lunedì 30 giugno 2014

sabato 28 giugno 2014

AscoltarTi è una festa - SS. Pietro e Paolo

29 giugno 2014

Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo

Dagli Atti degli Apostoli


In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. 
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. 
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo


Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. 
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. 
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
+ Dal Vangelo secondo Matteo



In quel tempo, Gesù, giunto nella regionea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».



calendario liturgico  
30 - Lunedì - 13.a Tempo Ordinario - Ss. Primi martiri della Chiesa romana –
 Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo
Liturgia: Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22
1 - - Martedì - 13.a Tempo Ordinario. Guidami, Signore, nella tua giustizia.

Liturgia: Am 3,1-8; 4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27
2 - Mercoledì - 13.a Tempo Ordinario. A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Diio.
Liturgia: Am 5,14-15.21-24; Sal 49; Mt 8,28-34
3 - Giovedì - 13.a Tempo Ordinario - S. TOMMASO (f) - Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Liturgia: Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29
4 - Venerdì - 13.a Tempo Ordinario. Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Liturgia: Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13
5 - Sabato - 13.a Tempo Ordinario Il Signore annuncia la pace per il suo popoloLiturgia: Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17
avvisi
La nostra parrocchia, anche in vista della celebrazione dei 40 anni dalla sua costituzione, ha necessità di alcuni lavori di manutenzione e di  restauro.
Il ciborio che contiene il tabernacolo è stato intaccato dal tarlo; così pure gli armadi che sono in sacrestia, qualche altro mobile ed anche il crocifisso ligneo nella cappella laterale. Una ditta specializzata (che ha restaurato anche il coro del santuario del Frassino…) sta ultimando il lavoro…
 A partire da lunedì 7 luglio, con il parere favorevole del Consiglio parrocchiale delle attività economiche, una ditta specializzata procederà anche alla pulizia interna ed esterna della chiesa.
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GREST 2014
Lunedì 30 giugno inizia il Grest estivo, fino al 25 luglio.

Ci auguriamo che sia un’esperienza divertente, positiva e formativa per i ragazzi e per gli animatori che hanno accettato l’invito di seguirli in questo percorso interessante…!
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Preghiera nella Solennità dei SS.Apostoli Pietro e Paolo


Tu, Gesù, lo hai scelto come la pietra su cui costruire la tua Chiesa, la comunità chiamata a continuare la tua missione fino al tuo ritorno. Non lo hai fatto perché Pietro era dotato di particolari competenze o di risorse acquisite grazie a corsi di studio superiori. Non è stata neppure la certezza di poter contare sulla sua fedeltà, sul suo coraggio e sulla sua solidità, in qualsiasi frangente. Tu immaginavi  che ti avrebbe rinnegato nel momento drammatico della tua cattura e della tua condanna. No, a muoverti è stata la sua fede,
quella fede a cui egli dà espressione nel vangelo di oggi,  con parole semplici e chiare, quella fede che non nasce da un percorso personale di conoscenza ma da un dono di Dio, da una grazia Quella fede che si rivelerà più forte della sua fragilità,
dei suoi smarrimenti, della sua presunzione, quella febe in cui lui stesso
ha bisogno di conversione per poter poi svolgere  il ruolo che
 gli hai assegnato, quello di confermare i suoi fratelli.
E Paolo, fratello di Pietro nella fede, grande evangelizzatore, ci insegna a fare della vita una scelta decisa e senza rimpianti.. come lui stesso ha detto e ha fatto: “ Per me vivere è Cristo”
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la tomba di Pietro



È possibile riscoprire le radici più significative e profonde della Basilica di San Pietro e della Chiesa di Roma ripercorrendo l’antica strada in terra battuta che conduce alla tomba del Principe degli Apostoli e che attraversa una necropoli romana ubicata sotto il pavimento delle Grotte Vaticane in corrispondenza della navata centrale della Basilica. 
La scoperta di questo sito di fondamentale importanza religiosa, storica e artistica, risale ai primi anni del pontificato di Pio XII Pacelli (1939-1958), il papa che coraggiosamente volle intraprendere una serie di esplorazioni archeologiche nell’area della Confessione Vaticana e nella parte centrale delle Sacre Grotte. La ricerca archeologica del secolo passato fu un’impresa senza precedenti che consentì di individuare sotto l’altare maggiore della Basilica la tomba di Pietro, rimasta inaccessibile e inviolata per quasi duemila anni. Un'umile fossa scavata sulle pendici meridionali del colle Vaticano, proprio davanti al circo, che fu teatro delle feroci persecuzioni contro i cristiani all’epoca dell’imperatore Nerone (54-68). Una modesta sepoltura sulla quale, cent’anni dopo il martirio dell’Apostolo, fu costruita una piccola edicola funeraria ricordata dal presbitero Gaio alla fine del II secolo, come riferisce puntualmente lo storico Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica, 2, 25, 6-7). Quell’edicola, generalmente chiamata “Trofeo di Gaio”, indicò ai primi cristiani la tomba di Pietro che già prima di Costantino fu meta di devoti pellegrinaggi, testimoniati dai numerosi graffiti latini tracciati su una parete intonacata e dipinta di un ambiente destinato al culto in prossimità dell’edicola (“muro G”). In particolare su un piccolo frammento di intonaco (cm 3,2 x 5,8), proveniente dal cosiddetto “muro rosso” sul quale si addossò l’edicola, vennero incise le seguenti lettere greche: PETR[...] ENI[...]. Il graffito è stato interpretato con la frase “Pétr[os] enì” (= Pietro è qui), oppure, sempre nella prospettiva della presenza di Pietro, con un’invocazione a lui rivolta: “Pétr[os] en i[réne]” (= Pietro in pace). 
Il “Trofeo di Gaio”, che sopravvive nella “nicchia dei Palli” all’interno della Confessione Vaticana, fu racchiuso dall’imperatore Costantino in una teca marmorea ricordata da Eusebio di Cesarea come “uno splendido sepolcro davanti alla città, un sepolcro al quale accorrono, come ad un grande santuario e tempio di Dio, innumerevoli schiere da ogni parte dell’impero romano” (Teofania, 47). Sul monumento-sepolcro di Costantino si edificarono in seguito, con significativa continuità, l’altare di Gregorio Magno (590-604), l’altare di Callisto II (1123) e infine, nel 1594, l’altare di Clemente VIII, successivamente coperto dal baldacchino del Bernini sotto la grandiosa cupola michelangiolesca. La straordinaria successione dei monumenti eretti attorno e sopra l’edicola del II secolo costituisce un’eloquente e tangibile testimonianza di duemila anni di devozione e di storia incentrata sull’umile sepoltura di Pietro.

sabato 21 giugno 2014

22 giugno 2014
Solennità del CORPO e del  SANGUE DEL SIGNORE- A
















OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano - 
Giovedì, 19 giugno 2014
«Il Signore, tuo Dio, … ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi» (Dt 8,2).Queste parole del Deuteronomio fanno riferimento alla storia d’Israele, che Dio ha fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione di schiavitù, e per quarant’anni ha guidato nel deserto verso la terra promessa. Una volta stabilito nella terra, il popolo eletto raggiunge una certa autonomia, un certo benessere, e corre il rischio di dimenticare le tristi vicende del passato, superate grazie all’intervento di Dio e alla sua infinita bontà. Allora le Scritture esortano a ricordare, a fare memoria di tutto il cammino fatto nel deserto, nel tempo della carestia e dello sconforto. L’invito è quello di ritornare all’essenziale, all’esperienza della totale dipendenza da Dio, quando la sopravvivenza era affidata alla sua mano, perché l’uomo comprendesse che «non vive soltanto di pane, ma … di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3). Oltre alla fame fisica l’uomo porta in sé un’altra fame, una fame che non può essere saziata con il cibo ordinario. E’ fame di vita, fame di amore, fame di eternità. E il segno della manna – come tutta l’esperienza dell’esodo – conteneva in sé anche questa dimensione: era figura di un cibo che soddisfa questa fame profonda che c’è nell’uomo. Gesù ci dona questo cibo, anzi, è Lui stesso il pane vivo che dà la vita al mondo (cfr Gv 6,51). Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del pane; il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un semplice alimento con cui saziare i nostri corpi, come la manna; il Corpo di Cristo è il pane degli ultimi tempi, capace di dare vita, e vita eterna, perché la sostanza di questo pane è l’Amore.
Nell’Eucaristia si comunica l’amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con Sé stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze. Vivere l’esperienza della fede significa lasciarsi nutrire dal Signore e costruire la propria esistenza non sui beni materiali, ma sulla realtà che non perisce: i doni di Dio, la sua Parola e il suo Corpo.
Se ci guardiamo attorno, ci accorgiamo che ci sono tante offerte di cibo che non vengono dal Signore e che apparentemente soddisfano di più. Alcuni si nutrono con il denaro, altri con il successo e la vanità, altri con il potere e l’orgoglio. Ma il cibo che ci nutre veramente e che ci sazia è soltanto quello che ci dà il Signore! Il cibo che ci offre il Signore è diverso dagli altri, e forse non ci sembra così gustoso come certe vivande che ci offre il mondo. Allora sogniamo altri pasti, come gli ebrei nel deserto, i quali rimpiangevano la carne e le cipolle che mangiavano in Egitto, ma dimenticavano che quei pasti li mangiavano alla tavola della schiavitù. Essi, in quei momenti di tentazione, avevano memoria, ma una memoria malata, una memoria selettiva. Una memoria schiava, non libera.
Ognuno di noi, oggi, può domandarsi: e io? Dove voglio mangiare? A quale tavola voglio nutrirmi? Alla tavola del Signore? O sogno di mangiare cibi gustosi, ma nella schiavitù? Inoltre, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia memoria? Quella del Signore che mi salva, o quella dell’aglio e delle cipolle della schiavitù? Con quale memoria io sazio la mia anima?
Il Padre ci dice: «Ti ho nutrito di manna che tu non conoscevi». Recuperiamo la memoria. Questo è il compito, recuperare la memoria. E impariamo a riconoscere il pane falso che illude e corrompe, perché frutto dell’egoismo, dell’autosufficienza e del peccato.

Tra poco, nella processione, seguiremo Gesù realmente presente nell’Eucaristia. L’Ostia è la nostra manna, mediante la quale il Signore ci dona se stesso. A Lui ci rivolgiamo con fiducia: Gesù, difendici dalle tentazioni del cibo mondano che ci rende schiavi, cibo avvelenato; purifica la nostra memoria, affinché non resti prigioniera nella selettività egoista e mondana, ma sia memoria viva della tua presenza lungo la storia del tuo popolo, memoria che si fa “memoriale” del tuo gesto di amore redentivo. Amen.
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calendario liturgico
23 - Lunedì - 12.a Tempo Ordinario - 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5
Liturgia: Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!
24 - Martedì - 12.a Tempo Ordinario - NATIVITÀ DI S. GIOVANNI BATTISTA (s) –
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda. 
Liturgia: Is 49,1-6;
Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80 
25 - Mercoledì - 12.a Tempo Ordinario- Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
. 
Liturgia: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20
26 - Giovedì - 12.a Tempo Ordinario -Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
 Liturgia: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29
27 - Venerdì - SACRO CUORE DI GESÙ - L’amore del Signore è per sempre
Liturgia: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30
28- sabato - S. Ireneo (m)- 
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

Liturgia: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2.1.4-8; Lc 2,41-51
avvisi
La nostra parrocchia, anche in vista della celebrazione dei 40 anni dalla sua costituzione, ha necessità di alcuni lavori di restauro e di manutenzione. Prima di tutto abbiamo notato che il ciborio che contiene il tabernacolo è stato intaccato dal tarlo; così pure gli armadi che sono in sacrestia, qualche altro mobile ed anche il crocifisso ligneo nella cappella laterale. Perciò, a partire dal prossimo lunedì 23 giugno una ditta specializzata (che ha restaurato anche il coro del santuario del Frassino…) procederà ai lavori di disinfestazione e pulizia. Vedrete, ad esempio, che tutta la struttura del ciborio sarà ricoperta da un nylon per una settimana…
In seguito, con il parere favorevole del Consiglio parrocchiale delle attività economiche, procederemo anche alla pulizia interna ed esterna della chiesa, ad opera di un’altra ditta, Su questo vi daremo notizia appena possibile…
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GREST 2014 va dal  30 giugno - 25 luglio.
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 Preghiera nella Solennità del “Corpus Domini”  
C'è una comunione profonda che tu offri ad ognuno di noi e passa  attraverso un gesto del tutto semplice e naturale.  Tu, Gesù, 
ci chiedi di mangiare quel pane che è il tuo Corpo, tu ci inviti a bere quel vino che è il tuo Sangue. E attraverso di essi che si compie un mistero d'amore e si realizza  una possibilità impensabile: tu dimori in noi e noi dimoriamo in te. Come un piccolo d'uomo nel grembo di sua madre si nutre di lei e attraverso di lei, percepisce tutto ciò che accade, così anche a noi tu doni di essere trasformati in te e di cogliere questa nostra storia con il tuo sguardo mite e benevolo, con il tuo cuore compassionevole. Quanto accade, in effetti, non richiede grandi ragionamenti, non esige dotti concetti, non obbliga a discorsi impegnativiÈ una questione di fede: basta accettare di essere sfamati el dissetati, accolti e ristorati, sostenuti e rinvigoriti. Senza alcun nostro sforzo o merito, per pura grazia, per solo amore.
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