio del Mistero di Dio in tre persone, poiché nel testo sacro si alterna il singolare, quasi fosse una sola persona, al plurale.
Accostiamoci all'icona e osserviamola attentamente, tenendo presente la ricchezza dei simboli usati dal pittore per sottolineare la comune natura divina dei Tre e la Loro identità. Essi sono raffigurati come Angeli con le ali, i Loro volti sono uguali e nessuno è più giovane o anziano dell'altro: in Dio non c'è un prima o un dopo, ma un perenne oggi. Tutti e tre tengono in mano il bastone del viandante, segno della stessa autorità; anche le aureole, di giallo luminoso, sono tutte e tre uguali senza alcun segno di distinzione e ancora l'azzurro, colore divino, è in tutte e tre le figure che sono sedute su troni uguali, segno della stessa dignità.
L'intero dipinto è intessuto di una luce intensa che si riverbera su chi lo guarda.

 Le tre figure sono in un atteggiamento di riposo, sono molto simili e si differenziano solo per l'atteggiamento di ciascuno nei confronti degli altri due: un solo Dio in tre persone che si completano l'una l'altra in un rapporto circolare, inesauribile, di comunione amorosa: l'atteggiamento delle tre persone divine, disposte a cerchio aperto verso chi guarda e in conversazione tra di Loro, esprime l'Amore trinitario. Nonostante la Loro somiglianza, gli angeli hanno però identità diverse riferite alla loro azione nel mondo. L'identificazione è suggerita dai colori degli abiti, dalle posizioni dei corpi, dai gesti delle mani, dalla testa, dalla simbologia delle forme geometriche.  È solo con la Trinità di Rubljov che l'uguaglianza pittorica delle due figure raggiunge livelli così elevati, e soprattutto è solo con Rubljov che la terza figura, lo Spirito Santo, abbandona il simbolismo della colomba - tipico delle raffigurazioni trinitarie - per assumere esplicitamente una sembianza umana del tutto simile a quelle delle altre due figure. 

Nel Padre (Angelo di sinistra) il color azzurro è nascosto: Dio Padre nessuno l'ha mai visto, se non tramite la bellezza e la sapienza della sua creazione (manto rosa). È Lui il punto di partenza dell'immagine. Il mantello ha i colori regali: oro e rosa con riflessi verdi, simbolo della vita. Al centro della mensa luminosa sta un calice-coppa con dentro l'agnello. Se si osserva attentamente l'immagine, l'angelo centrale (Figlio) è contenuto nella coppa formata dai contorni interni degli altri due angeli (Padre e Spirito). Il Figlio (Angelo di centro) è uomo (tunica rosso sangue ed è anche il colore dell'amore che si dona sino al sacrificio); ha ricevuto ogni potere dal Padre (stola gialla) e si è manifestato come Dio attraverso le sue opere. Tutti abbiamo visto la sua Divinità: "chi vede me, vede il Padre!". Ha il mantello azzurro che lascia scoperta una spalla: è il Figlio, figura centrale della Redenzione, è ripreso nel momento in cui ritorna all'interno della Trinità. Due dita della mano destra appoggiata alla mensa rivelano la duplice natura: umana e divina. Lo Spirito Santo (Angelo di destra) è Dio e dà la vita (verde, colore delle cose vive e della speranza). La vita di amicizia con Dio ci viene da Lui! Sembra sul punto di mettersi in cammino e raffigura lo Spirito Santo che sta per iniziare la Sua missione. Ha un atteggiamento di assoluta disponibilità e di consenso alle altre due figure. Entrambi hanno il viso rivolto verso il Padre, che li ha mandati. Dal Padre ha origine ogni cosa (posizione eretta). Egli chiama il Figlio indicandogli con mano benedicente la coppa del centro. Il Figlio comprende la volontà del Padre -- farsi cibo e bevanda degli uomini -- e l'accetta (china il capo e benedice la coppa) -- "mio cibo è compiere la volontà del Padre" -- chiedendo (col movimento del braccio destro) l'assistenza dello Spirito Consolatore. Questi accoglie la volontà del Padre per il Figlio (mano posata sul tavolo) e col suo piegarsi riporta la nostra attenzione al Figlio e al Padre: vuole metterci obbedienti davanti a Gesù (nessuno può dire "Gesù è Signore" se non per opera dello Spirito Santo) e abbandonati e fiduciosi davanti al Padre ("lo Spirito grida nei nostri cuori: Abbà, Padre!). Unità miracolosa e ineffabile in cui gli Angeli vivono e a cui invitano l'intera l'umanità. Particolarmente efficace è l'uso della prospettiva inversa  (evidente soprattutto nel disegno della mensa e degli scranni degli Angeli ): infatti il punto di fuga non è all'interno dell'icona, ma è il punto di vista di chi guarda. L'icona si allarga quindi come una "finestra  aperta sull'infinito", quasi una porta tra l'umano e il divino. Non si tratta di un semplice espediente tecnico; ma di una prospettiva teologica per cui la Verità non è costituita dal punto di vista soggettivo dell'individuo, ma dalla superiore ed eterna realtà di Dio. C'è posto anche per me in questo circolo d'amore delle Tre Persone: davanti c'è spazio perché io possa partecipare al colloquio intimo e segreto, gioioso e impegnativo: è lo spazio dei martiri (finestrella dell'altare), di chi dà la vita. Il mio posto ha forma di calice (lo spazio libero tra i due Angeli di destra e di sinistra). Il Padre chiede anche a me se voglio mangiare e bere alla sua mensa e offrire la mia vita insieme a Gesù come cibo e bevanda per gli uomini; e lo Spirito, se accetto, mi fa entrare nel riposo di chi è finalmente alla soglia della casa del Padre!"

"La coppa, punto di convergenza dei tre - spiegò Filarete, metropolita di Mosca, in un'omelia del 1816 - contiene il mistero dell'amore del Padre che crocifigge, l'amore del Figlio crocifisso, l'amore dello Spirito che trionfa con la forza della croce".